Il momento è delicato. Per tutti. Lo si intuisce dalle dichiarazioni ufficiali ma anche dai silenzi. E dal dato di fatto che più che degli avversari ci si preoccupa degli alleati. Tutti i partiti sono al lavoro per costituire commissioni e "delegazioni trattanti", ma nessuno ha la sicurezza che ci saranno davvero dei vertici.

In ogni caso il deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Massimo Ruspandini rileva: «Oggi (ndr: ieri per chi legge) ho chiesto al sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, al sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio e all'onorevole Paolo Pulciani di coadiuvarmi in questo importantissimo frangente e per tutta la campagna elettorale delle provinciali». Spiega: «In questa delicata fase di trattative e di consultazioni finalizzate all'individuazione del candidato presidente della Provincia di Frosinone, Fratelli d'Italia si dimostra nuovamente, come sempre, un partito granitico ed unito, specie se paragonato al correntismo esasperato, allo sfaldamento di intere componenti umane, alle fughe in avanti e alle dichiarazioni contraddittorie alle quali assistiamo da giorni».

La domanda è: si riunirà il tavolo del centrodestra? E a quale livello: provinciale o regionale? La sensazione è che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, gli spazi per una ricomposizione di un quadro unitario non ci siano. Con le regionali ormai alle porte, in teoria un tema del genere potrebbe essere argomento dei responsabili regionali di Fratelli d'Italia (Paolo Trancassini), Lega (Claudio Durigon) e Forza Italia (Claudio Fazzone). A votare per il presidente della Provincia saranno 1.147 grandi elettori: 91 sindaci e 1.056 consiglieri comunali. I precedenti dicono che i "franchi tiratori" sono stati spesso protagonisti alle provinciali da quando c'è la legge Delrio. Nonostante il sistema delle fasce di ponderazione renda abbastanza individuabili i flussi elettorali.

Lo scenario più probabile al momento è quello con tre candidati alla presidenza della Provincia: Riccardo Mastrangeli, Giuseppe Sacco, Luca Di Stefano. Sullo sfondo il "derby" infuocato nel centrodestra. Tipo Boca-River. Da una parte Fratelli d'Italia e Forza Italia, dall'altra la Lega. Massimo Ruspandini e Claudio Fazzone non vogliono che il candidato sia Riccardo Mastrangeli. Mentre Nicola Ottaviani non vuole saperne di chiudere su Giuseppe Sacco. Ma il vero nodo è rappresentato dal fatto che non sembra esistere un "punto di caduta". Il centrodestra si avvia ad una conta politica che avrà dei riflessi fortissimi sull'alleanza. Comunque vada a finire, chiunque vinca. E chiunque perda. Arduo immaginare che si possano evitare delle ripercussioni nei Comuni dove la coalizione governa insieme.

Sul versante del Partito Democratico, l'ipotesi principale rimane quella del sindaco di Sora Luca Di Stefano. Ma ci sono pure altre opzioni: Emiliano Cinelli (Monte San Giovanni Campano) e Gianfranco Barletta (Supino) per esempio. La commissione istituita sta provando a capire su quanti voti ponderati può contare una coalizione da Campo Largo. Ma il tempo stringe e nessuno in partenza può avere la certezza di arrivare a quota 50.000 voti ponderati, necessari per vincere. Nei Democrat c'è anche chi ritiene che le elezioni per la presidenza della Provincia andrebbero "sganciate" politicamente dalle prossime regionali. Non sarà semplice però perché gli amministratori locali hanno un peso enorme per i candidati al consiglio della Pisana. Fra l'altro la composizione della commissione riflette la diversità di vedute all'interno del partito.

Infine, le grandi manovre dietro le quinte. Inevitabilmente trasversali. Ci sono tutti i presupposti per i quali il dopo-voto sarà al calor bianco. Paradossalmente soltanto un intervento dei leader regionali dei partiti del centrodestra e del Pd potrebbe cambiare la situazione. Perlomeno a livello ufficiale. In realtà tutti si sono spinti troppo avanti. Nulla è ancora deciso. Ma un accordo, in entrambi gli schieramenti, appare come una "mission impossible".