In dodici mesi si è votato a qualunque livello: un anno fa le amministrative (anche a Frosinone), poi le politiche, quindi le regionali. Il cerchio si è chiuso con le comunali che sono terminate ieri. Nello scorso dicembre c'è stata pure l'elezione del presidente della Provincia, competizione nella quale alle urne si recano sindaci e consiglieri. Adesso però ci sarà tempo per riorganizzarsi, in vista di un doppio appuntamento da brividi (politici) in programma nel 2024. Tra un anno, quando cioè ci saranno sia le europee che (ancora) le comunali. Stavolta parliamo di 39 centri al rinnovo. Tra i quali Cassino, la seconda città della provincia. Ma anche Veroli, Isola del Liri, Paliano, Giuliano di Roma. Sfide destinate a fare la differenza. Specialmente nel campo del centrosinistra. Il Pd si giocherà moltissimo: Enzo Salera (Cassino), Simone Cretaro (Veroli), Domenico Alfieri (Paliano), Adriano Lampazzi (Giuliano di Roma) sono esponenti importanti, che hanno caratterizzato l'azione amministrativa ma pure politica.
Mentre ad Isola del Liri Massimiliano Quadrini ha dimostrato più volte di avere consenso e capacità di aggregazione. Dopo una lunga permanenza nel Pd Massimiliano Quadrini ha aderito ad Azione. Il centrodestra cercherà di espugnare le roccaforti del centrosinistra. Ma è evidente che la coalizione dovrà fare i conti con un quadro locale composto altresì di contraddizioni. Il centrodestra ha dimostrato di essere maggioritario alla Camera, al Senato, alla Regione Lazio e in diversi Comuni. Tra i quali Frosinone, dove i successi consecutivi sono stati tre. Allo stesso tempo però ci sono altre situazioni: nessun candidato sindaco a Ferentino, dove la coalizione non si è presentata e i simboli sulla scheda non ci sono stati.
Senza dimenticare le provinciali: Fratelli d'Italia e una parte di Forza Italia con Luigi Germani, Lega e un'altra parte degli "azzurri" con Riccardo Mastrangeli. Da mesi il tavolo dell'alleanza non si riunisce e tra Fratelli d'Italia e Lega l'incomunicabilità è kafkiana. Nel frattempo però ci saranno altri appuntamenti da monitorare con attenzione. Intanto in estate si vota per la presidenza della Saf. In carica c'è Lucio Migliorelli, vicinissimo a Francesco De Angelis, leader del Pd. In questo tipo di competizione votano i sindaci e più di una volta sono scattati assi trasversali. Vedremo quello che succederà. Quindi quello che ormai si può definire il fattore Provincia. Il presidente Luca Di Stefano ha annunciato nel corso dell'ultima seduta dell'aula che avrebbe assegnato le deleghe ai consiglieri dopo le comunali. A questo punto bisognerà vedere come procederà Di Stefano.
La sensazione è che possa coinvolgere tutti i dodici consiglieri. Se così dovesse essere, allora sarebbe chiaro che la campagna elettorale è ormai lontanissima. Alla Provincia ci sono esponenti del Pd, di Fratelli d'Italia, della Lega, di Forza Italia, del Polo Civico e di Provincia in Comune. Una gestione completamente allargata rappresenterebbe un segnale forte. Luca Di Stefano si sta muovendo con determinazione e cautela ed è attentissimo a mantenere gli equilibri. Soprattutto però sta facendo passare un messaggio: ascolta tutti ma decide lui. Sul piano amministrativo e politico. È un elemento da non sottovalutare, specialmente in prospettiva. Perché in Parlamento si sta lavorando per tornare all'elezione diretta del presidente e dei consiglieri. In questo caso i partiti e le coalizioni dovrebbero cambiare strategie e cercare soluzioni differenti. Luca Di Stefano vuole essere già una sorta di "centro di gravità". E si giocherebbe le proprie carte.