In dieci da anni da consigliere regionale ha ricoperto i ruoli di presidente della commissione bilancio, di assessore all'ambiente, rifiuti e rapporti con il Consiglio, di capogruppo e di presidente dell'aula. Nel Partito Democratico Mauro Buschini non è uno qualunque. Eppure sulla vicenda dell'Egato a prevalere è il "gelo". Un silenzio assordante, almeno finora. Vero che non è proprio facile prendere una posizione considerando che la costituzione degli altri Enti di gestione delle autorità d'ambito dei rifiuti fu aggiornata dall'allora presidente vicario della Regione Daniele Leodori, ma in ogni caso non ci sono stati segnali. In altri tempi probabilmente sarebbero arrivati, forti e chiari. I segnali.

Fra le altre cose l'elezione a presidente dell'Egato di Frosinone ha determinato non soltanto le dimissioni di Mauro Buschini da consigliere (al suo posto subentrò per gli ultimi mesi di legislatura Barbara Di Rollo), ma anche la rinuncia alla candidatura alle regionali. Il che ha consentito ai Dem di impostare la lista su Sara Battisti, Libero Mazzaroppi e Andrea Querqui per quanto riguarda Pensare Democratico e Antonio Pompeo, Annalisa Paliotta e Alessandra Cecilia per Base Riformista. Una formula equilibrata che ha determinato un buon risultato: Sara Battisti eletta con oltre 17.000 preferenze, Antonio Pompeo oltre quota 15.000.

Fatto sta che non ci sono state prese di posizione di carattere politico. Probabilmente qualcosa si è rotto, anche e soprattutto in considerazione del fatto che la questione ha comunque un "taglio" di tipo politico.
Qualche settimana fa né Mauro Buschini né Antonio Pompeo erano stati convocati in prima battuta alla riunione della direzione provinciale del partito. Anche in questo caso tutto normale sul piano della forma: il primo non è più consigliere regionale, il secondo presidente della Provincia. Erano entrambi membri di diritto in virtù delle due cariche. In ogni caso il segretario Luca Fantini aveva recuperato la situazione, invitando entrambi e sottolineandone il ruolo.

C'è poi un piano sostanziale dal quale non si può prescindere. Il Partito Democratico si è diviso sull'elezione del presidente della Provincia: Francesco De Angelis e Sara Battisti con Luca Di Stefano, Antonio Pompeo con Luigi Germani. Alle comunali stessa situazione: posizioni differenti tra le due anime del Pd sia a Ferentino che ad Anagni. Per non parlare del dopo regionali, con l'attacco frontale di Antonio Pompeo ai vertici del partito.

All'orizzonte c'è il congresso regionale: domenica 18 giugno sono previste le primarie per l'elezione del segretario. Il grande favorito è Daniele Leodori, che molto probabilmente sarà sostenuto sia da Pensare Democratico di Francesco De Angelis che da Base Riformista di Antonio Pompeo. Alle primarie nazionali Daniele Leodori era schierato con Elly Schlein, come del resto Nicola Zingaretti. Vale la pena ricordare che in provincia di Frosinone ha vinto Stefano Bonaccini, appoggiato da De Angelis e da Pompeo.

Il leit motiv, perfino paradossale, è questo da anni: partito unito quando c'è qualunque fase congressuale, ma quasi sempre diviso quando si vota alle comunali o alle provinciali. Rimane da capire come potrà evolvere il dibattito interno in questa particolare fase, quanto mai delicata sul piano dei rapporti interni.
C'è un anno davanti per provare a ricomporre un quadro unitario, considerando che nel 2024 sono in programma due appuntamenti importanti. A cominciare dalle amministrative in 39 Comuni, tra i quali Cassino, Veroli e Isola del Liri. Senza dimenticare le europee, competizione nella quale si vota con il proporzionale. Significa che tutti i partiti si conteranno. E lo faranno in tutte le province. Ovunque.