Una lista unica. E unitaria. A sostegno di Stefano Bonaccini. Francesco De Angelis e Antonio Pompeo saranno dalla stessa parte alle primarie di domenica prossima. Non è una novità in occasione delle stagioni congressuali nazionali, ma quest'anno la convergenza arriva dopo mesi di contrapposizione durissima. C'è una particolarità: la lista per le primarie riguarderà sia la provincia di Frosinone che quella di Latina. In totale 8 candidati: 4 e 4. Il che vuol dire che le correnti Pensare Democratico e Base Riformista potrebbero indicare due persone a testa. Resta da capire se ci saranno i big, cioè Francesco De Angelis e Antonio Pompeo. Le prossime ore saranno decisive. Non farà parte della lista il segretario provinciale Luca Fantini. Con Elly Schlein nel Pd provinciale sono schierati, tra gli altri, Martina Innocenzi e Massimiliano Iula, responsabile provinciale dei Giovani Democratici.

Il gioco delle correnti
La domanda è: come si conteranno le correnti di Francesco De Angelis e Antonio Pompeo? Difficile dirlo considerando la lista unica. Complicato anche pensare di prendere come riferimento la partecipazione nei vari Comuni. Resta il fatto che alle regionali della scorsa settimana la divisione interna è stata plateale. Oltre che netta. Nonostante l'ottimo risultato di lista ottenuto in provincia di Frosinone. Ad essere eletta è stata Sara Battisti, ma pure Antonio Pompeo ha raggiunto un risultato notevole. A dominare, però, è stata la frattura. E Antonio Pompeo ha detto, tra l'altro, in una recente intervista a Ciociaria Oggi: «Ribadisco, comunque, che il risultato del Pd di Frosinone non porta la firma solo di Pensare Democratico. Il divario tra me e la candidata eletta è di circa 2.000 voti, una differenza che non può giustificare una posizione di dominio assoluto di una o dell'altra componente. È emblematico, poi, che la stessa Battisti parli di un'opportunità che il partito ha dato al sottoscritto per prendere quindicimila voti: è esattamente il contrario». Evidenti le sottolineature polemiche. Le differenze erano già emerse alle provinciali, quando l'area di Francesco De Angelis si è schierata con Luca Di Stefano, mentre la componente di Antonio Pompeo ha appoggiato Luigi Germani.

I precedenti
Nel 2019 la provincia di Frosinone guadagnò la palma della più zingarettiana d'Italia. Alle primarie il 90,60% dei voti andò all'ex presidente della Regione Lazio. Tra gli iscritti la percentuale fu del 91%. Ai gazebo si recarono 22.615 persone in Ciociaria. Nel 2017 erano state 22.372: Matteo Renzi aveva conseguito il 75,70% in provincia di Frosinone, diventando segretario. È chiaro che il momento politico è completamente diverso, anche e soprattutto in considerazione del fatto che il Partito Democratico viene da due sconfitte consecutive: alle politiche del 25 settembre 2022 e alle recenti regionali. Mentre nel 2019 Nicola Zingaretti governava il Lazio: un anno prima era stato confermato nello stesso giorno della sconfitta alle politiche. Nel 2019 gli altri candidati alla segreteria erano Maurizio Martina e Roberto Giachetti: in Ciociaria ottennero, rispettivamente, il 5,44% e il 3,96%. C'erano però due liste a sostegno di Nicola Zingaretti. Quella denominata Piazza Grande di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti ottenne 12.714 voti, il 56,50%. Mentre Territorio per Zingaretti di Antonio Pompeo e Simone Costanzo arrivò a quota 5.781 (25,69%). Poi ci furono 1.896 voti (8,43%) "soltanto" per Zingaretti, che vennero assegnati, in maniera proporzionale, alle due liste. Portando quindi Piazza Grande al 62% e Territorio al 28%. Intanto la commissione nazionale per il congresso del Partito Democratico ha diffuso i dati definitivi del voto nei circoli per la scelta del nuovo segretario. Sono questi: Stefano Bonaccini al 52,87% con 79.787 voti, Elly Schlein al 34,88% con 52.637 voti, Gianni Cuperlo al 7,96% con 12.008 voti e Paola De Micheli al 4,29% con 6.475 voti. Il primo a ricoprire il ruolo di segretario del Partito Democratico, nel 2007, fu il fondatore Walter Veltroni. Poi ci sono stati Dario Franceschini, Pierluigi Bersani, Matteo Renzi, Maurizio Martina. Ma anche le reggenze di Guglielmo Epifani e Matteo Orfini. Infine, dopo le dimissioni da segretario di Nicola Zingaretti a inizio 2021, il 14 marzo dello stesso anno è stato eletto Enrico Letta. Quindi, considerando anche le reggenze, nove segretari diversi in sedici anni. Guidare il Partito Democratico è un mestiere politico non facile.