Le importanti novità sull'edilizia sanitaria del basso Lazio stanno per concretizzarsi. È attesa, infatti, a giorni la pubblicazione del decreto a firma congiunta del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e del ministro della salute, Orazio Schillaci, sull'assegnazione specifica dei 35 milioni di euro per gli ospedali di Frosinone, Cassino e Formia che sono stati destinati all'edilizia sanitaria del basso Lazio grazie a un emendamento all'ultima manovra finanziaria presentato dall'onorevole Nicola Ottaviani (Lega), segretario della commissione bilancio della Camera dei Deputati.

Nell'attesa della pubblicazione del provvedimento, in queste settimane, tuttavia, l'iter è comunque andato avanti. Per quanto riguarda gli ospedali di Frosinone e Cassino, ad esempio, i tecnici della Asl frusinate, anche su input del direttore generale, Angelo Aliquò, hanno provveduto a sviluppare dei rendering per quanto attiene l'ampliamento delle due strutture. Lo stesso si sta facendo per l'ospedale di Formia in sinergia con l'azienda sanitaria. Una volta pubblicato il decreto, grazie alla collaborazione con il presidente della Regione, Francesco Rocca, si studieranno in maniera più approfondita i percorsi più veloci ed efficienti da seguire.

«Il compito della politica, a tutti i livelli, è quello di dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini. Nel Lazio, soprattutto nel basso Lazio, nonostante la grande professionalità degli operatori sanitari, ci sono dei problemi importanti da risolvere che, in dieci anni, la giunta Zingaretti, a guida Pd e M5S, non ha neanche preso in considerazione. Uno di questi è quello relativo all'edilizia sanitaria e alla migliore ricettività delle nostre strutture. Sin dal giorno successivo all'insediamento del governo Meloni, ci siamo mossi senza perdere tempo e abbiamo portato a casa un risultato straordinario: 35 milioni da investire sui nostri ospedali. In poche settimane abbiamo fatto più noi che Pd e M5S in dieci anni di governo della Regione Lazio» ha detto l'onorevole Nicola Ottaviani.

Con lo stanziamento dei 35 milioni in quattro anni, cinque dei quali già per il 2023 (10 ciascuno poi per ogni annualità dal 2024 al 2026), per l'edilizia sanitaria delle province di Frosinone e Latina, finalmente, si potrà procedere al raddoppio dell'ospedale di Frosinone, di quello di Cassino e all'adeguamento strutturale di quello di Formia, attivando subito le progettazioni ed i primi lavori. Si realizzerà, così, l'ampliamento delle strutture pubbliche, con la possibilità di far fronte contemporaneamente alle differenti tipologie di patologie, garantendo la dignità e la centralità alla figura del paziente.

L'intervento è, infatti, finalizzato a creare le condizioni per una effettiva tutela dell'esercizio del diritto alla salute, in ordine alle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche del basso Lazio, con particolare riferimento agli ospedali di Frosinone, Cassino e Formia, che insistono su un bacino di potenziale accesso di circa 650.000 pazienti/abitanti. Per avere un parametro di riferimento, sull'impatto socio-sanitario del fenomeno, si consideri che l'intera, e più vicina, regione del Molise, secondo i dati Istat, conta ad oggi circa 305.000 abitanti.

L'esiguità degli spazi e delle superfici interne attualmente realizzate, purtroppo, ha costretto di sovente, alla conversione, ex abrupto, dei reparti ordinari della sanità pubblica e, segnatamente, dei tre nosocomi che saranno beneficiari dei fondi, in strutture destinate esclusivamente alla cura ed ospedalizzazione di pazienti portatori di un numero esiguo di patologie, con il rinvio delle prestazioni cosiddette generaliste ovvero per le patologie ordinarie a periodi successivi, spesso indeterminati ed inconciliabili con i Lea (livelli essenziali di assistenza sanitaria), generando liste di attesa nel basso Lazio ripetutamente censurate dal Ministero della Salute, oltre che dalle istituzioni europee. Questa situazione, de plano, si è determinata non solo a seguito della precarietà dei profili e delle unità professionali presenti negli ospedali, ma anche e soprattutto in conseguenza della carenza di spazi ovvero di padiglioni, sotto il profilo dell'edilizia sanitaria.

Gli ospedali di Frosinone, Cassino e Formia, del resto, dal punto di vista edilizio, presentano considerevoli spazi pertinenziali esterni, prontamente destinabili all'ampliamento edilizio delle attuali strutture sanitarie, attraverso l'utilizzo degli standard di cui le aree in esame sono già dotate e senza ricorrere all'individuazione di nuovi siti diversamente dislocati, permettendo una concentrazione in loco delle cittadelle della salute ed una contestuale separazione edilizia più consona dei reparti o padiglioni.

Questi ultimi, inoltre, potrebbero essere destinati ad ospitare i locali per le prestazioni dell'attività intramoenia del personale medico della struttura pubblica, che consentirebbero una contiguità importante nell'offerta sanitaria. In più, le notizie che arrivano in questi giorni sulla recrudescenza della diffusione del nuovo Coronavirus rendono ancora più stringente l'esigenza di avere altri spazi per gestire meglio eventuali picchi di contagio e il normale flusso delle altre prestazioni ospedaliere, considerando che nel recente passato, almeno a Frosinone, in piena pandemia, c'è stata una riconversione difficile e, spesso, critica con la specializzazione degli ambienti ospedalieri in ambito pandemico da Sars-CoV-2, con il contemporaneo effetto di un evidente rallentamento, se non, addirittura, della cancellazione, di fatto, di cure e assistenze per le altre patologie, soprattutto quelle per le quali sono necessari percorsi diagnostici e terapeutici di una certa durata e complessità.

Adesso, non resta, quindi che aspettare il ministro delle Infrastrutture Salvini, di concerto con il ministro della Sanità Schillaci, che firmerà il decreto di assegnazione dei fondi alla Regione Lazio con vincolo di destinazione per l'investimento sugli ospedali di Frosinone, Cassino e Formia.