Sul piano politico anche il 2023 sarà senza un attimo di tregua. Il 12 e 13 febbraio si vota per le regionali: dopo dieci anni di Amministrazione Zingaretti il centrosinistra proverà a tenere la roccaforte del Lazio, mentre il centrodestra (a traino Fratelli d'Italia) tenterà di spezzare una lunga "maledizione" che sembra incombere quando alle urne si va per eleggere il sindaco di Roma o il Governatore. Il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte ha un obiettivo prioritario: dimostrare sul campo che il Pd da solo non va da nessuna parte. A livello provinciale le regionali saranno una sorta di terno al lotto: i seggi a disposizione sono soltanto 4 e, dopo la cura dimagrante alle politiche, l'affollamento è enorme.

Sul tavolo dovrebbe esserci il tema della rappresentanza di un territorio che avrebbe bisogno almeno di un assessore regionale per provare ad incidere nelle scelte che contano. In questo momento però la priorità è sempre la stessa: la supremazia politica al proprio interno. Nel Pd innanzitutto: la sfida tra Sara Battisti e Antonio Pompeo, se ci sarà, avrebbe il sapore della resa dei conti tra le correnti Pensare Democratico e Base Riformista. Nel centrodestra duello tra Fratelli d'Italia e Lega.

Non va dimenticata la Provincia, dopo l'esito clamoroso delle elezioni per il presidente. Con la vittoria di Luca Di Stefano e Francesco De Angelis. Nei prossimi giorni si capirà su quale maggioranza potrà davvero contare Di Stefano e poi a dicembre ennesima tornata. Stavolta per il rinnovo del Consiglio. In palio 12 seggi. Ma il 2023 sarà pure l'anno delle comunali (a Ferentino, Anagni e Fiuggi tanto per fare dei nomi), del debutto dell'Egato con alla guida Mauro Buschini. E dell'assemblea dei sindaci per indicare il presidente della Saf. Un appuntamento delicato, strategico, importante. ù

Oltre la leadership ci sarebbe il rilancio del territorio
Un autorevole studio della Cgia di Mestre prevede, per il 2023, 12.665 disoccupati in più nel Lazio, 2.805 dei quali in provincia di Frosinone. La priorità resta il risanamento della Valle del Sacco: da quanti anni si attende la bonifica? Da quanti anni il Vescovo Ambrogio Spreafico segnala il problema sferzando la classe dirigente? Da troppi. Neppure è stato definito il tema dei criteri della perimetrazione. E anzi è passato il messaggio che tutela dell'ambiente e lavoro sono inconciliabili. Non è così. Il punto è che le imprese "eroiche" che sono rimaste nel nostro territorio chiedono tempi rapidi per le risposte autorizzative e burocratiche e non sono in grado di sopportare i costi di una bonifica ambientale. La Regione Lazio può e deve prendere l'iniziativa. Ecco perché gli eletti alla Pisana dovranno farsi sentire, dovranno "pesare" nelle scelte fondamentali per questo territorio. C'è un solo modo: essere rappresentati in giunta. Ma ci sono altri fattori che peseranno: l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, per le fortissime ricadute che si registrano dappertutto, ma in particolar modo nei settori manifatturieri ad alto impatto energivoro. In tanti hanno individuato nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) una risposta importante alle necessità del territorio. Non mettiamo in dubbio, ma bisognerebbe capire bene quali sono i tempi e i modi, a quante risorse effettive si può attingere davvero. E quali progetti possono realmente essere "scaricati a terra". C'è un fenomeno segnalato dalla Cisl che rappresenta un segnale: la desertificazione bancaria. Negli ultimi anni nel Lazio sono stati chiusi 800 sportelli bancari (su 3.062 in Italia) e in 90 Comuni della regione non ci sono né filiali bancarie né bancomat. Negli anni passati i risparmi delle famiglie hanno rappresentato un fattore importante per resistere alle crisi. La Ciociaria si è costantemente distinta nel ruolo della "formica". Oggi anche questo valore aggiunto è venuto meno. In tre anni è successo di tutto: la pandemia da Covid 19 (non ancora finita), la guerra e l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime hanno fatto crescere in modo esponenziale le diseguaglianze. Abbiamo registrato l'aumento delle povertà, le difficoltà dei pensionati e dei disoccupati e molto altro. Per esempio la drastica diminuzione dei consumi delle famiglie, che non sanno come arrivare a fine mese. Per esempio la chiusura di tante micro, piccole e medie aziende. E di conseguenza l'aumento dei disoccupati. L'intero sistema produttivo è "sotto attacco", anche in Ciociaria. Nel 2023, per invertire il trend, ci vorranno coraggio e capacità di mettersi in discussione.

Riscoprire il senso delle istituzioni
Le campagne elettorali, di qualunque tipo e di qualsiasi livello, riescono a determinare ancora entusiasmo e passione politica dei protagonisti. C'è un fattore sul quale riflettere però: il continuo e sistematico calo dell'affluenza. La competizione è il sale anche della politica. Ma poi, quando le sfide sono terminate, dovrebbe subentrare l'impegno a risolvere le situazioni. Secondo le competenze dei vari enti: Comune, Provincia, Regione, Camera, Senato. Il gioco di squadra dovrebbe essere la conseguenza di un senso di responsabilità finalizzato davvero a "quel superiore interesse del territorio" del quale tutti (nessuno escluso) si riempiono la bocca. La differenza la fanno le persone, con le loro capacità, con le rispettive competenze, con l'impegno e le opportunità di incidere. "L'anno che sta arrivando tra un anno passerà", cantava Lucio Dalla. Il rischio (concreto) è che non cambi nulla.