Deleghe a dieci consiglieri provinciali su dodici oppure soltanto ai "fedelissimi" e agli esponenti della Lega? Questo è il dilemma. Non tanto del presidente Luca Di Stefano quanto degli esponenti dei partiti che stanno analizzando la situazione. Diversi gli argomenti sotto la lente. Il primo: visto che la maggioranza in consiglio ci sarebbe lo stesso, vale la pena allargare così tanto la coalizione considerando quelli che sono stati gli schieramenti (e quindi le scelte) in campagna elettorale? Il secondo: se alla fine dovessero restare fuori soltanto i due consiglieri provinciali del Pd che non fanno parte di Pensare Democratico (vale a dire Antonella Di Pucchio e Gaetano Ranaldi), questo non allargherebbe una frattura interna che magari in questa fase, con Elly Schlein appena eletta segretaria, sarebbe poco comprensibile?
Il terzo: a dicembre si voterà per il rinnovo dei consiglieri e quindi il quadro è destinato a mutare nuovamente. Alla fine però sarà il presidente Luca Di Stefano a trarre le conclusioni. Avere una maggioranza che va dall'intero centrodestra al Pd sarebbe un segnale significativo. Proprio perché trasversale al massimo. Significa che darebbe allo stesso Di Stefano uno spazio di manovra enorme.
La base di partenza
Il punto fermo è rappresentato dai quattro consiglieri che hanno appoggiato Luca Di Stefano in campagna elettorale. Vale a dire: Enrico Pittiglio, Alessandro Mosticone (Pd), Gianluca Quadrini (Forza Italia), Valentina Cambone (Polo Civico). Per esempio a Pittiglio saranno quasi sicuramente assegnate le deleghe ai lavori pubblici, viabilità ed edilizia scolastica. Anche Mosticone avrà delle competenze di primo piano. Gianluca Quadrini è il presidente del consiglio provinciale. Sicuramente si occuperà di polizia provinciale e di rapporti con diversi enti. C'è il nodo che riguarda le società partecipate. Quadrini se ne è occupato nella passata consiliatura. Ma potrebbe anche darsi che stavolta quelle deleghe possano essere trattenute "ad interim" dal presidente Di Stefano. Infine Valentina Cambone, già vicepresidente. Quasi sicuramente si occuperà di ambiente e rifiuti.
Poi c'è l'accordo programmatico siglato da Di Stefano e Riccardo Mastrangeli. Il sindaco di Frosinone (civico in quota Lega) è stato candidato alla presidenza della Provincia. All'incontro tra i due era presente anche Francesco De Angelis, leader di Pensare Democratico. Mentre in collegamento telefonico c'era il deputato Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale del Carroccio. I consiglieri della Lega sono Andrea Amata e Giuseppe Alessandro Pizzuti. Con questa formula la maggioranza, compreso Di Stefano, potrebbe contare su 7 consiglieri su 13 in aula.
L'opzione dell'allargamento
Vero che le dinamiche tra maggioranza e opposizione in un ente di secondo livello come la Provincia sono diverse rispetto ai Comuni, ma comunque sono in corso delle valutazioni. L'idea è quella di affidare deleghe a Luigi Vacana (Provincia in Comune), che potrebbe continuare ad occuparsi di politiche culturali. Ma c'è pure l'intenzione di coinvolgere sia i due consiglieri di Fratelli d'Italia (Stefania Furtivo e Riccardo Ambrosetti) che Alessandro Cardinali, del Gruppo Misto. Per Stefania Furtivo potrebbero esserci le deleghe al bilancio. La situazione più spinosa sul piano politico riguarda i rapporti interni al gruppo consiliare del Pd. Antonella Di Pucchio fa riferimento ad Antonio Pompeo, Gaetano Ranaldi ad Enzo Salera. La contrapposizione tra Pensare Democratico di De Angelis e Base Riformista di Pompeo è frontale da mesi. In questo momento però i Dem hanno appena eletto Elly Schlein alla segreteria regionale. In Ciociaria alle primarie ha vinto Stefano Bonaccini, sostenuto sia da De Angelis che da Pompeo. La domanda è: allargare ulteriormente il solco della frattura sarebbe politicamente opportuno in questa fase?
Infine, una possibile soluzione alternativa potrebbe essere rappresentata dall'attribuzione delle presidenze delle commissioni. Una stanza di compensazione che potrebbe rivelarsi utile per garantire equilibri complessi. Prossimi giorni comunque decisivi, anche per capire quali potrebbero essere le future dinamiche politiche per gli enti intermedi in Ciociaria. Specialmente in un momento di grandi novità: alla Regione Lazio ha vinto e governa il centrodestra, alla guida dei Democrat c'è la Schlein. Niente sarà come prima. L'importante sarà giocare d'anticipo.