L'annuncio di un imminente ritorno al voto scuote il paese. Venerdì pomeriggio, durante il consiglio comunale d'insediamento, Vittorio Sgarbi ha colto tutti di sorpresa dichiarando di voler indire un referendum cittadino per stabilire quanti arpinati lo vogliano come sindaco. Aggiungendo che se non raggiungerà la maggioranza si dimetterà. Nel qual caso si tornerà alle urne.

In molti si chiedono se sia stata una provocazione "alla Sgarbi" o se davvero saranno richiamati a votare. Magari per altre due volte, il referendum e l'eventuale nuova tornata elettorale.
Tutto è nato dall'intervento del consigliere d'opposizione Niccolò Casinelli, che ha fatto notare a Sgarbi come i voti ottenuti dalla sua lista siano stati inferiori alla somma di quelli ricevuti dalle altre due compagini, che sostenevano l'elezione a sindaco di Andrea Chietini e Gianluca Quadrini.

A sottolineare che la maggioranza degli arpinati non ha votato per lui. Il che ha suscitato l'immediata reazione di Sgarbi: «Qualcuno scambia le elezioni in un comune con meno di quindicimila abitanti, dunque con il turno unico, per un referendum - ha detto il sindaco riferendosi all'osservazione di Casinelli - E allora facciamo il referendum». Così è scoppiato il caso.

«In Consiglio mi sono limitato a rilevare che l'attuale amministrazione è stata votata da quattro arpinati su dieci, raggiungendo la maggioranza relativa degli elettori che si sono recati alle urne - ribadisce Casinelli all'indomani del confronto consiliare - Ciò significa che in ragione della polarizzazione del voto, che è stata strategicamente voluta dall'attuale maggioranza, auspico che questi numeri responsabilizzino il sindaco e la sua squadra alla presenza, al controllo e al coinvolgimento della minoranza. Se poi da queste mie affermazioni è stato dedotto altro, perché evidentemente la circostanza che la maggioranza dei voti non sia stata soddisfacente ha dato fastidio, non posso farci niente. I numeri sono questi».

Sgarbi ha detto che il referendum potrebbe tenersi entro un mese. In molti, però, non credono che la consultazione si terrà. Anche tra gli esponenti della maggioranza. A cominciare dal vicesindaco Massimo Sera: «Io dico che il referendum non si farà, sarebbe incostituzionale. Il gradimento per Sgarbi è stato già espresso con i voti. Il sindaco ha risposto al consigliere Casinelli con una provocazione. Per come la vedo io, non ci sarà alcun referendum.

Le elezioni si sono concluse con la vittoria della nostra lista e Sgarbi sindaco. È il momento di lavorare per il paese lasciandoci alle spalle questa sterile polemica alimentata da chi ha perso. Con il suo discorso d'insediamento, Sgarbi ha dimostrato di essere un sindaco inclusivo nei confronti della minoranza, chiedendone il supporto per amministrare come per l'organizzazione del Certamen».
Si attende di capire se ora il neo sindaco rinuncerà all'idea del referendum oppure no.