Il conto alla rovescia termina domani, quando dalle 8 alle 20 i 1.147 "grandi elettori" (91 sindaci e 1.056 consiglieri comunali) potranno recarsi ai seggi che saranno allestiti al Palazzo della Provincia. In palio c'è l'elezione del presidente, dopo due mandati consecutivi di Antonio Pompeo. Sarà una corsa a tre: i candidati sono i sindaci Riccardo Mastrangeli (Frosinone), Luigi Germani (Arce) e Luca Di Stefano (Sora). La mappa delle alleanze è nota: Mastrangeli è sostenuto dalla Lega e dall'area di Forza Italia che fa riferimento ad Adriano Piacentini. Ma si sta rivolgendo anche ad amministratori civici. Con Germani ci sono Fratelli d'Italia, la corrente del Pd di Antonio Pompeo e la parte di Forza Italia che si riconosce nelle posizioni di Rossella Chiusaroli e Daniele Natalia. Naturalmente pure Germani confida nel voto ponderato dei civici.
Con Luca Di Stefano la corrente Democrat di Francesco De Angelis, diversi esponenti del Terzo Polo e sindaci e consiglieri di estrazione civica. Questi gli schieramenti ufficiali. Poi naturalmente dietro le quinte sta succedendo di tutto. Il presupposto è che dal 2014, anno di entrata in vigore della riforma Delrio, la caratteristica principale delle elezioni provinciali è il trasversalismo. Inoltre nel segreto dell'urna, e all'interno dei confini tracciati dalle fasce di ponderazione, i "franchi tiratori" si sono spesso rivelati decisivi.
Impossibile controllare tutte le manovre in corso. Considerando altresì il peso della logica "contro". Nel senso che in diversi votano più per far perdere l'alleato che l'avversario. Quest'anno poi ci sono le regionali alle porte e quindi le candidature. Complicato districarsi in un labirinto simile, alimentato da speranze e malumori, da fughe in avanti e "tradimenti". Naturalmente inconfessabili. È un'elezione per addetti ai lavoro: a concorrere sono i sindaci, a votare primi cittadini e consiglieri.
Una sfida a tre è un inedito e tutti sono consapevoli che lo spostamento di un pacchetto di 4.000-5.000 voti ponderati (anche all'ultimo istante) potrebbe spostare i confini della vittoria e della sconfitta. Ecco perché proprio in queste ore le voci (non confermate) di possibili faccia a faccia tra i leader si stanno moltiplicando. Fa parte del gioco. In ogni caso però sono proprio le spaccature nel Pd e nel centrodestra a dare la dimensione di quello che c'è in gioco.
Nel Pd l'esito del duello tra De Angelis e Pompeo (il primo con Di Stefano, il secondo con Germani) può avere degli effetti sugli equilibri del partito. E non solo, dal momento che alle regionali ci sarà il confronto tra Sara Battisti e Antonio Pompeo. Inoltre in prospettiva c'è il congresso nazionale, appuntamento cruciale pure in chiave locale. Nel centrodestra a dominare è la spaccatura tra Fratelli d'Italia di Massimo Ruspandini e la Lega di Nicola Ottaviani. Resta comunque il fatto che la coalizione si presenta ancora una volta divisa all'appuntamento con l'elezione di un ente intermedio. A disposizione ci sono 99.256 voti ponderati. Dei quali 16.646 tra Frosinone e Cassino. Poi 34.884 tra Alatri, Anagni, Ceccano, Ferentino, Isola del Liri, Monte San Giovanni Campano, Pontecorvo, Sara, Veroli.
Ci sono 17.940 voti ponderati tra Aquino, Arce, Arpino, Boville Ernica, Ceprano, Cervaro, Fiuggi, Paliano, Piedimonte San Germano, Ripi, Roccasecca, Sant'Elia Fiumerapido. Quindi 12.896 voti ponderati tra Amaseno, Atina, Castelliri, Castro dei Volsci, Castrocielo, Esperia, Morolo, Patrica, Pico, Piglio, Pofi, San Giorgio a Liri, San Giovanni Incarico, Serrone, Supino, Torrice. Infine, in palio 17.160 voti ponderati nella fascia azzurra, che racchiude ben 52 Comuni. Ieri tutti hanno provato a calcolare i propri voti ponderati. Convinti di vincere. Ma festeggerà uno solo.