Come cantava Fabrizio De André, "ma una notizia un po' originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall'arco scocca, vola veloce di bocca in bocca".
E la notizia è clamorosa sul piano politico: i consiglieri provinciali Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi sono ad un passo dall'uscita dal gruppo consiliare del Pd. Dal gruppo, non dal partito. Si tratta di una differenza di non poco conto.
Lo strappo nei Dem
Alle elezioni per la presidenza della Provincia dello scorso dicembre i Democrat si sono divisi. Pensare Democratico, l'area di Francesco De Angelis, a sostegno della candidatura di Luca Di Stefano. Infatti sia il capogruppo Enrico Pittiglio che Alessandro Mosticone hanno appoggiato il primo cittadino di Sora.
Mentre Base Riformista di Antonio Pompeo (area della quale fa parte Antonella Di Pucchio) era schierata con Luigi Germani, unitamente al sindaco di Cassino Enzo Salera, al quale fa riferimento Gaetano Ranaldi. La contrapposizione tra le due "anime" del partito è proseguita alle regionali e ci sarà pure alle comunali, per esempio a Ferentino.
Alla Provincia ormai da settimane il tema dell'assegnazione delle deleghe ai consiglieri è sul tavolo. Da ogni tipo di schema e di ipotesi sono fuori sia Di Pucchio che Ranaldi. Antonella Di Pucchio ha più volte sottolineato la situazione al capogruppo del Pd Enrico Pittiglio, facendogli notare che lei non era affatto d'accordo a "sventolare" la presunta unità del gruppo consiliare, quando in realtà le cose stanno assai diversamente. Fatto sta che la decisione di uscire dal gruppo consiliare del Pd (non dal partito) è stata presa. Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi si sono naturalmente sentiti con Antonio Pompeo ed Enzo Salera. Si tratta di capire soltanto quando e come la ufficializzeranno insieme. Alla vigilia delle comunali del 14 e 15 maggio e subito dopo le primarie nazionali (che hanno visto la vittoria di Elly Schlein), nel Pd provinciale il copione non cambia. La contrapposizione tra le correnti di De Angelis e Pompeo rimane fortissima. A questo punto resta da capire quali saranno i prossimi sviluppi.
La posizione della Lega
I continui ritardi nell'attribuzione delle deleghe stanno provocando dei malumori anche nel Carroccio. Subito dopo le provinciali c'era stato un incontro tra Luca Di Stefano e Riccardo Mastrangeli. Il sindaco di Frosinone (civico in quota Lega) aveva appena concorso per la presidenza. Era presente il leader di Pensare Democratico Francesco De Angelis, mentre il deputato Nicola Ottaviani (coordinatore provinciale del Carroccio) era in collegamento telefonico. L'impegno fu quello di una sorta di intesa programmatica. Da allora però sono passati tre mesi e non si sono registrati passi avanti. Fra l'altro la Lega chiede l'attribuzione di una delega di fascia "A". E le possibilità sono tre: ambiente, lavori pubblici, viabilità ed edilizia scolastica. Per quanto riguarda l'ambiente, in pole position c'è la vicepresidente Valentina Cambone (Polo Civico).
Mentre sia i lavori pubblici che viabilità ed edilizia scolastica dovrebbero essere attribuiti ad Enrico Pittiglio. Per il capogruppo della Lega Andrea Amata è stata ipotizzata l'urbanistica. Ma la sensazione è che il Carroccio a questo punto voglia un confronto a tutto campo. Nulla può essere dato per scontato.
Lo schema a otto
Sul tavolo del presidente Luca Di Stefano continua ad esserci lo "schema a otto" per quanto riguarda l'attribuzione delle deleghe ai consiglieri. Il punto di partenza sono i quattro che lo hanno sostenuto nella corsa alla presidenza: Enrico Pittiglio, Alessandro Mosticone (Pd), Gianluca Quadrini (Forza Italia) e Valentina Cambone (Polo Civico). Quindi si dovrebbe passare all'allargamento ai due consiglieri della Lega (Andrea Amata e Giuseppe Alessando Pizzuti), a Luigi Vacana (Provincia in Comune) e a Stefania Furtivo (Fratelli d'Italia). Neppure le indiscrezioni mancano: lavori pubblici, edilizia scolastica e viabilità a Enrico Pittiglio, ambiente a Valentina Cambone (che è già vicepresidente), polizia provinciale e rapporti con diversi enti per Gianluca Quadrini (presidente del consiglio provinciale). Ad Andrea Amata potrebbe essere assegnata l'urbanistica.
Da questo tipo di schema rimarrebbero fuori quattro consiglieri. Intanto i due che sono impegnati nelle ormai prossime elezioni comunali di Anagni. Parliamo di Alessandro Cardinali (Gruppo Misto) e Riccardo Ambrosetti (Fratelli d'Italia). Il ruolo di consigliere provinciale "deriva" da quello di consigliere comunale. Poi c'è la questione riguardante il gruppo del Partito Democratico, la più delicata sul piano politico. Come scritto in apertura di servizio, il dado è tratto. E Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi sono pronti ad uscire dal gruppo consiliare del Pd alla Provincia. Un capitolo a parte meritano altresì le deleghe alle politiche culturali, evidentemente molto ambite. Da un lato Luigi Vacana punta alla conferma, dall'altro il Carroccio potrebbe rivendicarle se l'accordo programmatico dovesse reggere.
In ogni caso sono passati esattamente tre mesi dalla vittoria di Luca Di Stefano. La legge Delrio non prevede l'opzione della mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Provincia. Non esiste cioè la necessità di poter contare su una maggioranza numerica in aula. Il punto però è politico. Intanto perché Luca Di Stefano, sia alle comunali di Sora che alle provinciali, ha vinto con uno schema di coalizione civica, seppur sostenuta dal Partito Democratico. In secondo luogo sono stati raggiunti degli accordi, che passano anche dall'assegnazione delle deleghe. Ma questa operazione continua a slittare.