"Les jeux sont faits, rien ne va plus". Non è azzardato paragonare la sfida elettorale anagnina con la roulette dei casinò. Suona a mezzogiorno di oggi il gong finale per la presentazione delle liste, l'inizio ufficiale di una campagna elettorale che vede ai nastri di partenza quattro coalizioni a sostegno di altrettanti candidati alla carica di sindaco. Un numero contenuto se paragonato all'esercito di pretendenti schierati nelle scorse competizioni, sintomo forse del distacco tra i cittadini e la politica cresciuto in questi anni. La cosiddetta società civile sembra poco presente, forse annoiata, probabilmente delusa; mancano i partiti e le liste civiche rispondono a logiche diverse.
Comunque sia, ormai ci siamo. I primi a garantire la partecipazione alla contesa sono stati Daniele Natalia ("Anagni in movimento)" e Alessandro Cardinali "SiAmo Anagni"), seguiti da Luca Santovincenzo ("LiberAnagni"). La cordata "Anagni Futura" che fa riferimento a Franco Fiorito ha sciolto la riserva decidendo di candidare Danilo Tuffi, consigliere di maggioranza con Natalia entrato in rotta di collisione con il sindaco dopo le elezioni provinciali.
A parte la figura di Luca Santovincenzo, che dopo essere stato il portavoce del quartiere Cellere ha catalizzato su di sé forze politiche e movimenti (M5s, associazioni civiche e ambientaliste), gli altri tre candidati provengono da esperienze condivise nel trascorso ventennio. Daniele Natalia ebbe un ruolo importante subito dopo la vittoria di Franco Fiorito, nel maggio del 2001. Una vittoria favorita dallo zoccolo duro dei comunisti che, per evitare che il Pri con Alberto Cocchi si insediasse a Palazzo d'Iseo, non esitarono a votare l'avversario, anzi il nemico per antonomasia.
La vicinanza di Fiorito e poi Noto con il potere regionale favorì finanziamenti a iosa, con iniziative di spessore e di ampia popolarità. Intanto cresceva anche la figura di Alessandro Cardinali, anche lui sulle orme dell'infant prodige della politica (Fiorito venne eletto sindaco prima che compisse 30 anni). La sinistra, con il Pd, non riuscì a spodestare la destra dalla "Sala gialla". Poi, però, nel 2014, la vittoria di Fausto Bassetta. Il colonnello prestato alla politica venne in seguito abbattuto dal fuoco amico, con le dimissioni dei consiglieri del Pd e altri. Nel 2018 Natalia arrivò al ballottaggio con Tasca, ambedue alla testa di formazioni di centrodestra. Una navigazione tranquilla, quella di Natalia, praticamente senza opposizione. E oggi ci riprova.