La locuzione da tenere a mente è "nelle condizioni date". Che alla fine significa meno seggi a disposizione ed equilibri politici nazionali e regionali da garantire. Con tutto quello che comporta, soprattutto sul versante della blindatura dei big. Però, "nelle condizioni date" la territorialità verrà tenuta presente. Lo ripetono i coordinatori regionali di Partito Democratico, Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. Consapevoli che nella notte tra il 21 e 22 agosto (termine ultimo per la presentazione delle candidature) succederà di tutto. Con colpi di scena continui. Come sempre.

Il Partito Democratico
Il senatore Bruno Astorre, segretario regionale del Partito Democratico, ha sul tavolo tutte le indicazioni che gli sono arrivate dalle varie federazioni provinciali del Lazio. Spiega: «La territorialità verrà sicuramente considerata, ma rendiamoci conto che c'è stata una riduzione di 345 seggi parlamentari tra Senato e Camera. E questo obiettivamente comporterà diversi problemi. Dappertutto. Nelle condizioni date faremo il possibile». Bruno Astorre non lo dice, ma è evidente che fa riferimento anche all'accordo siglato tra il Pd e Azione. Il punto più importante è il seguente: la totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà quindi suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione). Scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell'alleanza elettorale. Inevitabilmente questo determinerà un numero minore di collegi ai Dem. E quindi di candidati.

Forza Italia
Il senatore e coordinatore regionale degli "azzurri" Claudio Fazzone non ha dubbi. Argomenta: «La territorialità è fondamentale, un valore aggiunto. Specialmente quando si traduce nel consenso vero: penso a quello che hanno i sindaci, i consiglieri comunali, gli amministratori. Sono sempre stato tra quelli che pensano che a fare la differenza nei territori sono proprio gli esponenti politici che hanno costantemente dimostrato di avere i voti». Difficilmente Forza Italia avrà le percentuali del 2018 e ciò comporta la necessità di blindare i big. L'europarlamentare e coordinatore nazionale del partito Antonio Tajani sta valutando il da farsi. Potrebbe concorrere come capolista in diverse circoscrizioni oppure decidere di scendere in campo in un collegio maggioritario. Inoltre non è escluso che possa non partecipare alla campagna elettorale per entrare in gioco nella squadra di governo nel caso di vittoria del centrodestra. Per un posto nei collegi del Basso Lazio circola il nome di Paolo Barelli, peraltro eletto nel 2018 in provincia di Latina. Ma non c'è dubbio che in pole position c'è proprio Claudio Fazzone. Il quale chiosa: «Ad ogni modo delle candidature nei collegi si comincerà a parlare seriamente dal 13 agosto. Non prima».

La Lega
Claudio Durigon, deputato e coordinatore regionale della Lega, è impegnato in prima linea nella definizione delle candidature nel Lazio, sia nella parte maggioritaria che in quella proporzionale. Lui sicuramente avrà una posizione blindata. Rileva: «Il territorio è un valore e sarà tenuto presente, considerando però che la situazione e i numeri sono cambiati. Sono sicuro che la Lega otterrà un ottimo risultato nel Basso Lazio». Non mancano nomi importanti a livello regionale: Barbara Saltamartini, Giulia Bongiorno, Simonetta Matone, Maurizio Politi, Davide Bortoni. Argomenta Durigon: «Sapremo trovare le giuste sintesi, garantendo gli equilibri e le motivazioni».

Fratelli d'Italia
Il partito di Giorgia Meloni è l'unico che non risentirà del taglio dei seggi parlamentari. Questo perché Fratelli d'Italia nei sondaggi è accreditato del 24%, mentre nel 2018 ottenne il 4,35% alla Camera. Il deputato Paolo Trancassini, presidente regionale di Fratelli d'Italia, dichiara: «Questo partito ha dimostrato in tempi non sospetti di puntare sugli esponenti del territorio. Uno degli esempi più significativi è proprio il sottoscritto. Lo abbiamo fatto anche quando c'è stata la possibilità di candidare personaggi noti del mondo dello spettacolo. Fratelli d'Italia crede nella buona politica e nel valore aggiunto che possono dare i territori. Nel 2018 abbiamo tenuto questa linea, a maggior ragione la porteremo avanti adesso. È del tutto evidente che la crescita elettorale e politica del partito in questi anni sia stata dovuta all'azione di Giorgia Meloni, per la quale il fattore territorio è imprescindibile». Nel Basso Lazio Fratelli d'Italia ha due senatori uscenti: Massimo Ruspandini (della provincia di Frosinone) e Nicola Calandrini (della provincia di Latina). Rileva Paolo Trancassini: «Ripeto: il territorio è un valore aggiunto e il fatto che parliamo di parlamentari uscenti ha un significato». Evidente che Ruspandini e Calandrini sono in pole position per la ricandidatura.

Il sistema elettorale
Il sistema elettorale con il quale si andrà alle urne è il Rosatellum. In base al quale il 37% dei seggi (147 alla Camera e 74 al Senato) viene assegnato con il sistema maggioritario attraverso i collegi uninominali. Mentre il 63% (245 a Montecitorio e 122 a Palazzo Madama) con il sistema proporzionale nei collegi plurinominali. Altri 8 deputati e 4 senatori vengono eletti nella Circoscrizione Estero. Il Rosatellum stabilisce delle soglie di sbarramento, vale a dire delle percentuali al di sotto delle quali non si viene ammessi alla ripartizione dei seggi. Per le singole liste la soglia è del 3%, mentre per le coalizioni è del 10%. I collegi maggioritari della Camera nel Basso Lazio sono 3: uno di Latina, uno di Frosinone, uno di Terracina. Quello di Latina comprende 17 Comuni, tutti della provincia pontina. Quello di Frosinone 60 Comuni, tutti della Ciociaria. Il collegio uninominale di Terracina, Fondi, Gaeta, Formia e Cassino racchiude 47 Comuni. Il 62% della popolazione di questo collegio appartiene alla provincia di Latina e il restante 38% alla provincia di Frosinone. Il collegio uninominale del Senato, invece, è unico e racchiude interamente le province di Frosinone e Latina. Parliamo in totale di 124 Comuni. Tutti questi quattro collegi, secondo lo studio dell'Istituto Cattaneo, sono considerati blindati per il centrodestra. Il collegio plurinominale (proporzionale) della Camera comprende le province di Latina e Frosinone. In quello del Senato, oltre al Basso Lazio, ci sono Viterbo e Guidonia-Montecelio.