«In tutto questo mi stupisce il silenzio assordante della segreteria provinciale del mio partito. Quel partito nel quale ho sempre creduto e per il quale ho sempre lavorato ma che in ogni competizione non ho mai trovato dalla mia parte, nonostante, come accaduto anche alle ultime regionali, il nostro consenso è stato fondamentale per i risultati conseguiti e per l'ottenimento del seggio». Antonio Pompeo decide di andare allo scontro. Frontale. E l'attacco (via social) è diretto alla segreteria provinciale del Pd, guidata da Luca Fantini. Poi aggiunge: «Ma di questo, compreso il totale disinteresse, o meglio "interesse" anche sulla situazione di Ferentino, parleremo prossimamente, nelle forme e nelle sedi opportune, anche alla luce del nuovo "corso" all'interno del partito che si è avviato a seguito del recente congresso. Non resteremo certo a guardare».

Oltre le regionali
Scrive l'ex presidente della Provincia: «Torno a intervenire dopo un mese dalle regionali che, nonostante la mia mancata elezione, hanno rappresentato un'esperienza bellissima in termini di entusiasmo e di consensi. I 15.187 voti in tutta la Provincia e i 3.701 solo nella mia città sono stati una testimonianza importante di stima e riconoscimento da parte dei cittadini per il lavoro svolto in questi anni da sindaco e presidente della Provincia». Poi aggiunge: «Ho preferito tacere anche per rispetto a una competizione che si stava svolgendo (ndr: le primarie di Ferentino) per non prestare il fianco a facili strumentalizzazioni. Anche perché chi mi conosce sa che sono diretto, non mi nascondo né tantomeno ho bisogno di trovare protezioni dall'alto. La mia faccia c'è sempre stata nei momenti facili così come nei momenti difficili e continuerà ad esserci». Quindi attacca: «È arrivato però il tempo di intervenire. Non nascondo che sono stati momenti delicati soprattutto dal punto di vista umano. Tradimenti e irriconoscenza, che sinceramente avevo calcolato, sono gli ingredienti principali della politica con la "p" minuscola. Ma poi c'è la vera politica, quella intesa come servizio alla propria comunità. Vedere quello che sta accadendo mi rattrista. Tanta confusione e disorientamento provocati dalla voglia spasmodica di occupare a tutti i costi qualche poltrona. È davvero triste sentir parlare non di programmi ma di un progetto e di accordi contro qualcuno (il sottoscritto), con tanto di spartizione di poltrone provinciali, con la regia occulta (non più di tanto occulta poi) di chi continua a vivere la politica con l'ossessione di voler annientare, o meglio distruggere - questo è il loro gergo - tutti coloro che, con la forza delle idee e dei progetti, possano anche minimamente insidiare le loro posizioni di potere o arginare le loro azioni di espansione territoriale per la costruzione di feudi elettorali». Dichiara: «Comprendo che la preoccupazione di qualcuno derivi da quei quindicimila voti ottenuti, e per loro inaspettati. Un voto libero il nostro, non d'apparato o di sistema, ma semplicemente di tanti cittadini, anche di diverse estrazioni politiche, che hanno riconosciuto un metodo e la bontà del nostro operato e che vedono nel nostro progetto una prospettiva per questo territorio». La presa di posizione di Antonio Pompeo testimonia come le distanze all'interno del partito siano perfino aumentate. In particolare tra le correnti Pensare Democratico di Francesco De Angelis da una parte e Base Riformista dello stesso Antonio Pompeo dall'altra. A questo punto sarà interessante capire come si muoverà la segreteria provinciale del partito.

La situazione alla Provincia
Intanto Luca Fantini cercherà nelle prossime ore di evitare uno strappo che sarebbe clamoroso e sicuramente non senza conseguenze. I consiglieri Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi stanno riflettendo sull'opzione di uscire dal gruppo provinciale del Pd. Non dal partito. Ma il segnale sarebbe ugualmente fortissimo. La situazione è nota. Alle elezioni di dicembre 2022, due consiglieri dei Democrat (il capogruppo Enrico Pittiglio e Alessandro Mosticone) hanno sostenuto Luca Di Stefano, altri due (Di Pucchio e Ranaldi) Luigi Germani. Antonella Di Pucchio fa riferimento ad Antonio Pompeo, Gaetano Ranaldi al sindaco di Cassino Enzo Salera. Luca Di Stefano attribuirà le deleghe a Pittiglio e Mosticone. Il punto è questo: Di Pucchio e Ranaldi non sembrano affatto d'accordo sul fatto di "sventolare" un'unità di gruppo che non c'è. È la stessa posizione di Antonio Pompeo. D'altronde il Pd si divide ormai sistematicamente. A inizio dicembre la votazione unanime dei sindaci del partito sull'Egato poteva rappresentare un elemento di svolta. Invece poche settimane dopo le provinciali hanno fatto registrare una spaccatura notevole. Il dopo regionali è stato anche peggio, considerando le parole pronunciate a caldo (ma anche a freddo) da Antonio Pompeo. Il riferimento dell'ex sindaco di Ferentino alle recenti primarie è indicativo. Anche se in provincia di Frosinone le due correnti principali (Pensare Democratico e Base Riformista) erano schierate con Stefano Bonaccini. Elly Schlein è stata sostenuta da esponenti come Domenico Alfieri, Nazzareno Pilozzi, Emanuela Piroli, Martina Innocenzi, Umberto Zimarri. Adesso si è aperta una fase diversa, ma a livello provinciale gli assetti sono delineati. E non c'è all'orizzonte il congresso della federazione di Frosinone. Mentre invece ci sarà l'appuntamento con il congresso regionale. Non è chiaro quando però: se dopo le comunali di maggio oppure a settembre-ottobre. In ogni caso non è dietro l'angolo.