Riccardo Mastrangeli ha vinto in 34 delle 48 sezioni elettorali del capoluogo, Domenico Marzi in 14. Ecco intanto i dati definitivi dei candidati a sindaco. Riccardo Mastrangeli (centrodestra) ha ottenuto 11.856 voti, pari al 49,26%. Domenico Marzi (centrosinistra) ha messo in fila 9.419 preferenze, il 39,13%. Al terzo posto Vincenzo Iacovissi (Psi): 1.419 voti, il 5,90%. Mauro Vicano (Azione e due civiche) è arrivato al 4,56% (1.098 voti). Quindi Giuseppe Cosimato (lista civica): 276 voti, l'11,15%. In totale per il sindaco sono stati espressi 24.068 voti validi. 823 persone hanno espresso la preferenza esclusivamente per i candidati alla carica di primo cittadino. Le schede bianche sono state 142, le nulle 441, quelle contestate e non attribuite 6. Adesso tutti proiettati al ballottaggio del 26 giugno: si vota dalle 7 alle 23, a seguire lo spoglio delle schede. Il riepilogo del primo turno della tornata amministrativa: gli aventi diritto al voto erano 36.849, i votanti sono stati 24.657, il 66,91%.

Il rapporto con le liste
Mastrangeli ha ottenuto 11.856 voti (49,26%), le 7 liste del centrodestra 11.376, il 48,96%. Il candidato ha preso 480 preferenze più della coalizione. Domenico Marzi ha avuto 9.419 consensi (39,13%). Le sette li ste che lo hanno appoggiato 9.415 (40,52%). Cioè Marzi ha preso 4 voti in più della sua coalizione. La lista del Psi di voti ne ha ottenuti 1.265, il 5,44%. Mentre il candidato sindaco Vincenzo Iacovissi è arrivato a quota 1.419 voti, il 5,90%. Vale a dire 154 preferenze più della lista. Per Mauro Vicano 1.098 consensi, il 4,56%. Per le sue 3 liste 985 consensi, il 4,24%. Per Vicano 113 voti in più. Infine Giuseppe Cosimato: 276 voti, l'1,15%. La sua lista 196 (0,84%). Per il candidato sindaco 80 voti in più. Ancora una volta il voto disgiunto non ha fatto la differenza. Sul piano politico è il voto di lista a determinare il numero dei seggi.

Poi ci sono le preferenze, che però spesso sono di più. Per il fatto che, per esempio attraverso il voto di genere, se ne possono indicare due. Il primo partito del capoluogo è il Pd: 2.903 voti di lista (12,49%) e 4.045 preferenze. Al secondo posto la Lista Ottaviani: 2.743 voti (11,80%) e 4.060 preferenze. Evidente che comunque le preferenze hanno una loro specificità. Anche in chiave ballottaggio. Al terzo posto la Lista Marzi: 2.585 voti di lista (11,12%) e 2.904 preferenze espresse.

Quindi Fratelli d'Italia: 2.032 voti (8,74%) e 2.461 preferenze. Restando nel centrodestra, per la Lista Mastrangeli 1.959 voti (8,43%), mentre la Lista per Frosinone è arrivata a 1.901 (8,18%). Per Forza Italia 1.047 voti (4,51%). La Lega ha ottenuto 1.007 voti, il 4,33%. Frosinone Capoluogo al 2,96% (687 voti). Nel centrosinistra 1.467 voti (6,31%) per il Polo Civico, 1.039 (4,47%) per la Lista Marini, 739 (3,18%) per Frosinone in Comune, 375 (1,61%) per la Piattaforma civica ecologista, 307 (1,32%) per il Movimento Cinque Stelle. Nella coalizione di Mauro Vicano, Azione di Carlo Calenda si è fermata a 366 (1,58%), mentre la civica del candidato sindaco è arrivata al 2,16% (503).

Gli equilibri politici
Partiamo da come finì cinque anni fa. Nicola Ottaviani vinse al primo turno con 15.038 voti, il 56,39%. La coalizione di centrodestra, composta da 9 liste, ottenne 15.411 voti, il 59,38%. Fabrizio Cristofari, candidato del centrosinistra, raccolse 7.271 voti, il 27,26%. Al terzo posto si piazzò Christian Bellincampi, candidato del Movimento Cinque Stelle: 1.884 voti, il 7,06%. Quindi Stefano Pizzutelli, candidato sindaco di Frosinone in Comune: 1.297 voti, il 4,86%. Poi Giuseppina Bonaviri, candidata a sindaco alla guida della lista civica che portava il suo nome: 630 voti, il 2,36%. Poi Fernando Incitti, di CasaPound Italia: 550 consensi, il 2,06%.

