Anni fa si è parlato a lungo del partito dei sindaci, anche come possibile alternativa a livello nazionale. Poi i partiti, grazie pure ai cambi dei sistemi elettorali, si sono ripresi la scena. Oggi però i primi cittadini sono tornati ad essere protagonisti e "centrali". Basta dare uno sguardo alla provincia di Frosinone per rendersi conto di come sia strategico il ruolo. Luca Di Stefano ha vinto a Sora con uno schema di coalizione civica nella quale è confluito (senza simbolo) anche il Partito Democratico. Poi, quando si è trattato di concorrere per la presidenza della provincia, una corrente del Pd (Pensare Democratico di Francesco De Angelis) ha optato per il sostegno allo stesso Di Stefano, che nel frattempo aveva caratterizzato ulteriormente il suo profilo civico. A Cassino Enzo Salera è alla guida di un'alleanza che ha costruito lui stesso. Da mesi all'interno dei Democrat Salera è sulle barricate e in contrasto netto nei confronti della componente di Francesco De Angelis, Sara Battisti e Mauro Buschini.

Inoltre, in occasione delle elezioni politiche non ha avuto problemi ad avanzare sue proposte di candidatura, diverse da quelle indicate dalla federazione provinciale di Luca Fantini. A Frosinone Nicola Ottaviani prima (per due mandati) e Riccardo Mastrangeli poi hanno costruito un modello di centrodestra che resiste perfino alle diatribe dei partiti. Mastrangeli si è autodefinito un «civico in quota Lega». A dimostrazione di quanto sia importante una simile puntualizzazione. A Ceccano Roberto Caligiore è al suo secondo mandato e rappresenta un paradigma di Amministrazione di centrodestra caratterizzato da Fratelli d'Italia. Tutto questo per sottolineare come i sindaci nei rispettivi territori riescono a dare anche un'impronta politica oltre che amministrativa.

La prevalenza delle liste civiche trasversali
In questa tornata amministrativa i Comuni ciociari interessati sono quattordici. Due hanno più di quindicimila abitanti: Anagni e Ferentino. La novità rispetto al passato è rappresentata da esperimenti che ricordano campi larghi trasversali. Piergianni Fiorletta è stato già sindaco di Ferentino, alla guida di coalizioni di centrosinistra. Sotto molti punti di vista è stato il mentore politico di Francesco Scalia e Antonio Pompeo. Oggi è alla testa di un'alleanza molto vasta, che va da Pensare Democratico di Francesco De Angelis ad esponenti di primo piano della Lega, come Luca Zaccari e Maurizio Berretta. Alessandro Cardinali politicamente è nato e cresciuto in un contesto riconoscibile di centrodestra. Ma adesso ad Anagni si candida a sindaco come leader di una coalizione ampia e trasversale nella quale c'è Pensare Democratico di Francesco De Angelis. Solitamente è nei Comuni più piccoli che si costruiscono alleanze larghe e al di fuori dei confini dei partiti. Il trend però è cambiato e il motivo va ricercato nella difficoltà che i partiti e le coalizioni hanno a presentarsi uniti. Un fenomeno che in Ciociaria è più evidente che altrove. Ad Anagni e Ferentino il simbolo del Pd è a sostegno di Luca Santovincenzo e Alfonso Musa. Ma in entrambi i Comuni la componente maggioritaria, Pensare Democratico di Francesco De Angelis, sta da un'altra parte. Con Alessandro Cardinali ad Anagni e con Piergianni Fiorletta a Ferentino. Meravigliarsi però sarebbe da ipocriti, visto che da anni nel Partito Democratico si va avanti in questo modo. Perfino dove si vince (pensiamo a Cassino) la spaccatura tra le diverse correnti è evidente. Ad Anagni i simboli del centrodestra sono tutti con Daniele Natalia. Ma non è un segreto che alcuni esponenti della coalizione sosterranno candidati a sindaco diversi. Rispetto ad un centrosinistra in crisi di alleanze e ad un Partito Democratico perennemente diviso in due, il centrodestra riesce a presentarsi più spesso unito. Almeno formalmente. Il problema sorge negli enti intermedi perchè in quel contesto emergono le spaccature profonde tra le leadership dei partiti. Non è un mistero, per esempio, che Massimo Ruspandini (Fratelli d'Italia) e Nicola Ottaviani (Lega) non si confrontano da mesi attorno allo stesso tavolo. Si tratta di una situazione che ormai viene data per scontata nella coalizione. Accettata insomma. Anche perché il centrodestra negli ultimi anni ha vinto comunque in diversi Comuni. Semmai si dovrebbe riflettere sul perché il centrodestra non si è presentato unito e con un proprio candidato sindaco in una città grande e strategica come Ferentino. Dopo che ha stravinto, pure in Ciociaria, sia alle politiche che alle regionali. Si tratta di un tema diverso da quelli affrontati prima.

L'amministrazione dei territori come priorità
In ogni caso a fare la differenza è sempre la fase di governo, la soluzione dei piccoli-grandi problemi di un singolo territorio. Il sindaco è la figura politica che i cittadini individuano con maggiore facilità. Perché eletto direttamente, perché schierato in trincea. In questa fase si sta parlando molto del fatto che negli ultimi anni i Comuni sono stati costretti a fare i conti con tagli di risorse e con meno personale a disposizione. E questo determina non pochi problemi nella fase della "messa a terra" dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E allora bisognerebbe mettersi d'accordo. Perché se i sindaci e i Comuni vengono considerati un valore aggiunto nella fase amministrativa, allora è fondamentale metterli nelle condizioni di poter operare al meglio. Sia alle politiche che alle regionali i sistemi elettorali quasi "costringono" all'unità delle coalizioni. Mentre invece nei territori la musica cambia. Ed è per questo che i primi cittadini si sono adeguati e dettano le regole ai partiti. Le alleanze trasversali sono una diretta conseguenza.