Molta tattica e pochissima strategia. Sia il centrodestra che il Partito Democratico hanno molti problemi al proprio interno e a questo punto ognuno sta cercando di capire quali possono essere le mosse dell'avversario. Oltre che dell'alleato naturalmente. La fase è di stallo. Francesco De Angelis, leader del Partito Democratico, dice: «C'è una commissione che sta lavorando e alla quale va dato il tempo. La stella polare è l'unità del Partito Democratico: dopo la riunione della direzione provinciale di domenica, l'obiettivo sarà sicuramente raggiunto. A questo punto ci sono tutte le condizioni per trovare la migliore soluzione possibile. Poi, insieme, cercheremo di vincere».

Dicevamo che inevitabilmente in questo momento è l'attendismo a dominare. La delegazione alla quale fa riferimento De Angelis è composta dal capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Enrico Pittiglio, dal presidente uscente, Antonio Pompeo, dal sindaco di Paliano Domenico Alfieri, dal sindaco di Cassino, Enzo Salera, e da Stefania Martini, presidente provinciale del partito.
I nomi sui quali si sta ragionando non sono cambiati. In pole position c'è sempre il sindaco di Sora Luca Di Stefano, esponente politico dal profilo civico che i Democrat hanno appoggiato alle comunali. Ma in corsa restano pure Emiliano Cinelli e Gianfranco Barletta, primi cittadini rispettivamente di Monte San Giovanni Campano e Supino. Si stanno effettuando i conti sui potenziali voti ponderati di partenza.

Il Pd è consapevole di non essere quello del 2014, quando Antonio Pompeo vinse il "derby" con Enrico Pittiglio dopo la clamorosa frattura tra Francesco Scalia e Francesco De Angelis. Non ci sono più nemmeno le condizioni del 2018, quando lo stesso Pompeo venne confermato a valanga. Adesso il Pd ha la necessità di allargare il campo e quindi si sta analizzando la candidatura che ha maggiori possibilità di "intercettare" sia i voti civici che quelli trasversali. Evidente pure che una frattura del centrodestra determinerebbe una situazione di partenza con tre candidati. A quel punto il centrosinistra proverebbe a giocarsi le proprie carte. Anche se in realtà tutti i candidati alla presidenza della Provincia stanno lavorando pure in una prospettiva trasversale.

Dai radar, almeno per il momento, è sparita la cosiddetta "soluzione istituzionale". Ma questo non vuol dire che non ci siano grandi manovre in corso. Dietro le quinte. Nel centrodestra la situazione è nota. Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, in quota alla Lega, sta andando avanti. Ed è pronto al tour de force per la raccolta delle firme quando la situazione sarà definita. Fratelli d'Italia e Forza Italia, dal canto loro, sono pronti ad ufficializzare il sostegno a Giuseppe Sacco, primo cittadino di Roccasecca. Sacco ha un profilo civico e il suo nome era stato preso in considerazione anche in un contesto di "soluzione istituzionale". De Angelis stesso aveva preso in considerazione l'ipotesi. Nei giorni scorsi tra i nomi che erano circolati pure quello di Gioacchino Ferdinandi, sindaco di Piedimonte San Germano.

Tornando al Partito Democratico, il punto di caduta sarà rappresentato da una soluzione che garantisca tutti gli equilibri interni. E che tenga in considerazione la posizione del sindaco di Cassino Enzo Salera e dell'attuale presidente della Provincia Antonio Pompeo. Saranno 1.147 i grandi elettori che il prossimo 18 dicembre eleggeranno il presidente della Provincia. Alle urne andranno 91 sindaci e 1.056 consiglieri comunali. Per la candidatura a presidente della Provincia occorrono 172 sottoscrittori. Le designazioni dovranno essere presentate il 27 e 28 novembre. Nel primo dei due giorni dalle 8 alle 20, nel secondo dalle 8 alle 12. Poi, dal 29 novembre al 3 dicembre, ci sarà l'esame delle candidature da parte dell'ufficio elettorale costituito presso la Provincia.

Si voterà in un'unica giornata, il 18 dicembre dalle 8 alle 20. Per l'elezione a presidente della Provincia occorre superare quota 50.000 voti ponderati. Come emerge dai due precedenti che ci sono stati finora. Nel 2014, anno dell'entrata in vigore della legge Delrio, Antonio Pompeo vinse la sfida con Enrico Pittiglio: 50.174 voti ponderati contro 43.159. Nel 2018 conferma di Antonio Pompeo con 51.768 voti ponderati, mentre Tommaso Ciccone ne totalizzò 34.442.