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L'analisi

Resa dei conti del centrodestra

Il voto all'assemblea dell'Upi Lazio lascia il segno: Fratelli d'Italia e Lega all'attacco degli “azzurri”. Claudio Durigon: «La coalizione non è un bus»

Resa dei conti del centrodestra

Luca Di Stefano, Francesco De Angelis ed Enzo Di Stefano

Pesantissima. E destinata ad avere effetti. Più passano i giorni, più la votazione all'assemblea dell'Upi Lazio è al centro del dibattito politico regionale. La frattura nel centrodestra è evidente e lo si capisce dal tono e dalle parole usate dal deputato Paolo Trancassini e dal sottosegretario di Stato e senatore Claudio Durigon, coordinatori regionali rispettivamente di Fratelli d'Italia e della Lega. Alla presidenza dell'Upi Lazio è stato eletto Alessandro Romoli (Viterbo), esponente di Forza Italia. Per lui hanno votato anche gli esponenti del Partito Democratico. Mentre Fratelli d'Italia e Carroccio avevano deciso di appoggiare la leghista Roberta Cuneo (Rieti). L'operazione politica ha portato anche all'elezione a vicepresidente dell'Upi Lazio di Luca Di Stefano (Frosinone), che ha un profilo civico ed è stato sostenuto sia dai Democrat e dagli "azzurri".

A nervi scoperti
Claudio Durigon, responsabile regionale della Lega, va dritto al punto e rileva: «Il perimetro del centrodestra è chiaro ed è quello che ha stravinto sia alle politiche sia alle regionali: dal Lazio alla Lombardia fino al Friuli Venezia Giulia. In linea con il buon governo e nel rispetto dell'unità della coalizione, non comprendiamo le alleanze trasversali in occasione dell'elezione dei rappresentanti dell'Unione Province del Lazio a discapito del presidente della Provincia di Rieti Roberta Cuneo, sostenuta purtroppo solo dalla Lega e da Fratelli d'Italia, forzando persino il regolamento durante le operazioni di voto». Aggiunge Durigon: «Il centrodestra non è un bus, dal quale si sale e si scende a proprio piacimento.

Vista la volontà del centrodestra di reintrodurre l'elezione diretta per le Province e di ridare centralità agli enti svuotati dal centrosinistra, l'elezione di Alessandro Romoli all'Upi Lazio mina un'alleanza vincente. Come è possibile preferire il Pd e le forze alternative risultate sconfitte alle ultime elezioni? L'unità del centrodestra deve essere un valore imprescindibile anche sul territorio». Fin troppo evidente che Durigon si riferisce alle scelte di Forza Italia e quindi del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone. Sulla medesima lunghezza d'onda Paolo Trancassini, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia. Argomenta: «L'elezione di Alessandro Romoli come nuovo presidente dell'Unione delle Province Italiane del Lazio è un'anomalia rispetto agli equilibri della nostra coalizione.

L'unità del centrodestra è un valore che, come tutti i valori e gli ideali, si certifica più nelle difficoltà e nelle sconfitte che non nelle vittorie. È troppo facile sedersi ad un tavolo insieme quando si vince mentre è più difficile davanti alle sconfitte. Questa elezione lascia dei postumi che aumentano le distanze sui territori: più è grande lo strappo e più sarà difficile ricucirlo. Per questo ritengo che il clima di festa che si respira in questi giorni non sia una bella pagina della nostra storia, soprattutto se si ha la capacità di guardare avanti senza lasciarsi cadere in tentazione nel quotidiano». A questo punto è evidente che si andrà ad una resa dei conti interna al centrodestra regionale, con Fratelli d'Italia e Lega intenzionate a chiedere conto a FI delle scelte operate in sede di assemblea dell'Upi Lazio.

Vista da Frosinone
Il presidente della Provincia Luca Di Stefano ha immediatamente analizzato il dato politico della votazione. Di fatto la fase dell'assegnazione delle deleghe ai consiglieri è stata congelata (sine die). «In politica contano gli atti, i comportamenti e i voti». Questa la frase che circolava ieri tra i fedelissimi di Luca Di Stefano. Dal canto suo il presidente della Provincia non ha alcuna fretta di assegnare le deleghe ai consiglieri. Da registrare un post sui social di Alessandra Sardellitti, assessore comunale di Frosinone ed ex consigliere provinciale.

Ha scritto: «Non so cosa ci sia dietro, quali equilibri o disequilibri, ma sommessamente ricordo l'importanza delle competenze dell'ente Provincia e la scadenza a dicembre 2023 del mandato degli attuali consiglieri provinciali. Siamo ad aprile e, dunque, precisamente le deleghe quando si pensa di affidarle?». Sono passati quattro mesi dall'elezione di Luca Di Stefano alla presidenza. Ne mancano otto al rinnovo dei consiglieri.

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