Oggi Giuseppe Conte, domani Nicola Zingaretti. Per circa due anni protagonisti di una stagione di governo "giallorosso" tra Pd e Movimento Cinque Stelle. Da allora però è cambiato tutto, nonostante Zingaretti, da presidente della Regione, ha nominato assessori in giunta Roberta Lombardi e Valentina Corrado. Sperimentando un Campo Largo che non esiste più. Fra l'altro in queste ore la sfida a distanza, sul voto disgiunto, tra i candidati Alessio D'Amato e Donatella Bianchi fa capire quanto sia alto il tasso di competizione tra Dem e pentastellati.
Il tour di Conte
Molto articolata la tappa a Frosinone di Giuseppe Conte, deputato e presidente del Movimento Cinque Stelle. Con lui ci sarà Donatella Bianchi, candidata alla guida della Regione. Il primo appuntamento è previsto alle 14.30 in via Marco Tullio Cicerone 120, «dove sarà effettuata - si legge in una nota - una visita ad un edificio oggetto di riqualificazione grazie al superbonus 110%». Alle 17.15 l'ex presidente del consiglio effettuerà una visita alla "Cittadella Cielo" di Nuovi Orizzonti. Si intratterrà con i ragazzi della comunità, ascoltando alcune testimonianze. Sarà presente la fondatrice Chiara Amirante.
A partire dalla 18.15 è previsto un incontro di Conte e Bianchi con i cittadini e i candidati presso il bar Elleti, in Corso della Repubblica.
L'appuntamento di Zingaretti
Domani invece Nicola Zingaretti, deputato del Pd e due volte presidente della Regione Lazio, parteciperà ad una manifestazione nell'ambito dell'iniziativa "La Regione che sarà", promossa da Sara Battisti, capolista del Partito Democratico in provincia di Frosinone. Incontro alle ore 12 presso il comitato elettorale di Frosinone in via Aldo Moro.
Duello sul voto disgiunto
Proprio in questi giorni botta e risposta al vetriolo tra Alessio D'Amato e Giuseppe Conte sul voto disgiunto. Ha detto D'Amato ai microfoni di Radio 1: «Abbiamo provato in tutti i modi ad arrivare ad un'alleanza e non è stato possibile. Ora siamo competitor e io mi rivolgo a tutti gli elettori, dicendo che c'è anche la possibilità di esercitare un voto disgiunto. Mi sembra che sia stato Conte a non volere me come candidato. Chiedo il voto disgiunto agli elettori dei Cinque Stelle, scegliendo me come presidente della Regione Lazio». La replica di Giuseppe Conte non si è fatta attendere. Ha rilevato: «Sono favorevole al voto disgiunto. Dico a tutti gli elettori del Pd di votare Donatella Bianchi. Una cosa è certa: abbiamo trovato la migliore interprete dell'agenda sociale progressista». Controreplica di D'Amato: «Gli elettori dei Cinque Stelle possono esercitare il voto disgiunto e ottenere due risultati, votare la lista dei Cinque Stelle e votare me, l'unico candidato che non è di servizio per fermare una destra che ha già dimostrato di non essere all'altezza nel Lazio».
Il fattore affluenza
Si tratta indubbiamente di un elemento importante in questa campagna elettorale. Secondo delle rilevazioni effettuate da Izi spa, e pubblicate dal quotidiano La Repubblica, l'astensionismo alle regionali del Lazio si muoverebbe su una forchetta fra il 34% e il 37%. Con un margine di errore del 3-4% che potrebbe spingerlo al 40%. Complicato prevedere chi potrebbe essere maggiormente penalizzato. Cinque anni fa l'affluenza fu del 66,55%. Vuol dire che a casa è rimasto il 33,45% degli aventi diritto. D'altronde anche alle politiche del 25 settembre l'affluenza è stata in caduta libera.
I precedenti
Il 4 marzo 2018 Nicola Zingaretti centrò il bis come Governatore nello stesso giorno in cui il centrosinistra a guida Pd crollò a livello nazionale. Nicola Zingaretti (centrosinistra) vinse con il 32,93% dei consensi, che furono 1.018.736. Stefano Parisi, candidato del centrodestra, ottenne 964.757 voti, pari al 31,18%. La candidata dei Cinque Stelle era Roberta Lombardi: 835.137 voti, il 26,99%. Le liste del centrodestra misero in fila 922.664 preferenze, raggiungendo il 36,37%. Il centrosinistra raccolse invece 867.393 voti, il 34,19%. In provincia di Frosinone, però, a prevalere fu Stefano Parisi: 102.129 voti, il 35,73%. Per Nicola Zingaretti 90.816 preferenze, il 31,77%. Roberta Lombardi di consensi ne raccolse 75.242 (26,32%). Cinque anni fa in Ciociaria i risultati dei partiti furono i seguenti: Movimento Cinque Stelle primo partito al 20,90%, con 52.702 voti. Quindi Partito Democratico al 20,21% (50.966 voti), Forza Italia al 17,57% (44.311), Lega all'11,21% (28.259), Fratelli d'Italia al 5,59% (14.100). Il quadro politico è completamente cambiato rispetto a cinque anni fa. Il sistema elettorale è a turno unico, non è previsto il ballottaggio. Vince chi prende anche un solo voto in più.
Con poche eccezioni le sfide sono state sempre combattute. Nel 1995 Piero Badaloni (centrosinistra) vinse con il 48,14%. Alberto Michelini (centrodestra) arrivò al 47,97%. Nel 2000 successo di Francesco Storace (centrodestra) con il 51,29%. Piero Badaloni (centrosinistra) non andò oltre il 45,97%. Nel 2005 vittoria di Piero Marrazzo (centrosinistra) con il 50,69%. Francesco Storace (centrodestra) al 47,37%. Nel 2010 fu la volta di Renata Polverini (centrodestra), eletta presidente con il 51,14%. Mentre Emma Bonino (centrosinistra) arrivò al 48,32%. Nel 2013 la prima vittoria di Nicola Zingaretti (centrosinistra) con il 40,65%. Il candidato del centrodestra era Francesco Storace: 29,32%. Davide Barillari (Movimento Cinque Stelle) al 20,22%. Quindi il 2018.