Sarà ballottaggio. L'ufficializzazione c'è stata alle 22.50 di ieri sera dopo quasi nove ore di spoglio. Altre due settimane di campagna elettorale per sapere chi sarà il prossimo sindaco di Frosinone: il 26 giugno si voterà dalle 7 alle 23, quindi a seguire lo spoglio delle schede. È stata una giornata appassionante e convulsa, con il risultato di Riccardo Mastrangeli costantemente in bilico tra il 48-49% e il 50% più uno. Alla fine è una questione di prospettiva, di come si vede il bicchiere: mezzo pieno o mezzo vuoto. Il centrodestra è comunque in vantaggio netto al giro di boa, ma non ha chiuso la partita.

Il centrosinistra, rispetto a cinque anni fa, effettua un salto in avanti notevole e Domenico Marzi ha ripetuto dall'inizio che il suo obiettivo era arrivare al secondo turno per giocarsela nell'uno contro uno. Indubbiamente il risultato lo ha ottenuto. Ma è una questione anche e soprattutto di "narrazione". Però alcune considerazioni possono già essere fatte: i voti del Polo Civico, di Carlo Gagliardi e di coloro che cinque anni fa erano schierati con il centrodestra hanno impedito la vittoria al primo turno del centrodestra. Dando un contributo importante al Campo Largo. Ma è pure evidente che la spinta del Pd è stata molto diversa rispetto a quella del 2017. Così come il "recupero" alla coalizione di Michele Marini. Ma proprio per questo Riccardo Mastrangeli ha ottenuto un risultato ragguardevole. Inoltre, in un capoluogo come Frosinone il ballottaggio è la regola mentre la vittoria al primo turno rappresenta un'eccezione.

Per il resto, da segnalare l'ottimo risultato di Vincenzo Iacovissi e del Psi di Gianfranco Schietroma: a questo punto fondamentali per gli esiti del ballottaggio. Vedremo se Francesco De Angelis e Domenico Marzi cercheranno un accordo. Aldi sotto delle attese la performance di Mauro Vicano, sostenuto da Azione e da due liste civiche. Ma anche in questo caso le strategie per il ballottaggio sono aperte. Giuseppe Cosimato (lista civica) ha centrato l'obiettivo che si era prefisso: una campagna elettorale di rappresentanza. E ha voluto sottolinearlo con pacatezza e determinazione. In passato Cosimato è stato consigliere di An: la sua percentuale sarebbe stata determinante per la vittoria al primo turno di Riccardo Mastrangeli. In ogni caso, con il 96,30% di voti scrutinati, la situazione era la seguente: Riccardo Mastrangeli al 49,02% (11.412 voti), Domenico Marzi al 39,45% (9.185), Vincenzo Iacovissi al 5,90% (1.374), Mauro Vicano al 4,48% (1.043), Giuseppe Cosimato all'1,14% (266).

Vista dal centrodestra
Cinque anni fa Nicola Ottaviani aveva concesso il bis al primo turno. Con 15.038 voti, il 56,39%.  La coalizione di centrodestra, composta da 9 liste, ottenne 15.411 voti, il 59,38%. È cambiato che alcuni "pezzi" del centrodestra non ci sono più: il Polo Civico e la Lista Tucci. In una città dove hanno votato meno di 25.000 persone questa situazione ha un peso. Riccardo Mastrangeli è stato sostenuto da 7 liste: 3 di partito e 4 civiche. Ha avuto il merito di tenere unita la coalizione sul piano politico. Non era semplice e neppure scontato. Allo stesso modo va sottolineato l'impegno di Nicola Ottaviani. Ma il centrodestra a questo punto deve ragionare pure su un cambio di comunicazione. Per come descrivere e valutare il fatto che sarà necessario il ballottaggio. È una questione politica, non aritmetica. Nicola Ottaviani ha dettato la linea, dicendo: «Ci sono quasi dieci punti di differenza tra il centrodestra e il centrosinistra e non si può dire che si riparte da zero a zero. Si è disputato un primo tempo e siamo in vantaggio. In questi quindici giorni dovremo continuare a far capire ai cittadini che le lancette indietro non vanno rimesse». Bisogna pure dire che è il centrosinistra in questo territorio ad avere a disposizione un fuoco di fila notevole. Nonostante questo, siamo davanti e non di poco. Poi ci sono stati pure quelli che hanno saltato il fosso. Ma tutto questo non cambia la situazione: Mastrangeli è arrivato ad un passo dalla vittoria, ma non c'era l'obbligo di chiudere la partita al primo turno. Completeremo l'opera il 26 giugno». Sicuro Riccardo Mastrangeli: «Vinceremo il ballottaggio senza problemi. Abbiamo dieci punti di vantaggio (una cifra atomica) su un ex sindaco, evidentemente sconfitto. Non c'è nulla da preoccuparsi». 

