È presidente dell'Egato da dicembre. Mauro Buschini è stato assessore, consigliere regionale, presidente dell'aula della Pisana, capogruppo del Pd. Adesso ha completamente cambiato "ambito", perché guidare un ente che si occupa della gestione dei rifiuti non è semplice. Una sfida complicata, sul piano amministrativo ma pure politico considerando che le dinamiche interne all'assemblea dei sindaci richiedono attenzione, concentrazione e capacità di mediazione.

Allora Buschini, cosa è l'Egaf e quali funzioni ha?
«Partiamo dalle norme: il testo unico ambientale prevede che il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti, come altri servizi, sia gestito in Ambiti Territoriali Ottimali. Questo fa in modo che si ottemperi innanzitutto al principio europeo della prossimità nella gestione, vale a dire che la gestione del rifiuto deve avvenire "nel luogo più prossimo alla sua produzione", per evitare appesantimento ambientale e costi spropositati. Esattamente il contrario del "turismo" dei rifiuti che generiamo nella nostra regione, a partire dai problemi della Capitale. Ad oggi, con il solo Egato di Frosinone insediato, è ancora consentita, di fatto, la possibilità di utilizzare impianti fuori ambito, vista l'acclarata carenza impiantistica. Il piano rifiuti prevede, infatti, il reciproco aiuto tra i diversi territori, nelle more del raggiungimento dell'autosufficienza. La gestione su una scala più ampia di quella comunale assicura, inoltre, anche un minore costo del servizio di raccolta. Egaf nasce quindi per migliorare la gestione del rifiuto, a partire dalla raccolta differenziata, e per abbassare i costi, anche attraverso accordi tra gli Egato. Abbiamo la necessità non solo di alzare la percentuale di differenziata, ma di migliorarne la qualità, in modo da recuperare materie, soprattutto oggi che le risorse naturali tendono a scarseggiare. Introdurremo la tariffazione puntuale, un modello nel quale "chi meglio differenzia, meno paga"».

Pronti, via e... subito critiche. Una in particolare: aver "bussato" subito ai Comuni per le quote di adesione al fondo. Se l'aspettava?
«Non abbiamo "bussato", ma istituito il fondo per il funzionamento dell'Autorità di Ambito. Se in questo primo anno di attività potrà rappresentare un incremento di spesa, già nel prossimo l'impegno economico complessivo si ridurrà drasticamente, visto che molto del lavoro amministrativo, e dei costi, che ora hanno i Comuni, verranno cumulati nella sola struttura di Egaf».

Tra le critiche, due in particolare: l'Egaf è stato costituito solo in Ciociaria e le indennità sono notevoli. Come risponde?
«L'Egato di Frosinone è stato il primo ad essere insediato, in un provvedimento amministrativo che prevedeva la costituzione degli ambiti di tutta la Regione. Dopo le polemiche di quei giorni, furono sospese le altre assemblee. Tutto qui. Ho letto ricostruzioni bizzarre, soprattutto sulla rete, ma sappiamo che il tempo ed i risultati le smentiranno. Ho scelto di dedicarmi a queste tematiche, sulle quali lavoro da sempre, perché nonostante sappia quanto tale sfida sia dura ed impegnativa, sono convinto che possa rappresentare una profonda ed utile innovazione su uno dei settori più delicati e più importanti per il nostro futuro. Sulle indennità non entro. Certo che citare il lordo di una indennità fa molto rumore…».  

Diamo un quadro completo della questione dei rifiuti in Ciociaria, con riferimento anche alle cifre?
«In provincia di Frosinone produciamo circa 178.000 tonnellate all'anno di rifiuti, di cui circa il 60% differenziati. Il punto è che abbiamo alcuni Comuni sopra il 70% ed alcuni sotto la soglia del 20%, dunque grandi possibilità di miglioramento, soprattutto in ordine alla qualità che può consentire il recupero di nuova materia. Abbiamo circa 20 gestori nei 91 Comuni con poche eccezioni di gestioni attraverso municipalizzate. Uniformare i modelli consentirà anche una particolare attenzione alle tematiche ambientali».

In diversi chiedono l'abolizione degli Egato. Cosa succederebbe sul versante dei rifiuti?
«Le norme nazionali indirizzano verso questo sistema, delegando alle regioni l'organizzazione e la pianificazione. Il piano rifiuti della Regione Lazio è costruito intorno a questa organizzazione e mette al primo posto l'autosufficienza impiantistica dei territori, oggi non ancora raggiunta. Questo obbliga, ad esempio, anche Roma che negli anni ha pesato sulle province del Lazio, soprattutto nell'utilizzo degli impianti, a dotarsene di propri. Far decadere questo modello vorrebbe dire consentire la libera circolazione dei rifiuti nella Regione. Sarebbe un passo indietro nella pianificazione, renderebbe definitiva la situazione attuale e per i nostri territori sarebbe un problema. Faccio notare, altresì, che uno dei presupposti del Pnrr è la necessità di aggregazioni tra Comuni (Ato), misura chiesta dall'Europa e sottoscritta dallo Stato Italiano. Anche gli ultimi decreti del Governo vanno proprio in questa direzione».

Ci sono stati ricorsi al Tar e la situazione non è ancora stata definita completamente. Nel frattempo come sta procedendo sul piano dell'amministrazione?
«Stiamo portando avanti l'insediamento dell'autorità, con tutte le procedure che occorrono per rendere operativo una struttura che, come descritto, dovrà fare un lavoro enorme. Di questo voglio ringraziare il consiglio direttivo, il revisore e tutti coloro che hanno accettato di affiancarci in questa sfida. Di pari passo stiamo raccogliendo i dati dai comuni sulla loro gestione, i modelli ed i regolamenti. Un lavoro propedeutico al piano di ambito che stabilirà l'organizzazione e la gestione del servizio. Elaborare oggi i dati ed avere una perfetta fotografia dell'esistente ci aiuterà a non sbagliare».

Lei si è sempre rivolto a tutti i sindaci. Ma ha o no l'impressione che alla fine le manovre politiche siano comunque prevalenti?
«I sindaci sono e saranno sempre i protagonisti della pianificazione e delle scelte sul servizio di raccolta. Con loro decideremo tutti i passaggi ed insieme faremo le scelte. Nulla sarà calato dall'alto. La politica riveste in queste scelte un ruolo fondamentale, di indirizzo e di pianificazione. Parliamo di temi ormai fondamentali per il nostro futuro, che debbono essere al centro dell'agenda politica».