La stanza della domenica
14.12.2025 - 10:30
Una panoramica di Frosinone
La giornata di oggi fotografa bene lo “sliding doors” di questa fase della politica italiana. Da una parte Giorgia Meloni chiude la kermesse di Atreju, mai come quest’anno evento simbolo. Al punto che è evidente come Fratelli d’Italia stia vincendo anche la partita dell’egemonia culturale. È normale, soprattutto in Italia, che chi guida il Paese rappresenti un centro di gravità permanente attorno al quale ruotano le varie componenti della società. È successo con la Democrazia Cristiana, ma anche con il Partito Democratico. Ora è Fratelli d’Italia a dare la carte. C’è però un elemento diverso rispetto al passato. FdI è passato dal 4% al 30% in pochi anni, ma la particolarità sta nel fatto che dopo oltre tre anni di governo la percentuale di consenso aumenta e si consolida. Succede perché Giorgia Meloni tiene altissima la concentrazione. E tornano alla mente le parole di Massimo D’Alema, ex premier e già leader dei Ds. Quando, dopo la vittoria della Meloni del 2022, disse: «Sa cosa mi piace di Giorgia Meloni? Ha fatto quello che non abbiamo fatto noi. Ha tenuto in piedi un partito. Un partito vero, organizzato, con i quadri. È una che ha fatto politica. È il segretario della gioventù del suo partito che diventa capo del partito e capo del governo». Contemporaneamente oggi è in programma l’assemblea nazionale del Pd. Stefano Bonaccini annuncerà l’ingresso nella maggioranza interna del partito di Energia Popolare. Sancendo ufficialmente il divorzio dall’altra ala dei Riformisti, quelli che fanno riferimento a Lorenzo Guerini, Giorgio Gori, Pina Picierno e Graziano Delrio. Nella sostanza si tratta della scissione di una singola “corrente”. Si apre uno scenario davvero imprevedibile.
Lo strano caso del Comune di Frosinone
Al Comune di Frosinone situazione sempre più kafkiana. In prima convocazione è mancato il numero legale, in seconda la maggioranza si è “contata” perfino sulla richiesta di inversione di un punto all’ordine del giorno. Il quadro rimane complesso e complicato. Quello che davvero non si comprende è perché nel capoluogo parlare di verifica politico-amministrativa e di rimpasto è una sorta di tabù. Oppure di lesa maestà. Gli equilibri sono cambiati radicalmente rispetto all’inizio. Adesso Fratelli d’Italia, il presidente dell’aula Massimiliano Tagliaferri (indipendente), il Polo Civico e Carlo Gagliardi (Lista Marzi) chiedono un riequilibrio degli assetti sul piano della rappresentanza. A partire dall’esecutivo. Rispetto ad una “galassia della Lega” (composta dal Carroccio, dalla Lista per Frosinone, dalla Lista Ottaviani e da Marco Sordi) che obiettivamente non ha più gli stessi numeri dell’inizio della consiliatura. Possibile che non si riesca a trovare un “punto di caduta” condiviso nell’ambito di un vertice tra i leader politici di partiti, gruppi e civiche? La realtà è che ancora una volta si preferisce soffermarsi sul dito senza guardare la luna. All’orizzonte ci sono le elezioni provinciali e le strategie per avere più voti ponderati possibili fanno scattare veti e “fuoco amico”. Si continua ad ignorare la circostanza che Frosinone è un Comune capoluogo e che nel 2027 la situazione sarà analizzata dal tavolo regionale del centrodestra. Nel frattempo circolano bozze di documenti per l’ultima fase della consiliatura e per le elezioni del 2027. Riccardo Mastrangeli vorrebbe una sua blindatura e questo si comprende. Però comunque rimane il fatto che il tavolo regionale dovrà dire la sua. L’indiscrezione circa una possibile candidatura a sindaco di Fabio Tagliaferri (Fratelli d’Italia) ha sparigliato le carte. Ma la domanda è: nel frattempo cosa si fa? Si acuisce lo scontro prestando il fianco ad ipotesi di interruzione anticipata della consiliatura oppure si prova ad andare avanti gettando le basi per una ricostruzione vera della maggioranza? Perché fra l’altro questa è l’unica ipotesi sulla quale (ri)costruire una piattaforma politica ed amministrativa per il 2027. Però il barometro continua a segnare “molto nuvoloso”.
Quel richiamo all’orgoglio ciociaro di Luciano Fontana
Ospite (in videocollegamento) dell’iniziativa di Unindustria, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana ha detto: «Per me è sempre un onore avere un dialogo non solo con la città in cui sono nato e cresciuto ma anche con realtà importanti». A Frosinone Luciano Fontana è nato, è cresciuto, ha studiato, ha mosso i primi passi di una carriera giornalistica nella quale ha raggiunto i massimi livelli. È orgoglioso delle sue radici e ha spiegato: «La realtà imprenditoriale della provincia di Frosinone ha una collocazione tale, nello scenario nazionale, che la rende una realtà positiva, che sfata tanti pregiudizi e mitologie su quello che è il mondo produttivo italiano». Ricordiamo queste parole, perché spesso la “narrazione” fa la differenza. E alla fine la “narrazione”... siamo noi.
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