Riunioni di partito senza sosta e contatti telefonici frenetici. Per arrivare alla definizione dei nomi da indicare per il consiglio direttivo dell'Egato, l'ente di gestione dell'Ambito territoriale ottimale dei rifiuti. L'accordo politico è stato raggiunto a livello regionale. In provincia di Frosinone per il ruolo di presidente è stato individuato Mauro Buschini, consigliere regionale del Partito Democratico. Mentre relativamente ai 4 posti del consiglio direttivo la suddivisione dovrebbe essere la seguente: 2 in quota Democrat, 1 a Fratelli d'Italia, 1 alla Lega. Per quanto riguarda il Pd bisogna sottolineare due cose.

Un esponente verrà indicato dall'area del presidente della Provincia Antonio Pompeo. Anzi, con molta probabilità dal sindaco di Cassino Enzo Salera. Per quanto riguarda invece l'altro seggio, si sta valutando un ragionamento diverso, finalizzato a coinvolgere il Terzo Polo. Magari con un esponente in quota Italia Viva. Nel centrodestra, come detto, saranno Fratelli d'Italia e la Lega a esprimere i membri del consiglio direttivo.
Va pure aggiunto che 2 esponenti del consiglio direttivo dovranno essere rappresentativi, rispettivamente, dei Comuni fino a 5.000 abitanti e di quelli compresi tra 5.000 e 15.000 abitanti. Sarà quindi necessario arrivare ad una proposta complessiva che tenga conto di tutti questi aspetti.

Si è pure in attesa di una risposta dagli uffici legislativi della Regione Lazio su un punto: i sindaci possono essere eletti nel consiglio direttivo? Tra domani e dopodomani il quadro sarà più chiaro.
Gli Ambiti territoriali identificati a livello regionale sono cinque e coincidono con le province del Lazio. Anche se per quanto riguarda Roma ne sono stati individuati due: uno riguardante soltanto il Campidoglio, l'altro i 120 Comuni della provincia. I presidenti riceveranno una retribuzione pari all'80% dell'indennità del presidente della Regione, i componenti del direttivo al 40%.
Dell'Egato fanno parte l'assemblea (composta da tutti i sindaci dei Comuni appartenenti all'Ato), il presidente (che viene eletto a maggioranza dai componenti dell'assemblea), il consiglio direttivo (costituito dal presidente e da quattro membri nominati dall'assemblea), il direttore generale (nominato dal consiglio direttivo mediante procedura ad evidenza pubblica) e il revisore legale unico dei conti (nominato dall'assemblea).

All'assemblea partecipano i sindaci (o loro delegati). E c'è il voto ponderato, per il quale sono stati utilizzati i seguenti indicatori: 1) popolazione residente (incidenza del 40%); 2) estensione territoriale dei singoli Comuni (incidenza del 10%); 3) tasso di raccolta differenziata elaborato in base ai più aggiornati dati Ispra disponibili (incidenza del 20%), presenza di impianti di recupero/smaltimento anche intermedi, impattanti sul territorio di competenza dei singoli Comuni (incidenza del 30%).

Sarà un tipo di elezione da ente intermedio, che quindi richiederà capacità di raggiungere e di far passare intese trasversali.
Ma cade a undici giorni dall'elezione del presidente della Provincia. Il che richiede una estrema attenzione dei leader a mantenere ogni tipo di equilibrio. La variabile può essere rappresentata da sindaci non allineati agli schieramenti.