Le deleghe ai consiglieri provinciali non sono state ancora assegnate a tre mesi di distanza dalla vittoria di Luca Di Stefano. La domanda è: adesso si procederà oppure no? Alle spalle ci sono le elezioni regionali, all'orizzonte (il 14 e 15 maggio) quelle amministrative. E in Ciociaria sono 14 i Comuni che andranno al voto, tra i quali Anagni, Ferentino e Fiuggi.
Lo schema a otto
Nei giorni scorsi sembrava essere prevalente l'opzione "fedelissimi". Nel senso di attribuire le deleghe soltanto ai 4 consiglieri (su 12) che hanno sostenuto Di Stefano in campagna elettorale. Vale a dire: Enrico Pittiglio, Alessandro Mosticone (Pd), Gianluca Quadrini (Forza Italia) e Valentina Cambone (Polo Civico). Provando a ragionare sull'ipotesi di coinvolgere altri 4 esponenti con la previsione delle presidenze delle commissioni. Parliamo dei due consiglieri della Lega (Andrea Amata e Giuseppe Alessando Pizzuti), di Luigi Vacana (Provincia in Comune) e di Stefania Furtivo (Fratelli d'Italia).
Il silenzio su questo tipo di previsione è stato assordante sul piano politico. Ragione per la quale si è tornati al punto di partenza: deleghe a 8 consiglieri. Le indiscrezioni non mancano: lavori pubblici, edilizia scolastica e viabilità a Enrico Pittiglio, ambiente a Valentina Cambone (che è già vicepresidente), polizia provinciale e rapporti con diversi enti per Gianluca Quadrini (presidente del consiglio provinciale). Ad Andrea Amata potrebbe essere assegnata l'urbanistica. Mentre per Luigi Vacana si parla di una possibile conferma alla cultura. Per Stefania Furtivo c'è chi ha ipotizzato le deleghe al bilancio. Naturalmente bisognerà vedere quelle che saranno le determinazioni di Fratelli d'Italia, partito al quale Furtivo fa riferimento.
Chi resterebbe fuori
Da questo tipo di schema rimarrebbero fuori quattro consiglieri. Intanto i due che sono impegnati nelle ormai prossime elezioni comunali di Anagni. Parliamo di Alessandro Cardinali (Gruppo Misto) e Riccardo Ambrosetti (Fratelli d'Italia). Il ruolo di consigliere provinciale "deriva" da quello di consigliere comunale. Poi c'è la questione riguardante il gruppo del Partito Democratico, la più delicata sul piano politico. Perché mentre Enrico Pittiglio e Alessandro Mosticone hanno sostenuto Luca Di Stefano, Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi in campagna elettorale si sono schierati con Luigi Germani. Proprio alle provinciali di dicembre 2022 si è registrata l'ennesima spaccatura all'interno dei Dem. Da una parte la corrente Pensare Democratico di Francesco De Angelis, della quale fanno parte Pittiglio e Mosticone.
Dall'altra Base Riformista di Antonio Pompeo e il sindaco di Cassino Enzo Salera. Antonella Di Pucchio è una fedelissima dell'ex primo cittadino di Ferentino, Gaetano Ranaldi è vicinissimo a Salera. Da una parte c'è l'esigenza di rispettare i patti siglati con De Angelis e quindi con una parte del Pd. Dall'altra l'esigenza di non riaprire uno scontro interno, peraltro in un momento assai diversi rispetto a tre mesi fa. La vittoria di Elly Schlein alle primarie ha cambiato la prospettiva del partito. Si tratta però di un argomento interno al Pd.
L'intesa del dopo elezioni
Qualche giorno dopo la vittoria di Luca Di Stefano alle provinciali, ci fu l'incontro del neo presidente con il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, che aveva concorso per la guida dell'ente di piazza Gramsci. Mastrangeli è in quota Lega. A quel summit era presente anche Francesco De Angelis, mentre il deputato e coordinatore provinciale del Carroccio Nicola Ottaviani era in collegamento telefonico. Fu siglata una sorta di intesa programmatica, ma da allora è passato diverso tempo. Se alla fine ci sarà una maggioranza calibrata su 8 consiglieri, sul piano squisitamente politico si formerà una coalizione composta da una parte del Pd (quella di Francesco De Angelis), dal Polo Civico e dal centrodestra.
E questo è un altro tema che dovrà essere approfondito. Intanto perché Fratelli d'Italia e Lega alle provinciali erano su fronti contrapposti e poi perché Gianluca Quadrini è tornato in Forza Italia dopo la vittoria di Di Stefano. Dal 2014, anno dell'entrata in vigore della riforma Delrio, la Provincia è un ente di secondo livello. In realtà il presidente (che non può essere sfiduciato) non ha bisogno necessariamente di una maggioranza. Però è un fatto che le elezioni provinciali hanno costantemente rappresentato un momento di grandi divisioni interne. Nel Pd come nel centrodestra. Fin dal 2014, con il "derby" nel Pd tra Antonio Pompeo (sostenuto da Francesco Scalia) ed Enrico Pittiglio (appoggiato da Francesco De Angelis). Gli schemi e i confini di coalizioni e partiti sono saltati sistematicamente. Luca Di Stefano sta cercando di capire quali spazi possono aprirsi nell'ipotesi di guida di una coalizione così ampia. Ed eterogenea.