Presidente della commissione regionale Sanità. Un ruolo che equivale ad un assessorato. Considerando sia che il Governatore Francesco Rocca ha mantenuto la delega, sia il fatto che è in corso un confronto tra il Governo e la Regione Lazio per capire quali soluzioni adottare. L'opzione del commissariamento non è esclusa. Alessia Savo, consigliere regionale di Fratelli d'Italia e presidente della commissione Sanità, è in prima linea in questa fase.

Allora presidente Savo, come si rilancia la sanità del Lazio? Esiste il rischio di un commissariamento oppure no, considerando anche l'allarme lanciato dal Governatore Francesco Rocca? Che situazione economico-finanziaria avete trovato?
«La sanità della Regione Lazio si rilancia se c'è l'impegno a costruire un percorso virtuoso che parta dalla conoscenza puntuale del Servizio Sanitario Regionale, analizzando i dati epidemiologici e i flussi che riguardano gli ospedali, la rete emergenziale, gli ambulatori e tutto il resto. Così da ottimizzare risorse, ridurre gli sprechi, progettare ed attuare soluzioni veramente rispondenti al bisogno di salute della nostra regione. Per quanto riguarda il rischio commissariamento, c'è. Il bilancio della sanità del Lazio versa in condizioni molto preoccupanti, ma questo non sta rallentando e non farà venir meno il nostro impegno nel migliorare la sanità nei territori».

Le opposizioni hanno puntato il dito verso la delibera della giunta che stabilisce come sulle principali questioni sanitarie occorra una determinazione "centrale". Lei cosa dice? Anche con riferimento alle assunzioni?
«Non c'è alcun blocco delle assunzioni, ma in virtù delle criticità riscontrate nel bilancio regionale è stato richiesta alle Aziende Sanitarie Locali preventiva autorizzazione per le nuove assunzioni, autorizzazioni che vengono normalmente date se non in contrasto con il bilancio della sanità».

Tra i nodi centrali ci sono soprattutto le file ai Pronto Soccorso. Quali soluzioni sono praticabili, sia nell'immediato che nel lungo periodo?
«Con la digitalizzazione e messa in rete dei posti letto disponibili nell'intera regione, verranno ottimizzate le risorse presenti creando dei percorsi chiari e definiti per eliminare il sovraffollamento dei Pronto Soccorso. In più si sta studiando il necessario potenziamento della medicina del territorio, facendo sì che si crei un sistema virtuoso e sinergico a beneficio anche dell'emergenza».

Come si abbattono i tempi per le liste di attesa? Come si fronteggia un fenomeno esteso in alcune province (tra le quali Frosinone) come la mobilità passiva?
«Un primo passo importante è l'inserimento nelle agende Recup di tutte le prestazioni diagnostiche e specialistiche sia del sistema sanitario regionale sia del sistema privato accreditato. Questo processo, già iniziato, troverà pieno compimento da gennaio 2024 e snellirà le liste di attesa. Lo studio, poi, che si sta svolgendo sui flussi di accesso nelle strutture sanitarie, sarà fondamentale per capire le criticità presenti ed intervenire per ridurre la mobilità passiva. Abbiamo le idee chiare e le strategie giuste».

Lei ha "firmato" la decisione dell'accesso ai centri prelievi senza prenotazione. Si tratta di una "rivoluzione"?
«A dire il vero si è solo trattato di avere un'interpretazione meno stringente di disposizioni già esistenti, cercando di facilitare la fruizione di prestazioni non critiche. Consapevole delle difficoltà di tantissimi utenti nell'eseguire esami fondamentali per un corretto inquadramento diagnostico, che hanno ostacolato anche tutti i miei colleghi medici nel percorso di cura».

Occorrono medici, infermieri e macchinari moderni. Si può fare con l'attuale situazione economico-finanziaria?
«Va assolutamente ottimizzato il patrimonio di professionisti presenti all'interno delle Aziende Sanitarie Locali ed efficientato quello strumentale esistente. È un imperativo categorico, su questo tema non possiamo distrarci».

Quanto può essere importante l'apporto del privato nella sanità regionale, soprattutto in un momento come questo? Ferma restando la centralità del pubblico, è evidente che la sinergia può rappresentare un elemento in grado di fare la differenza.
«Nella Regione Lazio esiste già un connubio tra sanità pubblica e privata che concorre al raggiungimento degli obiettivi di salute dei cittadini. Il problema è che nel Lazio questo sistema non è stato governato fino ad ora. È questo che va corretto, in modo tale da rendere eccellenza ed efficienza un binomio costante».

L'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone avrà il Dea di secondo livello?
«Vede, da anni lo si annuncia come imminente; da anni si susseguono dichiarazioni autoreferenziali in proposito. Io voglio parlarne certamente, ma quando sarà fatto!».