Vista dal Campo Largo
Domenico Marzi è stato candidato a sindaco al termine di un ribaltamento di prospettiva. Il Campo Largo è stato voluto fortemente da Nicola Zingaretti e Bruno Astorre,
per un'intesa con il Movimento Cinque Stelle. Alla fine però ad aver giocato un ruolo fondamentale sono state civiche come la Lista Marzi ma pure quella dell'ex sindaco Michele Marini. Oltre naturalmente al PoloCivico. Il fulcro
però è stato il Partito Democratico, che rispetto a cinque anni fa ha suonato ben altra musica. Domenico Marzi ha notato:«Affronterò questi ulteriori quindici giorni di campagna elettorale con uno spirito di grande entusiasmo e determinazione. All'inizio abbiamo ascoltato previsioni che davano il centrodestra già vittorioso. Non è
andata così e adesso se ne stanno accorgendo tutti. Riccardo Mastrangeli sostiene che al ballottaggio non si riparte da zero a zero. Per quello che mi riguarda non è
così: adesso ci confronteremo noi due. Con una differenza: Riccardo Mastrangeli ha giocato la partita, per quello che mi riguarda mi sono divertito. Adesso inizierò a giocare io». Ancora più esplicito Francesco De Angelis, leader del
Pd. Ha argomentato: «Ancora una volta si è dimostrato vera la frase di Giovanni Trapattoni: non dire gatto se non l'hai nel sacco. Sempre per restare in ambito sportivo, c'è un detto secondo il quale il calcio è un gioco nel quale alla fine vince sempre la Germania. A Frosinone, in ambito politico, tutti sanno che al ballottaggio vince sempre Memmo Marzi. Lo ha fatto nel 1998 e nel 2002, lo farà
pure stavolta».

Il secondo tempo
A questo punto si aprono diverse partite nella partita. Intanto le alleanze. Non soltanto per quel che riguarda Vincenzo Iacovissi e Mauro Vicano, ma soprattutto con riferimento al Partito Socialista e ad Azione. Tra Pd e Psi non ‘è più l'asse di ferro di qualche anno fa. Sicuramente Francesco De Angelis e Domenico Marzi proveranno a ricucire, ma bisognerà vedere quale sarà la risposta di Gianfranco Schietroma, che non ha risparmiato critiche forti al Pd e a Nicola Zingaretti. Vedremo quali saranno gli spazi di trattativa politica. Per quanto riguarda Azione, le valutazioni saranno complesse e il segretario provinciale Antonello Antonellis lo ha fatto capire. Spiegando che si tratta di scelte politicamente impegnative perché riguardano un capoluogo di provincia. Ma c'è un altro aspetto da tenere in considerazione:a Frosinone nella lista di Azione a dare le carte è Alessandra Sardellitti, che
ha immediatamente messo un paletto. Sottolineando che mai ci sarebbero state intese con coalizioni comprendenti i Cinque Stelle. Il che equivale a dire che è possibile
un'intesa con il centrodestra? Parafrasando Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo. C'è poi il fattore dell'affluenza, destinata a scendere ulteriormente al ballottaggio. Anche perché la stragrande maggioranza dei candidati al
consiglio comunale non avrà possibilità di ottenere un seggio. E questo influirà, anche se Mastrangeli e Ottaviani da una parte e Marzi e De Angelis dall'altra hanno annunciato una forte spinta motivazionale. 

I precedenti
Per la quinta volta in sette occasioni si va al ballottaggio. Nel 1995 Paolo Fanelli (centrodestra) superò Gianfranco Schietroma (centrosinistra): 15.888 voti (52,71%) contro 14.568 (47,83%). Al primo turno Fanelli era arrivato al
43,51%, Schietroma al 32,51%. Nel 1998 Domenico Marzi (centrosinistra) si impose su Italico Perlini (centrodestra): 54,75% contro il 42,25%. Nel 2002 il ballottaggio
passato alla storia politica del capoluogo, tra Domenico Marzi (centrosinistra) e Nicola Ottaviani (centrodestra). Dopo il primo turno lo scenario era il seguente: 16.087 voti (48,53%) per Marzi, 15.880 (47%) per Ottaviani. Ma le
liste del candidato sindaco del centrodestra erano arrivate al 51,12%. Al secondo turno, però, Marzi vinse con il 54,38%, in virtù di 16.841 preferenze. Ottaviani invece scese a 14.128 voti, il 45,62%. Nel 2007 la prima delle due vittorie al primo turno. Ad ottenerla fu Michele Marini (centrosinistra): 16.901 voti, il 53,34%. Adriano Piacentini (centrodestra) ottenne il 35,57%. Nel 2012 l'inizio della stagione di Nicola Ottaviani (centrodestra), che si impose al ballottaggio: 12.577 voti (53,12%). Battendo Michele Marini (centrosinistra): 11.099 voti(46,87%). Al primo turno Ottaviani aveva ottenuto 12.706 voti (44,38%), Marini 6.921 (24,17%), Marzi 6.541 (22,84%). Nel 2017, cinque anni fa, l'altro successo al primo turno. Nicola Ottaviani vinse al primo turno con 15.038 voti, il 56,39%. Finora al ballottaggio ha sempre vinto chi è passato davanti al giro di boa: Mastrangeli vorrà confermare la tradizione, Marzi sfatarla. Il centrodestra cerca il tris, il centrosinistra vuole invece interrompere il trend. Ancora: Riccardo Mastrangeli cerca la "prima" da sindaco, Domenico Marzi vuole suonare la "terza". Riccardo Mastrangeli è arrivato ad un soffio dalla vittoria al primo turno,Domenico Marzi è riuscito a tornare in gioco quando in pochi ci credevano. Saranno due settimane di fuoco, durante le quali nessuno si risparmierà. Ma esattamente come una finale di Champions League conterà solo alzare la Coppa. Non c'è spazio per la sconfitta.