Adesso nessuno potrà ridimensionare il caso. E il caso, fragoroso, è rappresentato dalla frattura all'interno del Partito Democratico. Non dopo la presa di posizione di Antonio Pompeo. Mai la contrapposizione tra le correnti era arrivata ad un punto di non ritorno come quello attuale. Nemmeno negli anni del dualismo tra i "due Francesco". De Angelis e Scalia tanto per intenderci.

Cosa è successo
In diretta su Teleuniverso Antonio Pompeo ha detto: «Ho notato che né il leader di Pensare Democratico (ndr: Francesco De Angelis) né il segretario provinciale del Pd (ndr: Luca Fantini) hanno ricordato che il risultato del partito alle regionali è stato determinato anche dai voti del sottoscritto, di Annalisa Paliotta e Alessandra Cecilia. Bene, a questo punto una cosa deve essere chiara: Pensare Democratico provi a rivendicare posizioni e ruoli soltanto sulla base dei suoi voti. Inoltre voglio sottolineare che abbiamo raggiunto questo risultato avendo contro tutto l'apparato del partito e la segreteria provinciale. E questo la dice lunga sul clima che ormai si respira nel partito in Ciociaria. Da diverso tempo per la verità. Siamo curiosi di vedere dove potrà arrivare il Pd provinciale senza il nostro contributo». Per tutta la campagna elettorale le correnti del Pd hanno effettuato una sorta di slalom parallelo. Da una parte i tre candidati di Pensare Democratico di Francesco De Angelis: Sara Battisti, Libero Mazzaroppi, Andrea Querqui. Dall'altra quelli di Base Riformista: Antonio Pompeo, Alessandra Cecilia e Annalisa Paliotta. Sia il candidato alla presidenza della Regione Alessio D'Amato che il segretario provinciale Luca Fantini hanno dovuto "sdoppiarsi" per partecipare ai diversi eventi. Sara Battisti è stata confermata consigliere regionale con circa 17.000 voti. Antonio Pompeo ha comunque messo in fila qualcosa come 15.000 preferenze. L'ex presidente della Provincia non ha gradito (è un eufemismo) che nel quartier generale di Pensare Democratico nessuno abbia ricordato il contributo dell'altra metà del cielo del Pd.

Il messaggio di De Angelis
Francesco De Angelis, leader di Pensare Democratico, ieri ha postato su facebook una serie di foto dei festeggiamenti per l'elezione di Sara Battisti. Scrivendo: «Buon lavoro a Sara Battisti, confermata consigliera regionale con 17.406 preferenze. Grazie a tutti i candidati, ai sindaci, agli amministratori, ai militanti e a tutti gli elettori. Grazie a Libero Mazzaroppi e Andrea Querqui». Nessun riferimento agli altri tre candidati nella lista del Pd: Pompeo, Cecilia e Paliotta. La traduzione dal politichese è fin troppo chiara e così traducibile: "se Pompeo vuole andare allo scontro e alla conta, noi siamo pronti". Margini di manovra per una ricomposizione pari allo zero.

La nota di Fantini e Martini
Lunedì sera il segretario provinciale Luca Fantini e la presidente del partito Stefania Martini hanno inviato una nota congiunta. Rilevando: «La sconfitta della coalizione a sostegno del candidato presidente Alessio D'Amato è evidente e ci lascia un profondo dispiacere perché convinti della bontà del lavoro che, come Regione Lazio, abbiamo portato avanti in questi anni. Voglio però sottolineare il grande risultato della lista del Partito Democratico di Frosinone che cresce rispetto alle politiche e raccoglie uno straordinario 22% in un quadro molto difficile. Merito di una lista fortissima, che ha visto l'elezione della capolista Sara Battisti e le grandi affermazioni di Antonio Pompeo, che supera le 15.000 preferenze e dei candidati Libero Mazzaroppi, Andrea Querqui, Alessandra Cecilia e Annalisa Paliotta. Il dato della provincia di Frosinone del Pd è il più alto rispetto alle altre province. Faremo una opposizione dura sui temi, ma da questa base possiamo ripartire per costruire un nuovo partito, più moderno e maggiormente vicino alle istanze delle persone». Un'analisi che tiene insieme tutto il partito ma che è arrivata dopo la durissima presa di posizione di Antonio Pompeo.

Il congresso regionale
Proprio il risultato del Pd provinciale potrebbe rappresentare un elemento importante in vista del congresso regionale del partito. Francesco De Angelis non ha escluso la possibilità di candidarsi alla segreteria Dem del Lazio. Ma a questo punto bisognerà vedere quali saranno le mosse di Antonio Pompeo. Alle porte c'è il congresso nazionale, con le primarie fissate per il 26 febbraio. L'ennesima conta tra le due correnti, che con ogni probabilità presenteranno liste separate a sostegno della candidatura di Stefano Bonaccini. C'è quindi il passaggio provinciale, con riferimento ai rapporti di forza e agli equilibri in Ciociaria. Ad ogni modo l'inizio della spaccatura è avvenuto in occasione delle recenti elezioni per il presidente della Provincia. Quando l'area di Pompeo si è posizionata su Luigi Germani e quella di De Angelis su Luca Di Stefano, che poi ha vinto. La tensione nella notte dello spoglio è stata altissima. La sensazione è che Antonio Pompeo (in ottimi rapporti con Dario Nardella, coordinatore della campagna elettorale di Bonaccini) deciderà il da farsi dopo il congresso. L'ipotesi dello strappo definitivo e dell'addio resta sul tavolo. Anche perché all'orizzonte ci sono pure le elezioni comunali di Ferentino, la "madre di tutte le battaglie politiche". È la roccaforte di Pompeo, che De Angelis vuole espugnare. La realtà è che un'attenta analisi delle dinamiche di questi ultimi mesi fa emergere una situazione di contrapposizione inconciliabile. Quelli di Francesco De Angelis e Antonio Pompeo sembrano due partiti diversi. L'uno contro l'altro armato, come i secoli del Manzoni.