Se fosse un calciatore potrebbe essere considerata nel ristrettissimo novero di quei giocatori che sono un simbolo perché non hanno mai cambiato casacca e che difendono la maglia con le unghie e con i denti. Maria Veronica Rossi, classe 1988, sebbene giovanissima, può essere considerata un punto di riferimento della Lega in provincia di Frosinone, nella quale milita fin dall'inizio del suo percorso; a partire, ossia, da quando la Lega, in questo territorio, era una sorta di "parente povero" degli altri compagni di coalizione e non la corazzata che oggi esprime parlamentari, sindaci, consiglieri provinciali, comunali e molto altro.
Ha avuto un percorso lineare, di progressiva crescita, di fedeltà al partito e militanza continua, quasi da politico anni Ottanta, partecipando, sempre in prima linea a tutte le iniziative, mettendoci sempre la faccia tanto da guadagnarsi i galloni di responsabile provinciale del movimento giovanile della Lega. Maria Veronica Rossi, nel parlare di giovani il confine tra retorica e verità è molto labile.
Si dice sempre che sono il futuro di un territorio, ma se da noi continuano a scappare, il futuro della Ciociaria quale sarà?
«Il futuro della Ciociaria dipende dalle scelte della classe dirigente della provincia di Frosinone. Chi ha la possibilità di poter fare qualcosa ha il dovere di recepire le esigenze e le istanze dei giovani ciociari e di tramutarle in risposte concrete ed attuabili».
Perché in provincia, a Frosinone, ma anche altrove, sembra essere così difficile rimanere a coltivare i propri sogni o quantomeno rimanere a lavorare?
«Finché non si prenderà coscienza della vocazione del nostro territorio, continueranno a mancare quelle politiche di sviluppo che potranno garantire basi solide, ad esempio, economiche, nel turismo e nell'agricoltura per chi ha il desiderio di investire per il proprio futuro in provincia di Frosinone».
Tre idee per il rilancio del territorio che guardano ai giovani.
«Istruzione specialistica per formare al meglio i nostri giovani che saranno i professionisti del domani. Creare un circuito turistico che permetta di agevolare i giovani che orgogliosamente vogliono far conoscere le ricchezze, le bellezze e la storia unica di questa terra. Insistere sull'istituzione di un marchio agricolo ciociaro per dare nuovo impulso ad un comparto che è nostra radice e vanto».
Lei è responsabile provinciale del movimento giovanile della Lega. Per quella che è la sua esperienza, nota che c'è voglia dei giovani di avvicinarsi a questo mondo o sta prevalendo quel senso di diffidenza o addirittura di indifferenza verso la politica?
«Molti sono vicini e appassionati alla militanza, ma ce ne sono anche molti altri che preferiscono non esporsi. Il nostro compito resta quello di avvicinare il più possibile i giovani all'attività politica. Ogni ragazzo nel quale riusciamo ad accendere il fuoco e la passione per la politica è un investimento concreto per il futuro del Paese».
Il centrodestra è reduce da vittorie importanti come ad Alatri e soprattutto a Frosinone. All'orizzonte si palesano sfide elettorali importanti che stanno per avvicinarsi, Politiche e Regionali su tutte. Qual è la ricetta giusta per centrare i successi? Che contributo possono dare i giovani?
«Ho vissuto in prima persona il percorso e le vittorie sia di Alatri sia di Frosinone. Sono modelli da prendere come esempio. Sappiamo che con la scelta del candidato giusto e di una squadra pronta a costruire si possono raggiungere grandi obiettivi. Nella prossima tornata delle amministrative ci sono Comuni importanti dove si sta già lavorando per portare a casa risultati di livello.
Adesso, lo possiamo dire: le politiche sono alle porte e subito dopo ci saranno anche le regionali.
La Lega crede nei giovani da sempre; lo ha fatto con me candidandomi alle Europee del 2019 e approfitto anche per ricordare che nel 2018 sono stati eletti 17 parlamentari under 35 e abbiamo diversi amministratori nei consigli comunali e provinciali. I giovani sono il futuro di questo partito, ma per crescere abbiamo bisogno della guida di chi ha maturato più esperienza. Saremo presenti e contribuiremo in maniera fattiva».
L'anno prossimo si voterà nella sua città, Ferentino. Quale situazione lascia Pompeo? E il centrodestra sta iniziando a ragionare su chi potrà essere il candidato per strappare il Comune al centrosinistra? «A Ferentino non si lascia nulla per scontato. Si lavora. Sappiamo che la città ha bisogno di un cambiamento. Dall'altra parte non si fa riferimento ad alcun membro della maggioranza e già questo dovrebbe dire tanto. Quello che lascia Pompeo? È già possibile identificarlo nella spaccatura della sua stessa maggioranza».