È evidente che il centrosinistra ha messo in campo un altro tipo di coalizione, mentre il centrodestra ha perso il Polo Civico di Gian franco Pizzutelli e la Lista Tucci. Al netto di questi elementi, il risultato di quest'anno ci sta tutto. I risultati del centrodestra nel 2017. Al primo posto la Lista Ottaviani: 3.364 voti (12,96%). Al secondo Forza Italia: 3.097 voti (11,93%). Al terzo il Polo Civico: 2.578 voti (9,93%). Poi la Lista per Frosinone: 1.420 voti (5,47%) Quindi Alternativa Popolare: 1.288 voti (4,96%). Cuori Italiani: 1.114 consensi (4,29%). Frosinone Capoluogo: 907 consensi (3,49%) e 1 seggio. Fratelli d'Italia: 831 voti (3,20%). Infine Forza Frosinone: 812 voti (3,13%). La Lista Ottaviani resta prima ma flette. La Lega non c'era nel 2017. Il risultato di oggi va però analizzato an che con riferimento a quello della Lista Ottaviani. Il sindaco uscente è il coordinatore provinciale del Carroccio e Matteo Salvini ha detto proprio a Frosinone che si doveva ragionare nell'ottica di una sola squadra.

Ma, come partiti, è Fratelli d'Italia il primo. La flessione di Forza Italia è naturale, ma comunque Adriano Piacentini ha retto. Cinque anni fa nel centrosinistra il Partito Democratico arrivò a 2.414 voti (9,30%). Subito dietro la lista civica Cristofari Sindaco: 2.403 preferenze (9,26%). Socialisti e Riformisti: 1.367 voti (5,27%). Il Pd è cresciuto, mentre l'asse del Campo Largo è stato formato dalle liste civiche di Domenico Marzi, Michele Marini e Gianfranco Pizzutelli. Assai deludente il risultato dei Cinque Stelle: 307 voti, pari all'1,32%. Nel 2017 la lista pentastellata ne prese 1.523 voti (5,87%). Ma c'era Christian Bellincampi candidato a sindaco.

Spulciando tra le preferenze
Nella Lista Ottaviani boom di Valentina Sementilli: 611 voti. Ottimi risultati anche di Massimiliano Tagliaferri (504) e Angelo Retrosi (329). Poi Christian Alviani (283), Teresa Petricca (191). Poi Andrea Campioni (168) e Gianpiero Fabrizi (162). In Forza Italia 459 preferenze per Adriano Piacentini, 211 per Cinzia Fabrizi. Nella civica di Mastrangeli si notano i 255 voti di Anselmo Pizzutelli e i 225 di Maria Antonietta Mirabella. Nella Lega primo Giovanni Bortone (209), poi Rossella Testa (204). La Lista per Frosinone ha fatto segnare un autentico exploit: 987 voti di Francesca Chiappini, 598 du Sergio Verrelli, 469 di Corrado Renzi. Eccellente la regia di Antonio Scaccia.

In Fratelli d'Italia primo Sergio Crescenzi (227), poi Alessia Turriziani (217), Alessia Savo (199) e Franco Carfagna (193). L'ex sindaco Paolo Fanelli ha ottenuto 143 voti, Sergio Arduini 80, Christian Bellincampi 16, Fabio Bracaglia 91, Marco Ferrara 156, Corrado Falcidia 138, Franco Napoli 136. In Frosino ne Capoluogo 192 voti per Pasquale Cirillo, 161 per Domenico Fagiolo, 116 per Maria Rosaria Rotondi. Nella lista di Azione ci sono le 204 preferenze di Alessandra Sardellitti.

Per quanto riguarda il centrosinistra, nella lista Frosinone in Comune ci sono i 219 consensi di Stefano Pizzutelli. Nella civica di Michele Marini primo Andrea Turriziani (283), poi Maria Grazia Baldanzi (152) e Antonio Antonucci (151). Nel Pd 787 voti per Angelo Pizzutelli, 385 per Fabrizio Cristofari, 314 per Norberto Venturi. 289 preferenze per Maria Rosaria Boschieri, 210 per Imane Jalmous, 202 per Maria Minotti, 198 per Germana Grande. Per Antonella D'Emilia 170 preferenze, per Francesco Brighindi 157, per Marco Tallini 186, per Vincenzo Savo 173. Nella Lista Marzi primo Carlo Gagliardi (469), davanti ad Alessandra Mandarelli (424). Poi Armando Papetti (250), Diego Ferrante (219), Andrea Ranalli (171), Vittorio Vitali (134), Antonio Bottini (129), Antonio Facci (127).

Giuseppe Patrizi (Piattaforma Civica) ha ottenuto 105 preferenze. Nel Polo Civico exploit di Claudio Caparrelli (374) ma anche di Francesca Campagiorni (269). Quindi Debora Patrizi (133) e Marco Silenzi (231). Nel Partito Socialista Italiano 325 voti per Massimo Calicchia, quindi Jacopo Nannini (179) e Gerarda Morelli (135). Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle, 65 preferenze per Francesca Ruggeri e 61 per Alberto Gualdini.

Le incognite del ballottaggio
I candidati al consiglio comunale erano 581, i seggi a disposizione sono 32. Evidente che la stragrande maggioranza degli aspiranti consiglieri non ha più alcuna possibilità di entrare in Consiglio. L'aspetto motivazionale sarà fondamentale quindi. Anche e soprattutto inconsiderazione del fatto che l'affluenza, già bassa al primo turno, è destinata a diminuire ancora. Una delle incognite del secondo turno.