Il calendario è fitto, gli spazi stretti, la partita delicatissima. Parliamo del congresso regionale del Partito Democratico, in programma il 18 giugno. Naturalmente lo scenario si interseca inevitabilmente pure con l'analogo appuntamento che riguarda Roma, la Capitale. Poi c'è il profilo locale, non meno importante e con tanti spunti di riflessione.

Il summit della direzione
Oggi si riunisce la direzione provinciale del partito, chiamata a costituire la commissione per il congresso regionale. Nelle ultime ore la discussione ha riguardato la mancata convocazione (almeno in prima battuta attraverso la mail) di Mauro Buschini e Antonio Pompeo. Il motivo tecnico è statutario e riguarda il fatto che entrambi non sono più membri di diritto. Non ricoprendo i ruoli di consigliere regionale (il primo) e di presidente della Provincia e sindaco di Ferentino (il secondo).

Il segretario Luca Fantini cercherà di recuperare la situazione attraverso un invito telefonico, ma bisognerà vedere quali saranno poi le scelte dei diretti interessati. Se cioè parteciperanno o meno. La questione è naturalmente politica. Il fatto che non siano più membri di diritto è un dato oggettivo. Il profilo dell'opportunità investe altri aspetti. Mauro Buschini, attuale presidente dell'Egaf, è stato assessore, consigliere regionale, capogruppo e presidente dell'aula della Pisana. Antonio Pompeo per due volte è stato eletto sia presidente della Provincia che sindaco di Ferentino.

Si è trattato di una dimenticanza oppure no? Difficile rispondere a questa domanda e fra l'altro adesso è anche inutile. Se poi la mancata convocazione alla riunione della direzione provinciale del Pd rappresenta un segnale politico, lo si capirà in un secondo momento. Più di qualcuno però ha sviluppato il seguente ragionamento: in un partito dove da tanto tempo non si effettuano analisi del voto dopo sconfitte importanti (regionali, politiche, ma pure comunali in alcuni casi), non era meglio "interpretare" con il buon senso determinate regole statutarie? Senza considerare che, come peraltro sta succedendo alle amministrative di Anagni e Ferentino, spesso iscritti ed esponenti del Pd si candidano in coalizioni differenti, sostenendo diversi candidati a sindaco.

Va detto comunque che da due anni il segretario provinciale Luca Fantini è impegnato in prima persona in operazioni di ricucitura e di mantenimento degli equilibri che assomigliano sempre più spesso a delle "missioni impossibili". Senza aver ricevuto molto aiuto dalle correnti del partito.

Lo scenario regionale
Per quanto riguarda il congresso del Lazio, il favorito resta Daniele Leodori, già vicepresidente della giunta regionale e presidente dell'aula della Pisana. Dovranno effettuarsi le primarie. Un altro nome che sta circolando è quello di Mariano Angelucci, consigliere comunale di Roma. Il 26 maggio è il termine ultimo per la presentazione delle candidature alla segreteria regionale, poi dal 30 maggio all'11 giugno la parola passerà agli iscritti dei vari circoli del partito.

Il 18 giugno le primarie. Nel Lazio sia Daniele Leodori che Nicola Zingaretti hanno sostenuto Elly Schlein alle primarie nazionali. Dicevamo del congresso del Pd a Roma, non meno importante. Ha scritto ieri Il Foglio Quotidiano: «Intanto si parte da un dato: la vittoria di Elly Schlein, che a Roma ha totalizzato il 69 per cento dei consensi, ha fatto sì che i sostenitori della sua mozione entrati al Nazareno siano più di quelli che hanno sostenuto Stefano Bonaccini. Tuttavia si cerca, dicono al Nazareno, un nome che sia al tempo stesso "non divisivo" ma rappresentativo del nuovo corso ("Pare facile", dice un parlamentare dem, tra il serio e il faceto).

Fatto sta che la ricerca di sfidanti per Enzo Foschi, attuale vicesegretario del Pd Lazio, nome schleiniano favorito, si è fatta affannosa dopo mesi di dibattito anche attorno al rapporto che il futuro segretario locale dovrà avere con il sindaco Roberto Gualtieri». L'asse tra Nicola Zingaretti e Daniele Leodori è stato sempre molto forte. Si tratta di capire come si articolerà stavolta tra Roma e il Lazio. Perché bisognerà anche tenere presenti le posizioni del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dei parlamentari Claudio Mancini e Matteo Orfini.

Gli equilibri in Ciociaria
Alle primarie nazionali in provincia di Frosinone ha vinto Stefano Bonaccini, sfiorando il 60%. Elly Schlein però è arrivata oltre il 40%. Non era semplice considerando che con Bonaccini erano schierate le due principali correnti: Pensare Democratico di Francesco De Angelis e Base Riformista di Antonio Pompeo. Alle regionali la partita è diversa, ma anche in questo caso potrebbe esserci una convergenza delle componenti. Fra l'altro Daniele Leodori è un nome che unisce molto. Il congresso regionale dei Democrat sarà una tappa importante sul piano della linea politica in prospettiva. Nel Lazio c'è stata un'alleanza forte tra Pd e Movimento Cinque Stelle nella scorsa consiliatura.

Poi naufragata in sede di campagna elettorale, anche per le contrapposizioni che si erano registrate quando il sindaco di Roma Roberto Gualtieri aveva annunciato la volontà di realizzare il termovalorizzatore per affrontare il tema dei rifiuti della Capitale. La sostanza è che esiste un problema di alleanze per quanto riguarda l'ex Campo Largo. È chiaro che ci saranno degli effetti anche per quel che riguarda la provincia di Frosinone, dove di fatto i principali leader del partito nel territorio hanno effettuato scelte diverse alle comunali di Ferentino e di Anagni. In ogni caso oggi comincia l'iter congressuale con la costituzione della commissione.