Domani a Roma, presso Palazzo Valentini, si vota per l'elezione del presidente dell'Unione delle Province Italiane del Lazio. L'assemblea è stata fissata in prima e seconda convocazione, ad un'ora di distanza (alle 10 e alle 11). Si tratta di indicare il successore di Antonio Pompeo. A votare saranno i presidenti e i consiglieri delle cinque Province del Lazio. Un appuntamento importante, soprattutto per capire le geografie politiche all'interno di questi enti. Un "termometro" pure per la Provincia di Frosinone, considerando la particolare fase.

Luca Di Stefano è stato eletto presidente con il sostegno di una parte del Pd (Pensare Democratico di Francesco De Angelis), del Polo Civico e di Gianluca Quadrini, che a dicembre scorso faceva parte del Gruppo Misto e non di Forza Italia. A tre mesi e mezzo di distanza le deleghe ai consiglieri non sono state assegnate e questo è sicuramente indicativo. Da oltre un mese ogni settimana viene indicata come quella giusta per procedere, ma poi i termini slittano sistematicamente. Con ogni probabilità per la presidenza dell'Upi scatteranno delle dinamiche di partito. E questo potrebbe essere assai significativo: siccome a votare sono i consiglieri provinciali, vedremo se gli accordi siglati nel territorio potranno reggere oppure no. Inoltre, dalla mappa delle alleanze sarà altresì evidente quali potrebbero essere le strategie dello stesso Luca Di Stefano.

Nessun passo avanti
Le deleghe ai consiglieri dovevano essere assegnate all'inizio dell'anno. Poi si è detto che era preferibile aspettare l'esito delle regionali, quindi la formazione della giunta. La parola d'ordine nei corridoi dell'ente di piazza Gramsci è che non ci sono problemi e che una bozza di squadra esiste. In realtà però la partita resta aperta. Luca Di Stefano ha incontrato diversi consiglieri. Ma non tutti. Sembrava che nei giorni scorsi la situazione potesse sbloccarsi definitivamente, specialmente dopo che il capogruppo del Pd Enrico Pittiglio aveva "rinunciato" alla delega all'edilizia scolastica per venire incontro alle esigenze delle Lega. Ma invece l'accelerazione non c'è stata.

Dall'assegnazione delle deleghe resteranno fuori i due consiglieri impegnati alle comunali di Anagni. Vale a dire Alessandro Cardinali del Gruppo Misto (concorrerà come sindaco) e Riccardo Ambrosetti di Fratelli d'Italia. Il ruolo di consigliere provinciale "deriva" da quello comunale. Se ne parlerà dopo, a urne chiuse. La domanda è: l'asse di ferro che ha portato all'elezione alla presidenza di Luca Di Stefano rappresenta ancora il punto di partenza? Parliamo di quattro esponenti. Per Enrico Pittiglio (Pd) si è parlato molto delle deleghe alla viabilità e ai lavori pubblici. Mentre per Alessandro Mosticone (Pd) la pianificazione territoriale e i servizi di trasporto. Valentina Cambone (Polo Civico), già vicepresidente, dovrebbe occuparsi della delega all'ambiente. Gianluca Quadrini (Forza Italia), che coordina i lavori dell'aula consiliare, dovrebbe occuparsi dei rapporti con gli altri enti.

La situazione nei Democrat
Oltre a Pittiglio e Mosticone il Partito Democratico ha altri due consiglieri provinciali: Antonella Di Pucchio (che fa parte dell'area di Antonio Pompeo) e Gaetano Ranaldi (vicinissimo al sindaco di Cassino Enzo Salera). Non sarà indifferente capire se faranno parte o meno della maggioranza. Di Pucchio e Ranaldi alle provinciali hanno sostenuto la candidatura alla presidenza di Luigi Germani. Nei giorni scorsi c'è stata una riunione di tutto il gruppo, alla presenza del segretario e del presidente della federazione provinciale. Rispettivamente Luca Fantini e Stefania Martini. La votazione all'Upi Lazio potrebbe essere indicativa. Anche se poi in Ciociaria la contrapposizione tra le due correnti (di Francesco De Angelis e Antonio Pompeo) continua. Basta vedere le scelte effettuate nei Comuni di Anagni e Ferentino. Sotto questo punto di vista non è cambiato nulla rispetto al 18 dicembre scorso. Restando nel centrosinistra, Luigi Vacana (Provincia in Comune) dovrebbe continuare a gestire le deleghe alla cultura.

Il fronte del centrodestra
Alle provinciali la Lega candidò alla presidenza Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone. Ad urne chiuse, qualche giorno dopo, sembrava essere stata siglata una bozza di accordo programmatico raggiunto tra Luca Di Stefano e Riccardo Mastrangeli. In quell'occasione era presente Francesco De Angelis, leader di Pensare Democratico. Mentre Nicola Ottaviani, deputato e coordinatore provinciale della Lega, era in collegamento telefonico. Sulla scorta di quel summit, se l'intesa verrà confermata, ad Andrea Amata dovrebbe andare l'edilizia scolastica, a Giuseppe Alessandro Pizzuti lo sport. Il discorso però va allargato.

Intanto perché della maggioranza fa parte sicuramente Gianluca Quadrini, capogruppo di Forza Italia. Ma soprattutto perché sullo sfondo ci sono le indiscrezioni (sempre più insistenti e concordanti) di contatti tra Fratelli d'Italia e Luca Di Stefano. Non soltanto perché a Stefania Furtivo potrebbero essere affidate le deleghe alle pari opportunità. In realtà gli scenari potrebbero essere due. Il primo: l' opportunità di aprire una linea di confronto con la Regione Lazio, guidata da Francesco Rocca. Tra i due enti i rapporti istituzionali, amministrativi e operativi sono tanti e necessari.

Ma c'è di più: il possibile ritorno all'elezione diretta del presidente della Provincia e dei consiglieri. Il centrodestra intende accelerare sul piano parlamentare. A quel punto potrebbe succedere di tutto. Luca Di Stefano sta mantenendo un profilo civico, anche se sia a Sora che alla Provincia ha fatto accordi con una parte dei Democrat. Quello che in molti si stanno chiedendo è: in prospettiva Fratelli d'Italia potrebbe provare a sondare il terreno con Di Stefano? In ogni caso una considerazione è scontata: sia nel centrodestra che nel Partito Democratico l'unità è lontana anni luce.