Alla fine la mozione presentata da dieci consiglieri comunali sull'impianto di risalita è stata respinta dall'aula: 17 i voti contrari (della maggioranza), 5 i favorevoli e 1 astenuto. Nella sostanza si chiedeva di procedere con la riparazione dell'attuale impianto (per un costo stimato di 136.000 euro) piuttosto che andare avanti con il progetto dell'Amministrazione, quello del "raddoppio" della linea attraverso i finanziamenti del Pnrr. Per una spesa di 3,5 milioni di euro. Ma l'intero dibattito consiliare ha fatto emergere diversi spunti, anche se il tasso di conflittualità tra gli schieramenti è stato altissimo.
La votazione
La seduta ordinaria era stata convocata in seconda convocazione. I no alla mozione sono stati 17: Riccardo Mastrangeli, Massimiliano Tagliaferri, Christian Alviani, Teresa Petricca, Giovambattista Martino, Mario Grieco, Sergio Crescenzi, Alessia Turriziani, Franco Carfagna, Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella, Francesco Pallone, Sergio Verrelli, Corrado Renzi, Maurizio Scaccia, Giovanni Bortone, Mauro Vicano. I sì sono stati 5: Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi, Carlo Gagliardi e Claudio Caparrelli.
Mentre invece Vincenzo Iacovissi si è astenuto. Va aggiunto che Domenico Marzi e Andrea Turriziani avevano lasciato l'aula per protesta precedentemente. L'esito della votazione sul piano politico dice che la maggioranza non fatica ad avere i "numeri" in seconda convocazione. Per il resto la conferma che il Partito Socialista Italiano, rappresentato da Vincenzo Iacovissi, ha una posizione diversa rispetto al resto delle opposizioni guidate dal Pd, presente a ranghi compatti in fase di dibattito e di votazione (Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi).
Dibattito teso
La discussione è stata molto accesa. Soprattutto dopo che Domenico Marzi ha lasciato l'aula per protesta. L'ex sindaco stava presentando la mozione in aula. Aveva appena definito «il progetto del "raddoppio" inutile e complicato da realizzare, considerando l'aggancio al Pnrr». Aggiungendo: «Meglio riparare la struttura». Il presidente dell'aula Massimiliano Tagliaferri ad un certo punto ha ricordato a Marzi che «il tempo dell'intervento è scaduto». Domenico Marzi ha ribattuto: «Stiamo parlando di cose importanti, non di robetta».
Il botta e risposta è andato avanti per pochi secondi, con toni polemici. Marzi ha abbandonato l'aula affermando: «Togliere la parola in questo modo ad un consigliere (e avvocato) non rappresenta il massimo. Non vengo qui a perdere tempo. Credo che non mi vedrete mai più». Il giorno dopo, a freddo, Domenico Marzi dice: «Se non torno più in consiglio comunale? Ma no, è stata una battuta dettata dalla foga del momento.
Mettiamola così: mi dimetterò da consigliere soltanto quando vedrò nel centrosinistra una squadra pronta per vincere e governare. Credo che Frosinone abbia bisogno di un'Amministrazione di centrosinistra con la giusta vivacità. Mi auguro che i partiti si attivino. Per quanto riguarda l'ascensore inclinato, al di là della mozione respinta, credo che alla fine la giunta Mastrangeli non potrà che prendere atto che la riparazione dell'attuale impianto resta la strada migliore. L'unica percorribile se il finanziamento legato al Pnrr non arriva».
Per la cronaca, se Domenico Marzi dovesse dimettersi dal ruolo di consigliere comunale, in aula subentrerebbe Stefano Pizzutelli, leader di Frosinone in Comune, da poco approdato al Partito Democratico. Si discuterà a lungo su come poteva andare. Se cioè era preferibile consentire a Marzi di continuare l'intervento anche oltre il tempo fissato. Fatto sta che Massimiliano Tagliaferri il tempo lo ha fatto rispettare a tutti poi, levando la parola anche al sindaco Riccardo Mastrangeli. Non solo.
Massimiliano Tagliaferri è stato protagonista di confronti accesi anche con altri esponenti delle opposizioni: Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi, Andrea Turriziani. Il presidente dell'aula ha pure aggiunto: «Visto che in tanti danno giudizi e lezioni, vorrei sottolineare che gli stessi partecipano poco all'attività del Comune. Penso alle sedute della conferenza dei capigruppo e dell'ufficio di presidenza».
Da quel momento in poi il confronto è stato assai nervoso. Alla fine Massimiliano Tagliaferri ha dichiarato che la seduta era chiusa. Però non si era proceduto a votare la mozione. E quindi inevitabilmente è stato necessario riaprire la seduta. Al termine dei lavori, sui social Andrea Turriziani ha "postato" il seguente messaggio: «Voglio mandare un forte abbraccio di solidarietà ai consiglieri di maggioranza, esautorati da ogni ruolo dagli assessori che addirittura prendono la parola, non avendone alcun diritto, al loro posto».
Nel corso della seduta sono intervenuti il vicesindaco e assessore alla mobilità Antonio Scaccia, ma anche gli assessori Fabio Tagliaferri e Rossella Testa. Dai banchi delle opposizioni Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi, Andrea Turriziani e Claudio Caparrelli hanno alimentato il dibattito in maniera forte. La domanda che in tanti si sono fatti al termine della seduta è la seguente: il clima da contrapposizione esasperata ha rappresentato una dinamica consiliare o in qualche modo è stato pianificato a tavolino?
Qualunque sia la risposta, non è una questione di numeri. Nel senso che la maggioranza di centrodestra ha dimostrato una volta di più di non avere problemi. La sensazione è che la campagna elettorale dello scorso anno ha lasciato degli strascichi. È evidente che ci sono due visioni diverse di città. Per molti versi inconciliabili. Non c'è mai la sensazione che in aula possa essere trovata una sintesi. Un punto di caduta condiviso insomma.