Si chiude il cerchio dell'anno più lungo della politica: tutto è cominciato e termina con le comunali. A giugno 2022 furono proprio le amministrative a dare inizio ad una stagione senza un attimo di tregua. Tra i vari Comuni al voto anche Frosinone, il capoluogo. Terza vittoria consecutiva del centrodestra. Poi l'apertura della crisi dell'Esecutivo Draghi e le politiche del 25 settembre: netto successo del centrodestra, pure in Ciociaria. Quindi l'insediamento del Governo presieduto da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Il resto è storia recente: elezioni regionali il 12 e 13 febbraio scorsi. Pure in questo caso affermazione del centrodestra e "cambio della guardia" dopo dieci anni di centrosinistra (giunta Zingaretti). Alla Pisana scocca l'ora di Francesco Rocca. A dire la verità si è votato altresì per la presidenza della Provincia, il 18 dicembre 2022: vittoria di Luca Di Stefano. Alle urne sindaci e consiglieri comunali, come disposto dalla legge Delrio.

I centri al voto
Sono quattordici i centri chiamati alle urne in provincia di Frosinone: Amaseno, Anagni, Aquino, Arpino, Atina, Boville Ernica, Ferentino, Filettino, Fiuggi, Pico, Pignataro Interamna, Serrone, Villa Latina e Villa Santa Lucia. Domani si vota dalle 7 alle 23, lunedì dalle 7 alle 15. A seguire lo scrutinio delle schede. L'ipotesi del ballottaggio è prevista soltanto ad Anagni e Ferentino, gli unici due Comuni con oltre 15.000 abitanti. Se nessuno dei candidati a sindaco raggiungerà il 50% più uno dei consensi al primo turno, saranno necessari i tempi supplementari due settimane dopo: il 28 e 29 maggio dunque. Dei 44 candidati a sindaco soltanto 8 sono donne: Angelica Schietroma (Ferentino), Stefania Venditti (Boville Ernica), Aurora Aprile (Atina), Ornella Carnevale (Pico), Rossana Carnevale (Pico), Antonietta Damizia (Serrone), Monica Persiani (Filettino), Antonietta Carusone (Filettino). I sindaci in corsa per il secondo mandato sono 8. E precisamente: Daniele Natalia (Anagni), Alioska Baccarini (Fiuggi), Enzo Perciballi (Boville Ernica), Giancarlo Proietto (Serrone), Adolfo Valente (Atina), Antonio Como (Amaseno), Benedetto Murro (Pignataro Interamna), Luigi Rossi (Villa Latina). Mentre invece Ornella Carnevale (Pico) ha messo nel mirino il terzo mandato consecutivo. Sono 3 i sindaci uscenti che hanno deciso di concorrere per un posto da consigliere comunale: Antonio Pompeo (Ferentino), Libero Mazzaroppi (Aquino) e Antonio Iannarelli (Villa Santa Lucia). Mentre invece 2 primi cittadini hanno optato per l'uscita di scena completa e non sono candidati al consiglio comunale: Renato Rea (Arpino) e Gianni Taurisano (Filettino).

La posta in palio
Ad Anagni e Ferentino le sfide politiche destinate a lasciare un segno comunque. Ad Anagni i candidati a sindaco sono quattro: Daniele Natalia, Alessandro Cardinali, Danilo Tuffi, Luca Santovincenzo. Quattro anche a Ferentino: Piergianni Fiorletta, Alfonso Musa, Angelica Schietroma, Lorenzo Fiorini. Sul piano strettamente politico il centrodestra si presenta unito ad Anagni. Mentre a Ferentino la coalizione non ha un proprio candidato sindaco e i simboli non ci sono. Il Pd è ancora una volta diviso nella sostanza. Nonostante il posizionamento del simbolo sia definito chiaramente in entrambi i Comuni. Luca Fantini, segretario provinciale dei Democrat, rileva: «Le elezioni amministrative sono tra le più sentite, ma è comunque importante fare appello alla necessità che tutte e tutti esprimano il proprio diritto di voto. Le donne e gli uomini del Partito Democratico della Federazione di Frosinone hanno dimostrato, nel corso delle loro esperienze amministrative e di impegno politico, di saper governare bene le nostre città, ottenendo risultati concreti in termini di servizi al cittadino, attività culturali, costruendo un rapporto capillare con i quartieri e con le esigenze del territorio. Lo spettacolo a cui stiamo assistendo, in questi primi mesi di governo Meloni e in questi primi giorni di governo di destra in Regione Lazio, dimostra chiaramente quale è il modello di amministrare della destra. Cavalcano i problemi delle persone per ottenere consenso, ma poi non sono in grado di costruire soluzioni adeguate a risolverli. Questo modello non deve avere la meglio nei nostri Comuni. Dobbiamo essere in grado di difendere una storia importante di amministrazioni di centrosinistra, il buon lavoro di questi anni e, dove siamo in minoranza, tornare alla guida delle nostre città». A questo punto però a fare la differenza saranno soltanto i risultati. Conterà vincere. Partecipare non basta.