Un caffè al bar e una battuta su Frosinone-Modena: «Mi avete fregato due volte». Stefano Bonaccini è arrivato ieri all'Astor Hotel, reduce da un tour in giro per l'Italia per le primarie che andranno a eleggere il nuovo segretario nazionale del Partito Democratico. I sostenitori sono chiamati a decidere chi prenderà il posto di Enrico Letta. La corsa è a quattro: oltre al presidente dell'Emilia Romagna ci sono Paola De Micheli, Elly Schlein e Gianni Cuperlo. Si vota il 26 febbraio.

All'appuntamento c'erano tutti i big locali. In prima fila Francesco De Angelis con Luca Fantini e Sara Battisti. Dall'altro lato Antonio Pompeo, seduto di fianco all'ex senatrice Monica Cirinnà e al sindaco di Fiumicino Esterino Montino. Presenti anche il presidente dell'Egato Mauro Buschini, il deputato Matteo Orfini, il presidente provinciale Stefania Martini e tanti amministratori locali. Enrico Pittiglio, sindaco di San Donato Valcomino e capogruppo provinciale, ha aperto i lavori partendo proprio dalle primarie.

«Credo che Bonaccini in provincia di Frosinone arriverà primo. Avrà tutto il nostro sostegno raggiungendo numeri importanti – ha detto – Per ricostruire la nostra comunità abbiamo tanto lavoro davanti. Ma credo che la sua esperienza possa fare la differenza». Al tavolo anche Francesca Cerquozzi, consigliere comunale di Veroli. «Il tuo arrivo (riferendosi a Bonaccini) dà un impulso maggiore a questi giorni intensi di campagna elettorale – ha detto in vista delle prossime elezioni regionali – Ricostruiamo insieme il Pd, con maggiore chiarezza e rivolgendoci soprattutto ai giovani». Poi Bonaccini ha preso la parola, delineando le sue idee per ricostruire il partito e tornare ad essere il perno del centrosinistra. «Abbiamo perso troppi elettori – ha evidenziato – Se verrò eletto segretario la prima cosa da fare sarà cambiare la classe dirigente e rinnovarla pescando dal territorio».

Dopo ha posto l'accento sul rapporto con il territorio. «È decisivo e per questo motivo faremo scegliere ai cittadini chi saranno i futuri candidati. Voglio un partito che parli più di contenuti. Se dobbiamo stare all'opposizione bisogna anche saperla fare. Ad ogni "no" dovrà corrispondere una proposta alternativa e concreta». E qui il presidente ha spostato l'attenzione sui problemi che affliggono il Paese. Partendo dalla sanità.

«Abbiamo un serio problema di carenza di medici nelle strutture – ha aggiunto – Per arginarlo bisognerà per prima cosa abolire il numero chiuso nell'accesso alla facoltà di medicina. Il test che c'è oggi non è selettivo». Ha affrontato anche il problema del lavoro che manca a tanti giovani, quello della denatalità e dei diritti civili, condannando lo ius sanguinis. Inevitabile il riferimento ad Alessio D'Amato e alle elezioni regionali. «È una persona competente e preparata». Quindi prima delle primarie la sfida sarà vincere nel Lazio.