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L'analisi

Cinquanta sfumature di Provincia. E di maggioranza

Schemi variabili per l'attribuzione delle deleghe ai consiglieri. Grandi manovre in corso per la vicepresidenza dell'Upi Lazio

Cinquanta sfumature di Provincia. E di maggioranza

La sede dell'Amministrazione Provinciale di Frosinone

Ormai è fin troppo evidente la strategia di Luca Di Stefano: ascoltare tutti, ma decidere in autonomia. È per questo che il presidente della Provincia, a tre mesi e mezzo dall'elezione, "si affretta con calma" nell'assegnazione delle deleghe ai consiglieri. Ma intanto oggi l'esito della votazione per il presidente dell'Upi Lazio rappresenterà un "termometro" per la coalizione più che per Di Stefano.

L'assemblea dell'Upi
È fissata per oggi l'assemblea generale dell'Unione Province Italiane: alle ore 10 la prima convocazione, alle 11 la seconda. L'appuntamento è a Roma, a Palazzo Valentini. Il primo punto all'ordine del giorno riguarda le comunicazioni di Antonio Pompeo, presidente uscente dell'Upi Lazio. Si tratta di eleggere il nuovo numero uno dell'importante organismo. E poi anche il vicepresidente. Si tratta di una votazione per addetti ai lavori: presidenti e consiglieri. Il favorito è Alessandro Romoli (Viterbo), esponente di Forza Italia. Tra i nodi da sciogliere, quello della vicepresidenza. Fra i nomi che circolano c'è quello di Gerardo Stefanelli (Latina). La domanda è: la partita (della vicepresidenza) potrebbe aprirsi per Luca Di Stefano? Gianluca Quadrini (Forza Italia) ci crede e da giorni sta lavorando sotto traccia. I consiglieri del Partito Democratico (Enrico Pittiglio, Alessandro Mosticone, Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi) proveranno a tenere una linea unitaria in sede di voto. Ma il punto è anche un altro: Luca Di Stefano a cosa punta realmente? Perché oltre alla vicepresidenza dell'Upi Lazio potrebbe aprirsi uno spazio importante nel consiglio direttivo dell'Unione delle Province Italiane a livello nazionale. E probabilmente è questo il vero obiettivo del sindaco di Sora. All'interno della maggioranza che lo sostiene all'ente di piazza Gramsci non mancano frizioni e malumori. In particolare tra Gianluca Quadrini (Forza Italia) ed Enrico Pittiglio (Pd). Qualche giorno fa, nel corso di un evento tenutosi presso la sede frusinate della Camera di Commercio del Basso Lazio, a rappresentare la Provincia era stato delegato Enrico Pittiglio. In platea però c'era anche Gianluca Quadrini. E tra i due successivamente c'è stato un chiarimento che però è rimasto a metà.

Il rebus da sciogliere
Mettiamola così. Dall'elezione a presidente sono trascorsi tre mesi e mezzo. A dicembre si vota per il rinnovo dei 12 consiglieri. Significa che per la gestione delle deleghe ci sono otto mesi. Non tantissimo per la verità. Il presidente Luca Di Stefano in questa fase si sta confrontando con tutti. Sicuramente la piattaforma di partenza è parametrata su 8 esponenti. Ma la sensazione è che il presidente voglia "chiudere" a 10, per poi arrivare a 12 dopo la tornata delle comunali del 14 e 15 maggio. Bisognerà vedere come si muoverà il Partito Democratico. E in particolare Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi, che alle provinciali hanno sostenuto Luigi Germani. La prima è una fedelissima di Antonio Pompeo, il secondo ha un asse di ferro con il sindaco di Cassino Enzo Salera. Se nei Dem prevarrà la linea unitaria, allora anche a loro verranno attribuite delle deleghe e ci sarà uno schema a 10. Altrimenti si partirà con una squadra di 8 esponenti.

Le ipotesi
Partiamo dal Partito Democratico. Per Enrico Pittiglio ci sarebbero le deleghe alla viabilità e ai lavori pubblici. Mentre per Alessandro Mosticone la pianificazione territoriale e i servizi di trasporto. Se anche gli altri due esponenti accetteranno di essere della partita, allora ad Antonella Di Pucchio verrebbero assegnate le competenze alla pubblica istruzione, mentre a Gaetano Ranaldi gli affari generali. C'è quindi Valentina Cambone (Polo Civico), già vicepresidente: quasi sicuramente si occuperà dell'ambiente. Gianluca Quadrini (Forza Italia), che coordina i lavori dell'aula consiliare, gestirà le relazioni con altri enti e confida di mantenere la competenza sulle società partecipate. Poi c'è la Lega: edilizia scolastica per Andrea Amata e sport per Giuseppe Alessandro Pizzuti. Quindi Luigi Vacana (Provincia in Comune): continuerà ad occuparsi di politiche culturali. Infine Stefania Furtivo (Fratelli d'Italia): per lei deleghe alle pari opportunità. Resterebbero fuori Alessandro Cardinali (Gruppo Misto) e Riccardo Ambrosetti (Fratelli d'Italia), entrambi impegnati alle elezioni comunali di Anagni. Il primo come candidato sindaco. Se ne parlerà dopo i risultati delle amministrative, considerando che il ruolo di consigliere provinciale deriva da quello comunale.

L'orizzonte politico
Rispetto al 18 dicembre 2022 la situazione è cambiata. A sostenere Luca Di Stefano nella corsa alla presidenza della Provincia sono stati l'area del Pd di Francesco De Angelis, Gianluca Quadrini e il Polo Civico. Ma a questo punto il presidente appare intenzionato ad ampliare i confini. Se alla fine riuscisse a coinvolgere tutti i consiglieri provinciali nella gestione delle deleghe, allora realizzerebbe una sorta di "laboratorio": Pd, Polo Civico, Provincia in Comune, Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia. Ma il punto è che una situazione del genere sarebbe comunque destinata a non andare oltre i confini dell'Amministrazione Provinciale. Per una ragione semplice: le divisioni all'interno del centrodestra e del Partito Democratico. Come dimostrano le dinamiche di questi giorni in occasione delle elezioni comunali del 14 e 15 maggio. Quanto sta succedendo sia ad Anagni che a Ferentino è indicativo delle profonde spaccature. Un altro fronte da monitorare con attenzione riguarda il possibile ritorno all'elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali. In quel caso cambierebbe completamente la prospettiva.

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