Ieri pomeriggio il presidente della Provincia di Frosinone Luca Di Stefano ha incontrato a Roma il Governatore del Lazio Francesco Rocca. Un faccia a faccia dal profilo istituzionale ma anche operativo, probabilmente per fare il punto della situazione su una serie di argomenti. E Luca Di Stefano avrà posto sicuramente a Rocca il tema della richiesta di commissariamento della Sto, la Segreteria tecnico operativa dell'Egato 5, che si occupa della gestione delle risorse idriche. Nei giorni scorsi Di Stefano aveva scritto proprio a Rocca su questo argomento. In una breve nota sui social network Francesco Rocca ha rilevato: «Prosegue il dialogo con gli amministratori locali. Il confronto con il territorio è fondamentale e sarà una costante dell'Amministrazione regionale. Oggi ho incontrato il presidente della Provincia di Frosinone Luca Di Stefano, insieme abbiamo discusso su come rilanciare le tante potenzialità della Ciociaria».
Per quanto riguarda invece il tema delle deleghe ai consiglieri provinciali, la questione è "congelata" dopo la votazione all'Upi Lazio. A questo punto è probabile che se ne riparlerà dopo le elezioni comunali del 14 e 15 maggio. La sensazione è che Luca Di Stefano voglia riflettere sull'opportunità di riaprire il discorso anche nei confronti di chi non ha votato per lui relativamente alla vicepresidenza dell'Upi Lazio. Magari ragionando sulle deleghe da affidare. A questo punto vale la pena ricapitolare la situazione. Il punto di partenza è rappresentato dai cinque consiglieri che si sono espressi per Di Stefano nella votazione a Palazzo Valentini. E cioè Enrico Pittiglio e Alessandro Mosticone (Partito Democratico), Gianluca Quadrini (Forza Italia), Valentina Cambone (Polo Civico) e Luigi Vacana (Provincia in Comune).
Il primo nodo da sciogliere sarà quello relativo al gruppo del Pd. Del quale fanno parte pure Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi. La spaccatura è nota, ma nelle scorse settimane c'era stato un passaggio in federazione provinciale, alla presenza del segretario Luca Fantini. In quella occasione era stato dato mandato al capogruppo Enrico Pittiglio di rappresentare una posizione unitaria. Vuol dire affidare deleghe a tutti e quattro i consiglieri. Bisognerà capire innanzitutto se i Dem intendono ripartire da qui. Poi c'è il punto riguardante il possibile accordo programmatico con la Lega. Subito dopo le elezioni provinciali c'era stato un incontro tra Luca Di Stefano e Riccardo Mastrangeli (che aveva concorso per la presidenza).
A quel summit c'era pure il leader del Pd Francesco De Angelis, mentre Nicola Ottaviani (deputato e coordinatore provinciale del Carroccio) era in collegamento telefonico. Da allora però sono passati quasi quattro mesi. Fino a dieci giorni fa però sembrava che l'intesa fosse stata raggiunta: delega all'edilizia scolastica per Andrea Amata, allo sport per Giuseppe Alessandro Pizzuti. Poi c'è stata la votazione all'Upi Lazio, nel corso della quale sia la Lega che Fratelli d'Italia hanno seguito precise indicazioni di partito di carattere regionale. Quindi ci sono i due consiglieri di Fratelli d'Italia: Riccardo Ambrosetti e Stefania Furtivo.
Qui però il tema è politico. Perché Paolo Trancassini (deputato e coordinatore regionale di Fratelli d'Italia) ha detto chiaramente che il concetto di coalizione nel centrodestra deve valere sempre. Con evidente riferimento a quanto successo all'Upi Lazio. Sulla stessa lunghezza d'onda Claudio Durigon, sottosegretario, senatore e coordinatore regionale della Lega. Da settimane circolano voci su possibili contatti tra Luca Di Stefano e Fratelli d'Italia. Ma non ci sono conferme.
Probabilmente la questione è un'altra e cioè l'interlocuzione necessaria con la Regione Lazio sul piano amministrativo. Per il resto bisognerà vedere quello che succederà pure sul piano legislativo, con riferimento all'ipotesi di un ritorno all'elezione diretta del presidente della Provincia e dei consiglieri. Un tema sul quale il centrodestra nazionale sembra intenzionato ad accelerare in Parlamento. Trovando magari una convergenza anche con il Partito Democratico.