Deleghe ai consiglieri, salta tutto. Dopo la votazione sull'Upi Lazio il presidente Luca Di Stefano ha deciso di congelare la situazione. In attesa di vedere quali saranno le successive dinamiche. Perché nei fatti Fratelli d'Italia e Lega non hanno votato per lui come vicepresidente dell'Unione delle Province Italiane. Poi ci sono state le spaccature all'interno del Pd.
L'antefatto
Mercoledì pomeriggio, al termine di una maratona nell'aula di Palazzo Valentini a Roma, Luca Di Stefano è stato eletto vicepresidente dell'Upi. Nell'ambito di un'operazione politica che ha visto l'indicazione di Alessandro Romoli presidente. Romoli è di Forza Italia e guida la Provincia di Viterbo. Il centrodestra si è spaccato, con Fratelli d'Italia e Lega che hanno sostenuto Roberta Cuneo (Carroccio), presidente della Provincia di Rieti. Luca Di Stefano non ha scoperto le carte fino all'ultimo e in pochissimi sapevano dell'intenzione di voler portare a termine il "blitz". Riuscito grazie alla regia politica di Gianluca Quadrini (Forza Italia) e all'asse di ferro scattato ancora una volta tra lo stesso Quadrini, i due consiglieri del Pd Enrico Pittiglio e Alessandro Mosticone (entrambi dell'area di De Angelis), Valentina Cambone, vicepresidente della Provincia di Frosinone ed esponente del Polo Civico. Più Luigi Vacana (Provincia in Comune), decisivo. Sono questi cinque i fedelissimi di Luca Di Stefano. Dicevamo della posizione politica tenuta da Fratelli d'Italia e Lega. Peraltro ieri i consiglieri provinciali Andrea Amata, Giuseppe Pizzuti (Lega), Riccardo Ambrosetti e Stefania Furtivo (Fratelli d'Italia) hanno firmato un comunicato stampa unitario. Alessandro Cardinali (Gruppo Misto) aveva affidato le proprie deleghe ad un consigliere di Fratelli d'Italia di Latina. Quindi il pandemonio all'interno del gruppo del Pd. Pittiglio e Mosticone hanno fatto asse con Quadrini. Gaetano Ranaldi (fedelissimo del sindaco di Cassino Enzo Salera) ha deciso di non partecipare all'assemblea dell'Upi Lazio. Mentre Antonella Di Pucchio (che fa parte dell'area di Antonio Pompeo) aveva delegato Riccardo Ambrosetti, di Fratelli d'Italia. Quest'ultimo non ha partecipato alla votazione. Nel successivo dibattito (di fuoco) nel partito, Antonella Di Pucchio ha detto che aveva dato indicazione ad Ambrosetti di votare per Luca Di Stefano come vicepresidente. A questo punto però la conseguenza è stata quella dello "stop" all'assegnazione delle deleghe. Non solo: a questo punto l'operazione potrebbe essere comunque parametrata sui cinque che hanno votato per Luca Di Stefano all'Upi Lazio. Il resto si vedrà.
Le posizioni
D'altronde le dichiarazioni sono indicative sotto questo punto di vista. Il presidente della Provincia Luca Di Stefano ha detto: «Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla mia elezione a vicepresidente dell'Upi». È più di un endorsement ai cinque consiglieri che hanno votato per lui. Poi aggiunge Di Stefano: «Sono consapevole delle sfide che ci aspettano, ma sono anche convinto che in sinergia possiamo superarle e raggiungere grandi risultati per tutte le province e per la Provincia di Frosinone». Le congratulazioni a Di Stefano sono arrivate subito dal consigliere regionale Sara Battisti, esponente di spicco di Pensare Democratico di Francesco De Angelis. Un segnale politico forte. Poi la presa di posizione del capogruppo provinciale Dem Enrico Pittiglio. Il quale ha affermato: «Molto bene l'asse del Basso Lazio, che è stato determinante per questo risultato. Un segnale importante, anche in virtù dei numerosi punti di convergenza emersi sulle strategie da mettere in campo per lo sviluppo e la crescita dei nostri territori». Non c'è bisogno di particolari interpretazioni politiche.
Il ruolo di Quadrini
Il capogruppo di Forza Italia Gianluca Quadrini ha organizzato la regia politica dell'operazione, confermando nella sostanza l'asse di ferro con il presidente Luca Di Stefano. È stato sempre Quadrini a proporre la modifica dello statuto che consente di poter delegare anche altri consiglieri alle sedute dell'Upi Lazio. Ha spiegato Gianluca Quadrini a caldo: «Un'assemblea importante e fondamentale per l'approvazione del regolamento e delle modifiche statutarie, oltre che naturalmente per la nomina del presidente e vicepresidente ai quali porgo le mie più sentite congratulazioni».
Cosa succede adesso
Il centrodestra, che governa la Regione Lazio, si è clamorosamente diviso sull'elezione del presidente dell'Upi Lazio. Il primo dato politico è questo. Con i coordinatori regionali Paolo Trancassini (Fratelli d'Italia) e Claudio Durigon (Lega) che hanno provato a far convergere i voti della coalizione su Roberta Cuneo. Mentre Forza Italia ha giocato una partita diversa, anche di sponda con il Partito Democratico. Un ennesimo messaggio, neppure troppo in codice, del senatore e coordinatore Claudio Fazzone? Per quanto riguarda invece i confini politici della Provincia di Frosinone, Luca Di Stefano sembra aver tratto molte conseguenze da quello che è successo. Complicato a questo punto pensare ad un'ipotesi di maggioranza allargata anche a Lega e Fratelli d'Italia. Per il resto è evidente come gli schemi siano completamente saltati. Perché alle provinciali si sono registrate spaccature sia nel centrodestra che nel Pd, mentre in sede di assemblea dell'Upi Lazio su alcuni versanti ci sono state delle "ricuciture", su altri ulteriori fossati. In una situazione così frammentata viene alla mente la strategia del "divide et impera". Ride solo Luca Di Stefano.