«Sto riscontrando un entusiasmo incredibile, la nostra proposta per il rilancio del protagonismo di Frosinone è molto apprezzata in città. Abbiamo una squadra forte, unita, competitiva. Affrontiamo questi ultimi giorni consapevoli di poter fare, tutti assieme, qualcosa di veramente importante per la città che amiamo. Non una persona sola al comando, ma un gruppo coeso pieno di idee e progetti per far tornare grande il nostro capoluogo». Domenico Marzi affronta così gli ultimi giorni di una campagna elettorale sicuramente impegnativa e con una posta in palio altissima sul piano amministrativo ma pure "pesante" a livello politico.

Il Campo Largo lo ha voluto Nicola Zingaretti in persona. Ed è stato sempre il presidente della Regione Lazio a convincere Marzi a scendere in campo nuovamente per la carica di primo cittadino. Come slogan ha scelto "Forte e chiaro". Perché? Spiega Domenico Marzi: «Forte e chiaro, perché la chiarezza e la capacità sono sempre state la misura della mia azione, così come forte e chiara deve tornare ad essere la nostra Frosinone: un capoluogo che ritrova la propria identità, degno di interpretare e vincere le sfide del futuro, grazie anche all'uso dei fondi europei del Pnrr. Per una nuova mobilità, per un lavoro più giusto, per una città più verde e più sicura».

Domenico Marzi è nato a Frosinone il 15 febbraio 1954. Laureato in giurisprudenza, dal 1979 gestisce uno degli studi legali più noti della città. È stato sindaco di Frosinone per due mandati consecutivi: nel 1998 ha superato Italico Perlini (centrodestra) al ballottaggio, nel 2002 ha vinto una delle sfide più incerte ed appassionanti della storia politica del capoluogo. Sempre al secondo turno, contro Nicola Ottaviani (centrodestra). Quella consiliatura viene ricordata come quella dell'anatra zoppa, perché le liste del centrodestra al primo turno sfondarono la quota del 50% più uno dei voti, ottenendo comunque la maggioranza dei consiglieri. Nota Domenico Marzi: «Nel 1998 mi sono candidato con l'Ulivo e sono stato eletto sindaco di Frosinone. La mia esperienza amministrativa è durata per due mandati: nove anni in cui ho usato tutte le mie energie per rinnovare lo spirito della città, rendendola più coesa e accessibile a tutti».

A sindaco si è candidato pure nel 2012, l'anno della prima vittoria di Nicola Ottaviani. In quell'occasione il centrosinistra era diviso tra lo stesso Marzi e Michele Marini: al ballottaggio arrivò quest'ultimo. Nel 2009 Marzi ha concorso alla carica di presidente della Provincia di Frosinone, sostenuto dall'Unione di Centro e da alcune liste civiche. Guidando una sorta di terzo polo. A vincere fu Antonello Iannarilli (centrodestra), superando al ballottaggio Gianfranco Schietroma (centrosinistra). Sulle due esperienze da sindaco afferma: «Abbiamo realizzato la Villa comunale e l'Università nella vecchia sede del Tribunale di piazza Marzi. Abbiamo riqualificato il parco pubblico di piazzale Vittorio Veneto. Al centro storico pure abbiamo lasciato il segno: nuova pavimentazione stradale, nuovi arredi, illuminazioni, rifacimento delle fognature, delle condutture idriche e del gas, demolizione del serbatoio in piazza Santa Maria. Penso altresì al recupero integrato di largo Sant'Antonio: portico collegato al marciapiede di Corso della Repubblica e di viale Marconi. Senza dimenticare via Aldo Moro: marciapiedi, arredo urbano, illuminazione, rete idrica».

Si è mai chiesto chi me l'ha fatto fare? In fondo lei sindaco è stato già due volte e all'inizio aveva delle titubanze. Perché ha deciso di tornare a competere per la fascia tricolore?
«Sono orgoglioso di aver già rivestito il ruolo di primo cittadino di Frosinone e altrettanto orgoglioso delle numerosissime sollecitazioni ricevute da amici e da tanti cittadini comuni di rimettermi in gioco. È evidente che in molti hanno il ricordo, sotto la mia guida, di una città efficiente, viva, in espansione e con servizi all'altezza di un capoluogo di provincia. La città va rilanciata e vogliamo dare il nostro contributo. C'è stata una decrescita in tutti i settori, Frosinone deve tornare grande».

Campo Largo vuol dire alleanza con i Cinque Stelle e con liste civiche provenienti dal centrodestra. Può essere questa la formula vincente?
«Abbiamo raccolto le migliori energie della città. Sono davvero soddisfatto delle personalità che compongono la mia coalizione. Ogni lista esprime candidati autorevoli, giovani, professionisti, amministratori che hanno già dimostrato di saper gestire la cosa pubblica nel mero interesse della nostra comunità. Basta con una persona sola al comando, dobbiamo guardare al futuro e fare meglio di quanto fatto fino ad ora. È tempo di una squadra competente e unita al governo di Frosinone, per fare lo scatto necessario affinché la città abbia un'idea chiara di futuro».

