Continua il dibattito a distanza sulla mozione presentata in consiglio comunale da Domenico Marzi, finalizzata a sollecitare una presa di posizione del sindaco Riccardo Mastrangeli e del consiglio comunale sull'opportunità che Mario Draghi continuasse l'esperienza di governo. Un'ora di confronto durissimo tra maggioranza e opposizione e alla fine l'atto non è stato posto in votazione.

Fabrizio Cristofari, consigliere del Partito Democratico, è stato tra quelli che più hanno spinto per mettere in votazione l'atto. Rileva: «Spiace constatare che quella mozione sia stata interpretata come un tranello. Non era assolutamente questo il profilo. Cosa c'è di strano nel proporre un pronunciamento dell'aula consiliare su un tema come quello della stabilità di governo? Ad emergere è stata la difficoltà della maggioranza, divisa tra governisti e non. Per il resto porteremo avanti un'opposizione costruttiva e non certamente animata da uno spirito di rivincita. Incalzeremo la maggioranza, su questo non c'è dubbio. Se è auspicabile che stavolta si creino le condizioni per individuare il candidato sindaco per tempo? Sicuramente sì. Quali sono le priorità amministrative in questo momento? Intanto l'ambiente. Poi le infrastrutture legate al concetto di Area vasta. Quindi la formazione universitaria. Mi auguro anche che vengano messe in campo delle politiche per far ripartire l'ascensore sociale. La seconda convocazione del consiglio? Mi auguro che questo metodo possa terminare».

L'assessore Adriano Piacentini, fra i tre coordinatori provinciali di Forza Italia, è stato tra quanti nella maggioranza hanno insistito per non mettere in votazione la mozione. Nota Piacentini: «Nutro un grande rispetto per il ruolo dell'opposizione e per tutti gli amministratori che ne fanno parte. Però quella mozione aveva esclusivamente un obiettivo strumentale: cercare di spaccare la maggioranza. Peraltro parliamo di una mozione scritta male e di fretta. Bene ha fatto, regolamento alla mano, il presidente del consiglio comunale a non mettere in votazione l'atto. Fosse stato per me non avrei neppure aperto il dibattito sul punto. Aggiungo che è meglio evitare lezioncine come se fossimo a scuola. Mi riferisco alle differenze tra ordine del giorno e mozione. Capisco che la minoranza abbia la necessità di farsi notare, ma sinceramente non credo che la strada sia questa».

Norberto Venturi, consigliere comunale del Partito Democratico, sposta il discorso su un altro terreno. Argomentando: «La giunta Mastrangeli ha iniziato l'attività amministrativa con due delibere importanti. La prima che disegna una macrostruttura dell'organizzazione burocratica dell'ente con un "super" dirigente. La seconda che getta le basi per una revisione della pianta organica. Naturalmente la giunta non ha fatto altro che esercitare il proprio mestiere nel rispetto delle competenze. Magari però, considerando che si tratta di atti destinati a segnare in maniera importante l'assetto burocratico e funzionale del Comune, si poteva pensare di coinvolgere anche il consiglio comunale. E le forze sociali. Insisto sulla necessità che il consiglio comunale ritrovi la propria centralità nel panorama politico cittadino».

Alessia Savo, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, afferma: «Il problema è che quell'atto è stato scritto male e molto di fretta. Neppure la minoranza sapeva se si trattava di un ordine del giorno o di una mozione. Per quanto riguarda Fratelli d'Italia, non avremmo avuto alcun problema a votare no a quella mozione, coerentemente con quella che è sempre stata la nostra posizione politica. Dall'inizio il nostro partito è stato all'opposizione del Governo Draghi. Mi auguro che l'obiettivo dell'opposizione non fosse quello di provare a spaccare la maggioranza (non sarebbe comunque successo), ma in ogni caso non mi sarei certo meravigliata di questo. Dico però che se si vuole fare una cosa del genere, bisogna farlo bene. Con un atto ragionato e non presentato all'ultimo istante».

Il sindaco Riccardo Mastrangeli aveva rilevato: «Ripeto il concetto che ho espresso in aula consiliare: la mozione è stata scritta di fretta e male. Non esistevano i requisiti per metterla in votazione e men che meno d'urgenza. Come alcuni esponenti dell'opposizione hanno esplicitamente o implicitamente riconosciuto nei loro interventi. La verità è che l'opposizione voleva dividerci e invece alla fine sono stati loro a dividersi». Nel discorso di insediamento Mastrangeli aveva affermato: «Sono uomo di parte, fiero della mia identità culturale cattolico-democratica, ma consapevole che il nostro obiettivo debba essere quello di distinguere tra l'appartenenza ed il comune tessuto istituzionale. Tutte le forze politiche e civiche presenti in quest'aula, pur nella dialettica dei ruoli diversi, esprimono tutte l'intera collettività: la consapevolezza condivisa della comune legittimazione è una condizione essenziale per un buon governo. Servono unità di intenti, pur nella diversità di opinioni e indirizzi, consapevolezza delle difficoltà non disgiunta da ragionevole ottimismo, rispetto reciproco delle forze politiche e civiche nel solco delle regole comuni».

Le prossime sedute consiliari serviranno a capire meglio le strategie della maggioranza e dell'opposizione. Ma la sensazione è che la contrapposizione sia totale. E probabilmente destinata a crescere.