A giugno è stato eletto sindaco di Frosinone, battendo Domenico Marzi al ballottaggio. E guidando una coalizione unita di centrodestra. Adesso Riccardo Mastrangeli concorre per la presidenza della Provincia in un contesto completamente diverso. Intanto c'è il voto ponderato e alle urne si recano gli amministratori, vale a dire gli addetti ai lavori. Ma soprattutto la mappa delle alleanze disegna parabole trasversali. Mastrangeli precisa: «Soltanto la mia candidatura mantiene una collocazione politica coerente, è un fatto». Poi aggiunge: «Sugli Egato avevamo ragione a chiedere il rinvio. Spiace che in tanti se ne siano accorti dopo, ma era evidente che non c'erano le condizioni. Ribadisco: si può affrontare un tema del genere senza uno straccio di "business plan"? Tanto più che si chiede ai sindaci di votare? C'è bisogno di cambiare passo anche alla Provincia. Occorrono programmi e piani all'altezza».

Allora Mastrangeli, lei si è definito l'unico candidato del centrodestra ma anche un civico in quota Lega. Si sta rivolgendo a tutti gli amministratori, anche quelli di centrosinistra?
«Con la Delrio le Province italiane sono state trasformate in enti di secondo livello. A prescindere da ogni considerazione su quella riforma, che non ha portato risparmi né ha risolto i problemi dell'eccessiva frammentazione delle competenze, oggi questi enti sono delle unioni di sindaci più che luoghi in cui si fa politica. Non di meno però, nella vita si hanno visioni e prospettive. Che prendono forma sulla base delle proprie convinzioni ed esperienze. In questo senso io rivendico la mia visione di centrodestra, all'interno della quale ho un progetto di crescita civico per la Provincia, che va al di là dei rigidi steccati politici».

Perché è importante guidare la Provincia? Favorevole o contrario al ritorno all'elezione diretta di presidente e consiglieri?
«È importante perché altrimenti si rischia di renderle ancora più evanescenti di quanto pretendeva la sinistra con la sua riforma delle Province. Invece un ente di secondo livello, se organizzato bene, riesce ad essere il tratto d'unione tra i diversi Comuni. L'esempio a cui penso è quello che ci ha portato a rivoluzionare la città di Frosinone nei due mandati del sindaco Ottaviani. Pensate solo alle enormi potenzialità dei progetti Ue, concepiti mettendo insieme le singole realtà come se fossero una immensa città intercomunale. La provincia può farlo, salvaguardando le individualità. Sull'elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri penso che il danno sia stato fatto: occorrerebbe riformare di nuovo la riforma restituendo alle Province i loro ruoli ed ai cittadini il loro legittimo potere di scelta. Ma evitando le duplicazioni ed indicando in maniera chiara le competenze. E cioè: alle Regioni il potere legislativo, alle Province quello amministrativo».

Se vince è un trionfo e se perde una disfatta?
«Non siamo allo stadio, non è una competizione olimpica. Se vinco, con me vince un modo di vedere l'insieme delle diverse Comunità ed un modello di governo dei territori».

Il centrodestra si è spaccato, la frattura tra Lega e Fratelli d'Italia è stata fortissima. Quali conseguenze potrebbero esserci a livello di Comune di Frosinone, soprattutto in giunta?
«Intanto pensiamo alle provinciali. I loro risultati saranno uno spunto di riflessione. Per tutti. Fino all'ultimo minuto ho offerto la possibilità di tirarmi indietro qualora ci fosse stata una proposta alternativa. Non mi sembra che nemmeno alla riunione organizzata anche dal sindaco di Alatri ne siano state portate. E se l'alternativa era il patto innaturale o "inciucio" al quale voleva condurci una parte di Fratelli d'Italia alleandosi con il Pd, penso che la spaccatura sia legittima e la riflessione da fare sia profondissima».

Da presidente della Provincia quali sarebbero le sue priorità?
«Una maggiore collegialità. Fino ad oggi i sindaci sono stati coinvolti solo quando hanno dovuto ratificare le scelte. Io credo in una Provincia corale. C'è poi il tema della grande progettualità sulla quale la Provincia avrà un ruolo centrale e finora del tutto inedito.ranno una loro efficacia e potranno portare al rilancio dell'intera Ciociaria. Inoltre, la Provincia non Dovremo essere il raccordo tra i Comuni ed i progetti del Pnrr: solo se verranno messi a sistema av può continuare ad ignorare i grandi progetti: qui è arrivato un colosso come Fincantieri che sta già condizionando molte scelte industriali e la Provincia è stata del tutto assente a questa dinamica. Gli industriali hanno dato vita al primo Cluster Nazionale dell'Automotive, proiettandosi sulla prossima generazione di veicoli: sono andati ad annunciarlo a Vallelunga, segno evidente che la Provincia non ha svolto alcun ruolo. Il tema dell'energia non può essere lasciato alle scelte degli altri: Roma con il suo termovalorizzatore condizionerà ogni dinamica; vorrei che anche qui ci fosse una sana discussione su quella tecnologia e le conseguenze che potrebbe determinare sulla nostra salute. Lascio per ultimo ciò che dovremmo fare per primo: l'Amministrazione uscente, che sponsorizza pur diversamente ambedue i miei due antagonisti, avrebbe dovuto individuare la nuova discarica provinciale. Non lo ha fatto. La relazione del politecnico di Torino sull'individuazione delle aree mi dicono che sia pronta da mesi; se è così perché non è stata tirata fuori dai cassetti? Perché non si dice con chiarezza che il sud della provincia ha già dato in termini ambientali ed il minimo ora sarebbe dire "basta"?».

Nel segreto dell'urna può succedere di tutto? Perché il centrodestra non riesce mai a marciare unito nelle elezioni degli enti di secondo livello?
«Mai dire mai. Non escludo che il centrodestra possa andare unito. Almeno nel segreto dell'urna. Ha ragione il mio competitor Gino Germani quando al Manzoni di Cassino ha detto "mai con la fiamma tricolore" volendo sintetizzare che le unioni politiche innaturali sono solo inciuci. Io la dico in maniera leggermente diversa: ci sono visioni delle cose, la mia è una visione di centrodestra dentro la quale c'è un progetto amministrativo civico. È per questo che sarà più naturale per gli elettori di Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega votare per me e non per un sindaco notoriamente e legittimamente del Partito Democratico».