Non vuole farsi dettare l'agenda. E a questo punto neppure i tempi. Il presidente della Provincia Luca Di Stefano ha intenzione di confrontarsi con i consiglieri. Fissando però un "paletto": a decidere sarà lui. Eventualmente. Perché in teoria nulla vieta che possa non assegnare alcuna delega. Sono trascorsi più di tre mesi dalla sua elezione a presidente. Il perimetro della coalizione che lo ha sostenuto è chiaro: una parte del Pd (Pensare Democratico di Francesco De Angelis), il Polo Civico e Gianluca Quadrini, allora esponente del Gruppo Misto e adesso capogruppo di Forza Italia.

Subito dopo c'è stato l'incontro con Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone (civico in quota Lega) e suo avversario nella corsa alla presidenza della Provincia. Durante quel summit (presente Francesco De Angelis e Nicola Ottaviani in collegamento telefonico) erano state gettate le basi per un accordo di carattere programmatico. In base al quale ci sarebbe stata una maggioranza composta da 7 consiglieri (Di Stefano compreso) su 12: 2 del Pd (Enrico Pittiglio e Alessandro Mosticone), 1 del Polo Civico (Valentina Cambone), 1 di Forza Italia (Gianluca Quadrini), 2 della Lega (Andrea Amata e Giuseppe Alessandro Pizzuti).
Da allora però il panorama politico ha fatto registrare diversi e importanti cambiamenti. Intanto la vittoria del centrodestra alla Regione Lazio. Un elemento da considerare visti gli inevitabili rapporti fra i due enti. Fra l'altro continuano a circolare indiscrezioni (mai confermate però) di possibili contatti tra Di Stefano e Fratelli d'Italia.

Quindi l'elezione di Elly Schlein alla segreteria nazionale del Pd. Anche questo ha determinato un riavvicinamento tra le due "anime" del gruppo consiliare. Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi avevano sostenuto Luigi Germani alle provinciali. Ma oggi appare complicato tenere fuori dall'assegnazione delle deleghe una parte dei Dem.
Poi ci sono i rapporti con il centrodestra. Tra la Lega e Gianluca Quadrini (FI) le frizioni sono note. C'è quindi la questione che riguarda Fratelli d'Italia, schierata con Germani alle provinciali.

Ma con ogni probabilità l'analisi che sta effettuando Luca Di Stefano è la seguente: varrebbe la pena tenere fuori dall'assegnazione delle deleghe gli esponenti del partito di maggioranza relativa nel Paese, alla Regione Lazio e in provincia di Frosinone? Ecco perché a questo punto le opzioni sul tavolo sono sostanzialmente due: o nell'assegnazione delle deleghe vengono coinvolti tutti i 12 consiglieri provinciali oppure nessuno. Nel mezzo ci sono le aspettative e le posizioni di chi aveva immaginato altri scenari. Le fibrillazioni non mancano, ma Luca Di Stefano non ha intenzione di farsi "assediare" dai consiglieri. Il terreno del confronto (e dello scontro) si sposta sul peso politico delle deleghe che verranno assegnate. L'impressione forte è che la coperta sarà corta. Comunque.