Il risiko partirà dall'assegnazione della casella relativa alla presidenza del consiglio regionale. Un ruolo che potrebbe essere rivendicato da Fratelli d'Italia, per Giancarlo Righini. Nella Lega il nome che circola è quello di Pino Cangemi. Ma bisognerà aspettare per capire la strategia del senatore e coordinatore regionale Claudio Durigon, il quale potrebbe preferire lo scenario del doppio assessore. Inoltre, nell'edizione di ieri il quotidiano La Repubblica ha scritto: «Sulla presidenza (ndr: del consiglio) ha messo gli occhi anche il senatore azzurro Claudio Fazzone, a cui piacerebbe vedere in quel ruolo il consigliere Cosmo Mitrano».

Strategie di giunta
Le trattative ufficiali per la composizione della giunta non sono ancora iniziate, ma le ricostruzioni che circolano danno l'idea dell'importanza della posta in palio. Intanto però bisognerà aspettare la proclamazione del presidente Francesco Rocca e dei 50 consiglieri eletti da parte dell'Ufficio centrale regionale costituito presso la Corte d'Appello. Potrebbe avvenire o alla fine di questa settimana oppure all'inizio della prossima. Sul sito del Ministero dell'Interno il risultato delle regionali del Lazio non è ancora definitivo. Mancano alcune sezioni. Lega e Forza Italia hanno presentato un'istanza alla Corte d'Appello di Roma e al Ministero dell'Interno per chiedere di rivedere la suddivisione dei seggi regionali nella parte relativa al cosiddetto "premio di maggioranza".

Il punto in discussione riguarda i 10 seggi che vengono attributi con il premio di maggioranza. Dal punto di vista tecnico si chiede che questi seggi vengano assegnati invece che ripartiti. La ripartizione è stata parametrata sulle circoscrizioni elettorali (Frosinone, Rieti, Viterbo) e i seggi sono scattati per esponenti di Fratelli d'Italia. Tra i quali Alessia Savo. Chi ha presentato l'istanza, invece, vorrebbe che l'attribuzione non fosse legata al criterio di rappresentanza delle circoscrizioni (già rappresentate nei 40 seggi attribuiti con il proporzionale), ma venisse invece effettuata sulla base dei consensi ottenuti da ogni singola lista. Il quadro cambierebbe perché Fratelli d'Italia perderebbe tre seggi, mentre Lega, Forza Italia e Lista Rocca Presidente ne guadagnerebbero uno ciascuno.

Se però questo non dovesse avvenire e venisse quindi confermata l'attuale composizione del Consiglio, allora sia la Lega che Forza Italia potrebbero chiedere l'attribuzione di due assessorati. Oppure di un assessorato e della presidenza del consiglio. Una sorta di compensazione politica. Ma bisognerebbe vedere quale sarebbe la risposta di Fratelli d'Italia. Se non ci saranno cambiamenti, la maggioranza di centrodestra sarà composta da 30 consiglieri: 22 di Fratelli d'Italia, 3 della Lega, 3 di Forza Italia, 1 della Lista civica di Rocca, 1 dell'Udc. A questi bisogna aggiungere il Governatore. E quindi si arriva a quota 31. Gli assessorati a disposizione sono 10 e tutte le forze della coalizione vorranno una rappresentanza. Il presidente Francesco Rocca potrebbe mantenere ad interim le deleghe alla sanità e al bilancio, da assegnare in un secondo momento a due tecnici. Non sarà affatto semplice trovare la quadra.

Le ipotesi sul tavolo
Sempre il quotidiano La Repubblica ha rilevato: «Un assessorato è invece blindato per il leghista Pasquale Ciacciarelli». Pasquale Ciacciarelli ha ottenuto 14.000 preferenze, il più votato in termini assoluti del Carroccio nel Lazio. Il seggio però non è scattato per via delle regole del sistema elettorale. Nel partito tutti hanno sottolineato la necessità di dare rappresentanza a quei voti. L'unico modo è quello di una nomina come assessore in giunta. La concorrenza interna non manca però: Orlando Tripodi, Davide Bordoni, Tony Bruognolo. In provincia di Frosinone Fratelli d'Italia ha eletto due consiglieri regionali: Daniele Maura e Alessia Savo. Sul tema della rappresentanza in giunta FdI deciderà sulla base di equilibri regionali. Su questo non ci sono dubbi.

D'Amato e il congresso
Alessio D'Amato ha guidato il centrosinistra come candidato alla presidenza. Oggi alle 17.30 parteciperà ad una manifestazione a Roma a sostegno della candidatura di Stefano Bonaccini alla segreteria del Pd. Si tratta di un evento di Energia Popolare, che si terrà a viale Angelico. I rapporti di forza nel Pd laziale e romano non saranno secondari neppure nella prospettiva degli equilibri regionali. A Roma e provincia nei congressi di circolo (riservati agli iscritti) ha vinto la mozione di Elly Schlein. Sostenuta sia dal deputato e già presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e da AreaDem di Dario Franceschini, corrente della quale fa parte anche il consigliere regionale Daniele Leodori. Il Pd riparte dall'opposizione nell'aula della Pisana, dopo dieci anni di governo. Sarà importante capire chi prenderà in mano le redini del centrosinistra in consiglio regionale.

Subito dopo la sconfitta Alessio D'Amato ha detto: «Il dato generale è quello di un'onda lunga delle politiche. I dati di Lombardia e Lazio si somigliano molto. I veri sconfitti sono i Cinque Stelle, credo che Conte dovrà riflettere sulle scelte compiute. L'errore è stato di Giuseppe Conte. Desidero ringraziare tutti gli elettori e le elettrici per il consenso che hanno dato che non è stato comunque sufficiente alla vittoria. Ma ricordo che è stato un risultato superiore a quello delle ultime elezioni regionali. Faremo l'opposizione in maniera molto seria e sui programmi in modo molto leale. Un dato preoccupante è l'astensionismo. La campagna elettorale nel Lazio l'ho combattuta come un leone, e ci tengo a dire che non mi sono sentito solo. Ho voluto una campagna elettorale molto incentrata sui temi territoriali e più svincolata dalle dinamiche di carattere nazionale. Ora, partirà una fase nuova dall'opposizione con al centro i temi della sanità pubblica e l'attenzione particolare sui temi delle autonomie differenziate».