Il diavolo si nasconde nei dettagli, recita un vecchio adagio. A significare che le insidie possono celarsi nei piccoli gesti e nei particolari all'apparenza insignificanti. L'accordo sull'assegnazione delle deleghe ai consiglieri provinciali c'è, ma l'ufficializzazione slitta. Per un motivo soprattutto: non è ancora chiaro se lo schema sarà a otto oppure a dieci. Dipenderà dalle decisioni che prenderanno i due consiglieri del Pd Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi: la prima fedelissima di Antonio Pompeo, il secondo vicinissimo politicamente a Enzo Salera.

La riunione di componente
Giovedì sera, presso l'hotel ristorante Bassetto, c'è stata una riunione importante di Base Riformista, l'area di Antonio Pompeo. Diversi i presenti, tra i quali Simone Costanzo. Sulla questione riguardante le deleghe ai consiglieri provinciali, Antonella Di Pucchio è stata molto netta. Sottolineando sia i ritardi che i metodi utilizzati finora. Inoltre la Di Pucchio ha detto che un'intesa del genere si può definire soltanto a livello politico, con un confronto all'interno degli organismi dirigenti del partito. Su iniziativa del segretario di federazione, non di altri. Insomma, non c'è la sensazione che si possa "chiudere" con tutti i quattro consiglieri del Pd nella squadra di maggioranza. Il presidente della Provincia Luca Di Stefano sta incontrando singolarmente i consiglieri. C'è stato il faccia a faccia con Gaetano Ranaldi. Non (o perlomeno non ancora) con Antonella Di Pucchio. L'idea è quella di attribuire la pubblica istruzione alla Di Pucchio e gli affari generali a Ranaldi. Ma c'è parecchia freddezza nella componente.

Il summit
Con ogni probabilità Luca Di Stefano farà un ulteriore passaggio con tutti i consiglieri potenzialmente interessati tra lunedì e mercoledì della prossima settimana. A sbloccare la situazione nei giorni scorsi era stata la disponibilità del capogruppo del Pd Enrico Pittiglio a "rinunciare" alla delega all'edilizia scolastica, che verrebbe gestita da Andrea Amata, esponente della Lega. Sicuramente l'assetto a otto c'è. Dall'assegnazione delle deleghe resteranno fuori i due consiglieri impegnati alle comunali di Anagni. Vale a dire Alessandro Cardinali del Gruppo Misto (concorrerà come sindaco) e Riccardo Ambrosetti di Fratelli d'Italia. Il ruolo di consigliere provinciale "deriva" da quello comunale. Se ne parlerà dopo, a urne chiuse.

Il "nucleo" della maggioranza sarà costituito dai 4 esponenti che hanno sostenuto Luca Di Stefano nella corsa alla presidenza della Provincia. Per il capogruppo del Pd Enrico Pittiglio si profilano le deleghe alla viabilità e ai lavori pubblici. Mentre per Alessandro Mosticone (Pd) la pianificazione territoriale e i servizi di trasporto. Valentina Cambone (Polo Civico), già vicepresidente, avrà sicuramente la delega all'ambiente. Gianluca Quadrini (Forza Italia), che coordina i lavori dell'aula consiliare, dovrebbe occuparsi dei rapporti con gli altri enti.

Poi il ruolo della Lega, tenendo presente che il punto di partenza è la bozza di accordo programmatico raggiunto subito dopo le elezioni da Luca Di Stefano e Riccardo Mastrangeli, suo avversario per la presidenza. Ad Andrea Amata dovrebbe andare l'edilizia scolastica, a Giuseppe Alessandro Pizzuti lo sport. Proseguendo: Luigi Vacana (Provincia in Comune) continuerà a gestire le deleghe alla cultura. Poi c'è Stefania Furtivo (Fratelli d'Italia): dovrebbe occuparsi delle pari opportunità. Naturalmente non sarà indifferente capire se gli altri due consiglieri Democrat faranno parte o meno della maggioranza. Di Pucchio e Ranaldi alle provinciali hanno sostenuto la candidatura alla presidenza di Luigi Germani.

Il gelo tra i capigruppo
Poi ci sono altre tensioni politiche tra i fedelissimi di Luca Di Stefano. Per esempio tra Enrico Pittiglio e Gianluca Quadrini, capigruppo rispettivamente del Partito Democratico e di Forza Italia. All'evento di giovedì presso la Camera di Commercio in rappresentanza della Provincia ha preso la parola Enrico Pittiglio. Il quale non ha potuto fare a meno di salutare la presenza in sala di Gianluca Quadrini. Una specie di "incidente diplomatico". Sembra che i due successivamente abbiano provato a chiarirsi. Senza però riuscirci. Se perfino la rappresentanza della Provincia deve diventare motivo di divisione, allora c'è davvero bisogno di definire ogni cosa. Dalle deleghe ai... confini.