Nel giorno in cui il sindaco di Sora Luca Di Stefano rompe (finalmente) gli indugi e si candida alla presidenza della Provincia, il nome del primo cittadino di Arce Luigi Germani (che a dire il vero circolava già da un po'), rischia di sparigliare ancora una volta le carte in tavola. Ma andiamo con ordine. Di Stefano, dopo il confronto anche con i colleghi di Isola del Liri e Posta Fibreno, Massimiliano Quadrini e Adamo Pantano, ha fatto un passo in avanti. Confidando nell'appoggio dei sindaci del Sorano e della Valle di Comino e soprattutto sul sostegno almeno di una parte di Pensare Democratico, l'area del Pd che fa riferimento a Francesco De Angelis. Lo stesso Pd che, dopo aver invano cercato la sintesi, insieme a Fratelli d'Italia, sul sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco (vedi a lato), a questo punto rischia di spaccarsi ancora di più.

L'idea di sostenere Di Stefano, anche senza Fratelli d'Italia, sembrava tramontata e un candidato "istituzionale", come appunto Luigi Germani, appariva l'ipotesi migliore. Ora cambia tutto. Soprattutto alla luce del mezzo endorsment del primo cittadino di Cassino Enzo Salera. Che, senza sbilanciarsi più di tanto, proprio ieri ha detto che «sul piatto, in linea con il documento approvato nella direzione provinciale del Partito democratico, ci sono cinque nomi di sindaci eleggibili». Vale a dire Giuseppe Villani di Esperia, Oreste De Bellis di Castelnuovo Parano, Emiliano Cinelli di Monte San Giovanni Campano, Gianfranco Barletta di Supino e, appunto, Luigi Germani. «Laddove si troverà una maggiore convergenza – ha detto Salera – siamo disposti a sottoscrivere la candidatura. Il sindaco di Arce? Per me sono tutti ottimi candidati».

La maggiore convergenza dovrebbe esserci proprio su Germani, candidato "ideale" per Fratelli d'Italia, che da settimane sta lavorando sottobanco, ma neanche tanto, con una parte del Partito democratico. E che non dispiacerebbe affatto al presidente uscente della Provincia e sindaco di Ferentino Antonio Pompeo. Fantapolitica? Neanche per sogno, viste le tensioni all'interno del Pd e nel centrodestra.

Dal canto suo Luigi Germani, da "vecchia volpe" qual è, non si è scomposto. E su una sua eventuale candidatura è stato criptico: «No so niente di questa mia presunta candidatura né ho ricevuto alcuna comunicazione in merito. Di certo non mi sono autocandidato, anche perché non sono di primo pelo. Mi hanno chiamato alcuni amici ma ancora non ho deciso né accettato. Nei giorni scorsi sono stato a una riunione a Cassino, ma non ho avanzato alcuna candidatura. E nessuno in quella sede ha fatto il mio nome. Per quanto mi riguarda, sono una persona delle istituzioni e resto a disposizione». Come a dire, sono pronto ma non voglio fare l'agnello sacrificale.

Il resto del centrodestra
E veniamo al centrodestra. O, meglio, a Riccardo Mastrangeli. Il sindaco di Frosinone si era proposto convinto di poter rappresentare tutto lo schieramento. Così non sarà. E a rischio di rimediare una figuraccia, al momento è intenzionato ad andare avanti. Con il sostegno di chi? Sicuramente di una parte di Forza Italia, quella che fa riferimento all'assessore comunale Adriano Piacentini. Ma senza trovare l'appoggio del senatore Claudio Fazzone e del subcommissario Rossella Chiusaroli, vicini a Germani. In bilico il sindaco di Anagni Daniele Natalia. Che ha preferito prendere tempo. Una cosa è certa, con la polveriera che si ritrova nella sua maggioranza, ha poco da scherzare. Ecco perché non è escluso (anzi!) che alla fine propenderà per Luigi Germani. E la Lega? Sta con Riccardo Mastrangeli. Almeno per quanto riguarda il deputato e coordinatore provinciale Nicola Ottaviani e il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli. Resta solo da capire cosa deciderà il capogruppo provinciale Gianluca Quadrini.