Un territorio che parte svantaggiato, un Cassinate che da anni non ha una rappresentanza parlamentare e, con i tagli e la riforma, avrà ancora meno speranze di averla. Per questo motivo i sindaci cercano di farsi sentire e quanto meno di unirsi al sud Pontino per sperare in una candidatura della antica "Terra di Lavoro". Il primo a lanciare l'appello è stato il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco che anche qualche giorno fa ha detto: «È il sistema elettorale in vigore, è il nuovo perimetro dei collegi che oggi richiedono uno sforzo importante affinché non siano le segreterie dei partiti a scegliere ed imporre le candidature, magari paracadutando illustri personaggi politici già navigati sui territori. Mai come adesso gli stessi devono scaturire da un confronto e da una condivisione con i territori, altrimenti si corrono due rischi: il primo è quello di alimentare la disaffezione dei cittadini e l'astensionismo, il secondo è quello di avere eletti totalmente avulsi rispetto alle problematiche e alle necessità di un intero, ampio comprensorio».

Anche il sindaco di Aquino Libero Mazzaroppi ha parlato di unità dei sindaci e di un senso di responsabilità comune e condiviso in scelte come queste. Enzo Salera, primo cittadino della città martire, ragiona sulle stesse difficoltà alle quali si andrà incontro.  «L'area pontina ha il 70% della popolazione - spiega - noi partiamo svantaggiati. Come sindaci del Cassinate siamo in netta minoranza. Uno dei problemi è già questo e poi c'è anche il fatto che apparteniamo a partiti o gruppi diversi. Ma nulla toglie che si debba cercare di trovare una candidatura compatta. Ho sentito la settimana scorsa il sindaco di Minturno, anche presidente della provincia di Latina, e come tutti era in un fase di prime valutazioni. Ma è giusto vederci tutti insieme e intavolare il discorso anche con il sud Pontino in una Consulta sull'argomento».

Roberto Angelosanto, sindaco di Sant'Elia Fiumerapido è dello stesso avviso: riunirsi insieme per cercare di portare avanti una rappresentanza unica e forte. «Sono d'accordissimo con gli appelli dei sindaci del Cassinate. Da quando sono diventato primo cittadino, più volte, ho invitato i colleghi a fare un ragionamento di appartenenza territoriale più che politica. Poi mi rendo anche conto che ognuno ha le sue idee o partiti, io da civico riesco più facilmente a fare questi discorsi. Già quando c'era la diatriba tra il Nord e il Sud della Provincia noi siamo stati sempre penalizzati e marginalizzati, adesso a maggior ragione lo saremo con questa riforma che per me è sbagliata: non si risolvono i problemi degli sprechi e dei costi della politica in Italia così, sono da andare a ricercare altrove e non nel numero dei parlamentari. E quindi adesso, con l'accorpamento dei collegi, bisogna fare addirittura un discorso con la provincia di Latina per cercare di avere una rappresentatività importante seria e forte che possa tutelare l'intera area».

La battaglia non finirà qui e già aver intavolato con un certo anticipo il discorso vuol dire che la posta in gioco politica è altissima. L'area del Cassinate, pur tra mille svantaggi, punta a essere della partita per non finire marginalizzata anche stavolta.