Partita aperta per la presidenza della Regione Lazio. Secondo un nuovo sondaggio Izi, pubblicato ieri dal quotidiano La Repubblica, Alessio D'Amato ha ridotto lo svantaggio nei confronti di Francesco Rocca. Inoltre, la coalizione di centrodestra raggiunge percentuali più alte rispetto al proprio candidato alla presidenza. Mentre nel centrosinistra è il contrario, con D'Amato davanti alle liste che lo appoggiano.

I dati della rilevazione
"La Regione Lazio al voto 2023". Questo il titolo della rilevazione, disponibile sul sito della Presidenza del consiglio dei ministri (Dipartimento per l'informazione e l'editoria). Sondaggio realizzato da Izi dal 13 al 15 gennaio attraverso interviste telefoniche con metodologia Cati e Cawi con questionario strutturato. 3.312 il totale dei contatti: 1.008 interviste e 2.304 rifiuti.

I risultati
Francesco Rocca (centrodestra) è dato al 41,5%, Alessio D'Amato (centrosinistra) al 36,3%, Donatella Bianchi (Movimento Cinque Stelle) al 18,9%. Quindi il 3,3% sotto la voce "altri candidati". Questi invece i risultati del sondaggio Izi dello scorso 29 dicembre: Francesco Rocca al 42,6%, Alessio D'Amato al 34,8%, Donatella Bianchi al 18,3%. Vuol dire che, rispetto alla rilevazione precedente, Rocca perderebbe l',1,1%, D'Amato guadagnerebbe l'1,5%. Donatella Bianchi cresce dello 0,6%. Il 29 dicembre il vantaggio di Rocca su D'Amato era del 7,8%, adesso del 5,2%. Rosicchiato quindi il 2,6%. Come ricordato in precedenza, Alessio D'Amato è 2 punti percentuali avanti rispetto alle liste che lo sostengono, ferme al 34,2%. Francesco Rocca, al contrario, è 4 punti dietro la coalizione, che arriva al 45,4% dei consensi. Emerge altresì che con una eventuale alleanza tra Pd e Movimento Cinque Stelle il trend poteva essere diverso, anche se in politica la logica delle sommatorie vale fino ad un certo punto.

I partiti
Fratelli d'Italia è al 29,7%: la volta scorsa era data al 32,4%. Un calo di 2,7 punti. Nel centrodestra, dopo FdI, c'è Forza Italia al 6,8%, quindi la Lega al 5,2%. Le civiche di Rocca sono testate all'1,9%, Udc all'1,3%, Noi Moderati a 0,5%. Il Partito Democratico è al 18,7%, Italia Viva e Azione al 5,6%, Più Europa al 3,7%, Verdi-Sinistra al 4,4%, Demos allo 0,9%, civiche di D'Amato allo 0,9%. Il Movimento Cinque Stelle è al 17,6%, il Polo Progressista (che sostiene Bianchi) allo 0,7%. C'è poi il 2,1% riferibile alle liste di altri candidati. Astensioni al 30,1%. Ricordiamo i dati del precedente sondaggio Izi del 29 dicembre. Fratelli d'Italia si attestava al 32,4%, Forza Italia al 5,7%, la Lega al 4,1%. Il Partito Democratico al 18,1%, Azione e Italia Viva al 6,7%. Movimento Cinque Stelle al 16,5%.

Sei in corsa
Fin qui il sondaggio Izi. Va detto che i candidati alla presidenza della Regione Lazio sono sei: Alessio D'Amato (centrosinistra), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (Movimento Cinque Stelle), Rosa Rinaldi (Unione Popolare), Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano), Fabrizio Pignalberi (Quarto Polo e lista Pignalberi presidente). Mancano venticinque giorni all'apertura dei seggi e può succedere ancora di tutto. Il presidente della Regione Lazio è eletto direttamente dai cittadini. L'80% dei seggi del consiglio regionale viene assegnato invece con metodo proporzionale, alle liste circoscrizionali concorrenti, con l'applicazione di un premio di maggioranza del 20% alle liste collegate alla persona eletta presidente. Le circoscrizioni coincidono con le province del Lazio, quindi Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Il sistema elettorale è a turno unico, non c'è il ballottaggio. Diventa presidente chi prende un solo voto in più. Diverso invece il discorso per il consiglio regionale: ci sono liste con sei candidati (tre uomini e tre donne) e l'impostazione è proporzionale. Si possono esprimere una o due preferenze, ma in quest'ultimo caso la seconda deve essere di genere (un uomo e una donna o viceversa).

La posta in palio
Le elezioni regionali del Lazio arrivano dopo le politiche anticipate di settembre 2022. Inevitabilmente si tratta di un test per il Governo guidato da Giorgia Meloni. Non c'è soltanto questo però. Il successo del centrodestra in Regione manca dal 2010, quando vinse Renata Polverini. Poi c'è stata la lunga stagione di Nicola Zingaretti, l'unico capace di centrare il doppio mandato. Dal canto suo la Regione Lazio rappresenta una roccaforte del Partito Democratico. Il dato politico è la mancata alleanza tra Democrat e Cinque Stelle. Neppure cinque anni fa c'era, ma nel frattempo sono successe molte cose. E soprattutto è stato Nicola Zingaretti a volere in giunta Roberta Lombardi e Valentina Corrado. Nell'ambito di un Campo Largo nel quale c'era anche il Terzo Polo. Quello schema non esiste più e di conseguenza il risultato delle regionali del Lazio sarà importante per verificare gli assetti nel cosiddetto polo progressista. Il centrodestra parte con i favori del pronostico e dei sondaggi. Ragione per la quale una eventuale terza sconfitta consecutiva sarebbe difficilmente gestibile sul piano politico. Ad ogni livello. Vietato perdere dunque. Per tutti.