La politica locale vive da sempre in una dimensione paradossale e "comoda". Quando il gioco si fa duro, la risposta è una sola: buttarla in caciara. Perché la polemica annacqua la responsabilità delle mancate scelte e delle decisioni impopolari che nessuno vuole prendere. E allora è sempre colpa di qualcun altro. Tutti sapevano che il costo per lo smaltimento dell'immondizia sarebbe aumentato. Infatti è passato da 138,68 a 161,47 euro a tonnellata: in sostanza un +16,43%. Parliamo della tariffa che i 91 Comuni devono pagare per il conferimento dei rifiuti al Tmb della Saf di Colfelice. Ma non è certamente finita, perché il prezzo salirà ancora. E di molto. Da cinque mesi l'immondizia prodotta in provincia di Frosinone viene smaltita nei termovalorizzatori della Lombardia e dell'Emilia Romagna. A parte le evidenti spese di trasporto, il punto è che già in questa fase il costo è superiore ai 200 euro a tonnellata.
Prepariamoci dunque all'ennesima stangata, che però non è figlia di un destino cinico e baro. Il punto è uno solo: da due anni la Ciociaria non ha una discarica di servizio, nonostante la normativa preveda che ogni Ambito territoriale ne sia dotato. La situazione riguarda tutto il Lazio? Peggio. Si continua a rimandare perché i politici e gli amministratori non hanno il coraggio dell'impopolarità. Da qualche parte una discarica dovrà essere individuata. Si tratta di una materia di competenza della Regione e della Provincia. In questi anni nessuno ha fatto nulla. E probabilmente i risultati elettorali hanno risentito anche di questa inerzia. I cosiddetti extra-costi verranno pagati dalle famiglie, dai cittadini e dalle imprese perché l'aumento della tariffa verrà caricato sulla Tari. Qualcuno se la sente di andare controcorrente e provare a prendere decisioni invece di limitarsi a fare ammuina?
Quei tempi biblici all'interno degli ospedali
Nella relazione programmatica Francesco Rocca ha scandito le parole: «Nel Lazio abbiamo il tempo medio di attesa in un pronto soccorso prima di essere ricoverati che supera i 1.340 minuti, con punte di oltre 2.800 negli ospedali principali, oltre 46 ore contro le 8 massime che dovrebbero essere rispettate. È la situazione peggiore d'Italia». Non c'è da aggiungere molto, ma anche in questo caso la situazione si inverte con i fatti e con le scelte. Mettendo i medici e gli infermieri (che fanno i miracoli quotidiani in una simile situazione) nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio lavoro. Superando una volta per tutte quella logica dell'emergenza che logora l'intero sistema. E basta pure con la favoletta che i rappresentanti politici del territorio non possono fare nulla. Qualcuno ha mai provato, perlomeno, a porre il problema con determinazione sui tavoli romani? Alzando la voce se necessario? Anche in questo caso l'imperativo categorico è buttarla in politica. Cioè in caciara.
Dopo le regionali tocca ai Comuni. Fattore Provincia
La provincia di Frosinone ha un solo assessore regionale: Pasquale Ciacciarelli, della Lega: urbanistica, case popolari, politiche abitative ed economia del mare. Deleghe pesanti. Strategia perfetta da parte di Claudio Durigon e Nicola Ottaviani. Ma anche di Mario Abbruzzese. Il Carroccio non ha eletto consiglieri, ma ha saputo far pesare le oltre 14.000 preferenze di Ciacciarelli, infilandosi bene negli spazi (politici e territoriali) del centrodestra. Per Fratelli d'Italia invece è il momento della riflessione e dell'autocritica. Anche in Ciociaria è il primo partito, l'unico ad aver eletto due consiglieri regionali di maggioranza. Esprime tre parlamentari riconducibili a questo territorio: Massimo Ruspandini (coordinatore provinciale), Paolo Pulciani, Aldo Mattia (eletto in Basilicata). Eppure tutto questo non è bastato per avere un esponente nella giunta Rocca. La federazione di Roma indica quattro assessori, quelle di Latina e Rieti uno ciascuno. Mentre Viterbo ha espresso il capogruppo del partito alla Pisana. Neppure ci sono state "compensazioni" nell'ufficio di presidenza. La carica di vicecapogruppo di Daniele Maura e la possibile presidenza di una commissione per Alessia Savo rappresentano una sorta di "minimo sindacale". Per il partito l'iniziativa di Fabio Tagliaferri (definita una fuga in avanti passata sopra le teste degli organismi locali) ha incartato la situazione. Per Fabio Tagliaferri la sua indicazione doveva essere comunque sostenuta e invece è stata affondata. Comunque sia andata e comunque la si veda, il risultato è che Fratelli d'Italia in provincia di Frosinone non ha un assessore regionale. L'obiettivo era ampiamente alla portata: la narrazione dominante è che siano state decisive le percentuali, più alte a Roma, Latina, Viterbo e Rieti. Un ragionamento che vale fino ad un certo punto, perché non si capisce per quale motivo non siano stati tenuti in considerazione i voti assoluti (decisivi per esempio per Ciacciarelli). Oppure valutazioni di tipo politico: in Ciociaria il tasso di competizione è più alto, perfino all'interno del centrodestra. Mai Fratelli d'Italia da queste parti ha avuto una simile rappresentanza, in Parlamento e alla Pisana. Insomma, se non ora quando? Il gioco di squadra stavolta non abbia funzionato. Il 14 e il 15 maggio si vota in quattordici Comuni. Ad Anagni e Ferentino è già evidente che gli schemi sono saltati: centrodestra diviso, Pd pure. Ci saranno alleanze trasversali e coalizioni civiche. Come avvenuto alla Provincia. Dove non si riesce a trovare la quadra per le deleghe. La notte della politica continua.