La riserva è sciolta. La nuova giunta Salera è pronta ed è stata presentata questa mattina con una conferenza stampa nella sala Restagno del municipio. Non è stato facile arrivare a dama. Le trattative per chiudere il cerchio e varare il nuovo esecutivo che guiderà la città fino alla primavera del 2024 sono andate avanti fino alla notte scorsa. La partita a scacchi in seno alla maggioranza, infatti, si è risolta con una spaccatura difficilmente sanabile. L'obiettivo era quello di rafforzare la squadra. Il risultato è una polveriera esplosa con i detriti ancora fumanti.
La squadra
Alla fine a cambiare è mezza giunta, con tre new entry: Monica Capitanio (quota Pd, avvocato, guiderà gli affari legali e la polizia locale), Pierluigi Pontone (anche lui del Pd, cancelliere, avrà il compito di seguire a tempo pieno il delicato settore della manutenzione) ed infine Maria Rita Petrillo (delegata diretta del sindaco, medico, erediterà il commercio). Ad essere confermati sono in quattro: Francesco Carlino (vicesindaco e delegato ai lavori pubblici), Maria Concetta Tamburrini (istruzione e turismo), Luigi Maccaro (coesione sociale) e, non senza polemiche, Danilo Grossi (cultura).
Le trattative
Il cerchio è stato chiuso nella tarda serata di mercoledì, quando il sindaco Salera ha convocato i consiglieri del Pd per sottoscrivere i nuovi ingressi a danno di Barbara Alifuoco ed Arianna Volante. Il vertice è stato deciso a margine dei fatti di mercoledì pomeriggio, quando Barbara Di Rollo, presidente del consiglio comunale, ha tentato di ostacolare l'avvicendamento di Volante, con cui condivide la militanza in Pensare Democratico. Al vertice si sono presentati in sei: Gino Ranaldi (capogruppo), Daniele Longo, Fausto Salera, Fabio Vizzacchero, Tommaso Marrocco e Sergio Marandola. È lo scudo che si è levato a difesa del sindaco, sotto accusa da Di Rollo che, in pieno dissenso con il gruppo, ha scelto di disertare la riunione e di non sottoscrivere le sostituzioni. Si tratta di una prova di forza di Salera ai danni della sua presidente del Consiglio per metterla in minoranza all'interno del gruppo. Nonostante, proprio in quelle stesse ore, dai vertici provinciali del Pd sono cominciati a piovere anatemi su Salera. Nel pieno di una crisi di nervi in salsa dem, il sindaco ha smesso di rispondere, ha spento il telefono e, senza remore, ha epurato dal suo esecutivo Pensare Democratico. È il punto di non ritorno. La rottura di tutti i ponti con la segreteria provinciale del Pd. La cessazione dei rapporti, anche formali, con Pensare Democratico. Una tensione che potrebbe avere ripercussioni alle prossime elezioni.
I civici
Ieri mattina, invece, il sindaco ha incontrato i consiglieri della sua civica per formalizzare, anche con loro, il varo del nuovo esecutivo. Al centro della riunione, il rebus Grossi. Alcuni consiglieri hanno espresso il desiderio di sostituirlo, trovando però la ritrosia di Salera e le resistenze di qualche amministratore. Tutti sono consapevoli che il ruolo dello spin doctor è stato cruciale in tanti momenti, e lo sarà ancora di più in vista delle future elezioni. Inoltre, Grossi costituisce un ponte solido con il consiglio regionale, essendo il capo segreteria di Marta Bonafoni. Un contatto che molti consiglieri vorrebbero conservare, soprattutto dopo i dissapori con il Partito democratico. «Ora dobbiamo lavorare sull'efficientamento energetico e sulla manutenzione», afferma il capogruppo Edilio Terranova. E lancia una freccia a Maccaro: «Sul sociale dobbiamo imparare ad essere più concreti».
I sassolini di Falese
Nel totoassessori, il nome di Jole Falese ha tenuto banco fino alla fine. Anzi, la candidata alle regionali nella civica di D'Amato era uno dei nomi più accreditati. Su di lei, però, ha pesato il veto di Barbara Di Rollo: «Se entra lei esco io». Ma ieri pomeriggio, con una nota, Falese ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, anche dopo le accuse mosse dal sodalizio civico "Bene Comune": «Dalle urne sono risultata la più votata del centrosinistra a Cassino, quindi forse la mia coerenza è stata premiata. Aggiungo che durante qualunque campagna elettorale non ho mai parlato male di nessuno, nemmeno degli avversari. Ora mi domando tutta questa preoccupazione da parte dei dirigenti di Bene Comune a cosa sia dovuta. Soprattutto visto che ognuno dei candidati di quella lista è andato per la sua strada. La politica non è fatta di rancori personali. Comunque, al momento, mi tengo belle strette le mie 863 preferenze della mia città. Nel 2024 alle elezioni comunali, se sarò asfaltata, resterò a casa senza alcun problema».