Il cronoprogramma è ormai definito. Il 31 ottobre scade il secondo mandato da presidente della Provincia di Antonio Pompeo. Alle elezioni per il successore si dovrà andare entro i successivi novanta giorni. Dunque a gennaio, mese nel quale si voterà con ogni probabilità anche per le regionali. Competizione alla quale Pompeo intende partecipare: se così sarà, dovrà dimettersi da presidente trenta giorni prima. Un esempio concreto: se nel Lazio si votasse il 22 gennaio, Antonio Pompeo dovrebbe lasciare la guida dell'Amministrazione Provinciale il 22 dicembre, prima di Natale. Per un mese il facente funzioni sarebbe il vicepresidente Alessandro Cardinali.

C'è un'altra data da cerchiare in rosso sul calendario: il 24 novembre. Quel giorno scatterà il limite dei 18 mesi di mandato. Siccome alla carica di presidente della Provincia possono concorrere soltanto i sindaci, gli stessi dovranno avere davanti più di un anno e mezzo di mandato. A partire appunto dal 24 novembre. Circa la metà dei 91 primi cittadini sarà di fatto tagliata fuori. Parliamo di esponenti importanti: Enzo Salera (Cassino), Massimiliano Quadrini (Isola del Liri), Daniele Natalia (Anagni), Simone Costanzo (Coreno Ausonio), Alioska Baccarini (Fiuggi), Adriano Lampazzi (Giuliano di Roma), Domenico Alfieri (Paliano), Enrico Pittiglio (San Donato Val di Comino), Simone Cretaro (Veroli).

Nei mesi scorsi si era parlato molto della possibilità che una modifica del Testo unico degli enti locali potesse superare il limite dei diciotto mesi di mandato. Ma poi il tema non è stato più affrontato. Sul piano politico la partita appare molto aperta tra centrodestra e centrosinistra. Alle urne si recano gli amministratori (sindaci e consiglieri) con il sistema del voto ponderato. Da quando è in vigore la Delrio ci sono stati due successi di Antonio Pompeo. Il centrodestra stavolta vuole giocarsela e provare ad invertire il trend. Molto dipenderà dall'unità della coalizione, che passa soprattutto dai rapporti tra Fratelli d'Italia e Lega.

Sul tavolo delle candidature c'è il nome del sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, che pochi giorni prima del 25 settembre ha dato indicazione di votare per il Carroccio. Presa di posizione poco gradita da parte di Fratelli d'Italia. Però è evidente che sulla ricomposizione del quadro politico si sta già lavorando. Per quel concerne il partito di Giorgia Meloni, i nomi che circolano maggiormente sono quelli dei sindaci Roberto Caligiore (Ceccano) e Lucio Fiordalisio (Patrica). È evidente che i segretari politici di Fratelli d'Italia (Massimo Ruspandini), Lega (Nicola Ottaviani) e Forza Italia (Adriano Piacentini, Rossella Chiusaroli e Daniele Natalia) dovranno riunirsi per provare a trovare una soluzione. Nel campo del centrosinistra c'è anche chi pensa ad un'opzione esterna e civica. Per esempio Luca Di Stefano, sindaco di Sora.