Tredici anni dopo il centrodestra si accomoda nei banchi riservati alla giunta e alla maggioranza nell'aula del consiglio regionale. L'ultima volta nel 2010, subito dopo la vittoria di Renata Polverini. La dodicesima legislatura è iniziata ieri alle 11.53, quando è stato proclamato ufficialmente l'insediamento. Nei corridoi della Pisana si respirano emozioni e strategie politiche, in un mix perfetto di alti e bassi. Domenica Francesco Rocca ha varato la giunta, che presenterà in consiglio giovedì.

La Ciociaria è presente con un assessore (Pasquale Ciacciarelli, della Lega) e tre consiglieri: Daniele Maura e Alessia Savo (Fratelli d'Italia) e Sara Battisti (Partito Democratico). Strette di mano, sorrisi e pacche sulle spalle caratterizzano l'anteprima della seduta consiliare. Outfit impeccabili per tutti i protagonisti. Dopo dieci anni i big del Pd siedono nell'area della minoranza. A cominciare da Daniele Leodori e Alessio D'Amato, protagonisti assoluti del doppio mandato di Nicola Zingaretti.

Buona la seconda
Al primo punto all'ordine del giorno figura l'elezione del presidente del consiglio regionale. C'è un solo candidato: Antonio Aurigemma, di Fratelli d'Italia. Nella prima votazione è richiesta la maggioranza dei due terzi (34 consiglieri su 51). Aurigemma arriva a quota 33, due unità in più rispetto ai 31 consiglieri di centrodestra. È un segnale politico preciso, perché vuol dire che sono in corso della manovre anche in vista della votazione sui due vicepresidenti. Si contano 18 schede bianche. Nella seconda votazione il quorum necessario è di tre quinti (31). Il nome di Aurigemma viene scritto (e letto) per 36 volte. L'esponente di Fratelli d'Italia si alza dai banchi della maggioranza e va a sistemarsi dietro il Governatore Francesco Rocca. Nello scranno più in alto dell'aula. A presiedere la seduta, fino a quel momento, era stato Daniele Leodori, consigliere "anziano" dopo la nomina di Giancarlo Righini in giunta. Era stato lui ad aprire la seduta comunicando le dimissioni rassegnate da Donatella Bianchi, candidata del Movimento Cinque Stelle alla presidenza della Regione Lazio. Al suo posto Adriano Zuccalà, che prende posto nell'emiciclo. Sempre Daniele Leodori aveva invitato tutti ad alzarsi in piedi quando nell'aula sono risuonate le note dell'inno nazionale. Subito dopo Leodori aveva chiamato il Consiglio ad osservare un minuto di silenzio in memoria del senatore Bruno Astorre, deceduto pochi giorni fa. Un momento di commozione profonda, considerando la fraterna amicizia tra Astorre e Leodori.

Vicepresidenti e segretari
Si procede con le votazioni dei due vicepresidenti del consiglio regionale. Su 51 votanti una sola scheda bianca. Per Giuseppe Emanuele Cangemi (Lega) 30 voti, per Daniele Leodori (Pd) 20. Per quanto riguarda infine i tre segretari d'aula, risultano eletti Micol Grasselli (FdI) con 18 voti e Fabio Capolei (Forza Italia) con 13 per la coalizione di centrodestra che ha sostenuto Francesco Rocca. Mentre per le minoranze c'è Valerio Novelli (Movimento Cinque Stelle) con 17 preferenze. Si registrano pure un voto per Marietta Tidei (Azione-Italia Viva) e due schede bianche. Sul piano politico il risultato è facilmente leggibile. Il centrodestra ha proceduto compatto in tutte le votazioni effettuate. Sul versante delle opposizioni c'è stata una convergenza tra Pd e Movimento Cinque Stelle, che alle elezioni si erano presentati divisi e con due diversi candidati. Il Terzo Polo lo sottolinea. Il consigliere Luciano Nobili afferma: «Ci è dispiaciuto apprendere oggi all'apertura del Consiglio della scelta di un esponente del Movimento Cinque Stelle segretario d'aula, perché siamo stati in coalizione insieme con il centrosinistra durante la campagna elettorale a sostegno di Alessio D'Amato e ci aspettavamo un incontro di coalizione per decidere i primi passi e condurre insieme un'attività di opposizione». Quindi, in una nota congiunta, lo stesso Luciano Nobili e Marietta Tidei affermano: «Il Partito Democratico ha di fatto rinunciato alla coalizione con cui ha partecipato alle elezioni solo un mese fa per riabbracciare il Movimento Cinque Stelle. Nella scelta sugli assetti dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale il Pd, invece di aprire un confronto con le forze insieme alle quali ha condotto la campagna elettorale per Alessio D'Amato, ha scelto di sostenere il Movimento Cinque Stelle che al contrario ha fatto di tutto per far vincere la destra e sconfiggere il centrosinistra. Scelta politica legittima, ma unilaterale: da alleati ci saremmo aspettati almeno un confronto». Sempre Luciano Nobili: «Ci sembra una scelta particolare e non si capisce perché riabbracciare subito chi ha fatto vincere la destra, se sia già conclusa la parentesi di una coalizione di centrosinistra, a partire dal termovalorizzatore di Roma. E qui si apre un bell'interrogativo: muterà la posizione del Pd? Immagino di no perché Gualtieri è a favore e noi lo sosteniamo. Spero che questa apertura di oggi al M5S in ufficio di presidenza non significhi tentennare su cose che servono a Roma e alla Regione».

Il messaggio del presidente
Il presidente dell'aula Antonio Aurigemma ha spiegato nel suo discorso di insediamento: «Il mio auspicio è che quest'aula, finita ormai la campagna elettorale, sia luogo di confronto democratico nel rispetto delle pur differenti opinioni politiche, di elaborazione e di risposta che i cittadini del Lazio si aspettano da tutti noi. La disaffezione al voto di queste ultime elezioni regionali, ci ha dimostrato purtroppo quanto sia urgente e improrogabile avvicinare la Regione Lazio, il Consiglio e l'attività dei consiglieri a quella dei cittadini del nostro territorio. Dobbiamo provare e riuscire a ribaltare la percezione che i cittadini hanno di questa istituzione. Il ruolo che riuscirà ad esercitare il consiglio regionale sarà per me e per noi uno stimolante banco di prova. Non posso che rilanciarne la sua centralità. Come diceva don Luigi Sturzo "la politica è sintesi di teorie e interessi, è vita nel vero senso della parola. L'augurio che rivolgo è che in questo consiglio regionale si possa tornare a vivere». Quindi ha concluso: «A breve convocherò i sindaci per capire come supportare la loro attività. Parliamo di 378 Comuni e gran parte di questi sono piccoli: dalla bolletta della luce dei palazzi comunali agli asili, sappiamo che le spese sono quotidiane. Con loro dobbiamo confrontarci perché in quanto sindaci hanno un polso della situazione sicuramente immediato, diretto rispetto ai consiglieri regionali. L'aula regionale deve essere un luogo di proposta e di sintesi per le giuste soluzioni ai tanti problemi che le nostre imprese e famiglie vivono quotidianamente alla luce oggi anche della crisi energetica».