Il centrodestra è convinto di poter provare a vincere al primo turno. Se dovesse succedere, per lei e il centrosinistra sarebbe un fallimento?
«Se c'è un Sindaco che può affermarsi al primo turno, quello sono io. Abbiamo costruito una coalizione larga, forte e competitiva in pochissimo tempo. C'è un entusiasmo crescente. Centinaia di persone hanno partecipato all'apertura della mia campagna elettorale, un colpo d'occhio incredibile. La voglia di cambiamento è palpabile in ogni quadrante della città. Ma non nell'ottica di demonizzare l'avversario, semplicemente perché Frosinone può raggiungere traguardi molto più importanti».

Quanto le è costato sul piano dei rapporti personali l'avere di fatto preso il posto di Mauro Vicano?
«È noto a tutti il mio grande rapporto di amicizia con Mauro. Abbiamo convergenze programmatiche e una visione in comune su tanti temi per lo sviluppo della città. Se non dovessi vincere al primo turno, è evidente che avvieremo un dialogo per il ballottaggio. Mi sembra la soluzione più naturale, così come sarà necessario aprirsi all'importante contributo che possono dare i Socialisti».

Di cosa ha bisogno davvero Frosinone?
«Frosinone deve diventare una città europea, deve crescere nei servizi, nelle infrastrutture, nella formazione, nell'offrire possibilità ai giovani di affermarsi e progettare qui il futuro. Dobbiamo invertire la rotta: negli ultimi dieci anni abbiamo perso migliaia di abitanti, siamo retrocessi in tutte le classifiche sulla qualità della vita. L'Amministrazione dovrà essere in grado di dialogare con gli enti superiori e cogliere le opportunità derivanti dai fondi regionali ed europei. Si poteva fare molto di più in tal senso».

Nicola Ottaviani ha fatto un elenco lunghissimo di opere realizzate. Lei quante gliene riconosce, dallo stadio al Palazzo Comunale?
«L'elenco lunghissimo mi pare si fermi a due opere, sulle quali è bene fare alcune precisazioni. Per lo Stadio dobbiamo dire grazie a Maurizio Stirpe, un presidente vincente e un imprenditore di livello assoluto. Dobbiamo migliorare la viabilità: ho effettuato un sopralluogo e a breve partiranno i lavori, e li effettuerà la Provincia di Frosinone, per la strada dei tifosi che garantirà un miglior flusso viario e più sicurezza. Il Palazzo Comunale è senza dubbio un acquisto, nella modalità rent to buy, che pagheranno i cittadini per tanti anni. Bene la nuova sede, ma era questa la priorità per Frosinone? Con le strade groviera, servizi sociali azzerati, una viabilità da brividi, decoro e manutenzione ordinaria inesistenti. C'è un bel palazzo al centro e il deserto intorno».

Al Grande Capoluogo ci crede davvero? E come si realizza nel concreto?
«L'Area Vasta è uno dei punti focali del mio programma elettorale. Ci credo davvero perché, nel processo di crescita della città che immagino, c'è l'o g g e ttiva necessità di mettere a sistema i servizi, le infrastrutture e gli uffici, le strutture pubbliche. Il progetto di un rilancio di politiche territoriali "vaste" ha necessità che il comune Capoluogo metta in campo nuove forme di "governance". Convocherò immediatamente i Comuni vi cini per far comprendere loro, dati alla mano, che questa è un'opportunità da non lasciarsi sfuggire. Per tutti, non solo per Frosinone».

Mobilità, gestione dei rifiuti, Parco sul fiume Cosa: quali sono i programmi?
«Una grande rotatoria a De Matthaeis mi sembra il primo intervento necessario. Oggi attraversare la città comporta un sacrificio di tempo incredibile. Questo sistema di rotatorie è stato pensato con una sufficienza e un'improvvisazione che lasciano esterrefatti. Per il traffico serve una vera e propria rivoluzione. Sulla questione dei rifiuti abbiamo intenzione di incrementare ancora la raccolta differenziata, adottando nel più breve tempo possibile un sistema di raccolta domiciliare integrato con tariffazione puntuale, che valorizzi i comportamenti virtuosi. Saremo in prima linea contro l'abbandono dei rifiuti: bonificheremo le discariche abusive presenti sul territorio e studieremo dei sistemi mirati alla dissuasione di questa pratica, che oltre ad essere illegale è anche una piaga per l'ambiente. Per quanto riguarda il parco del Fiume Cosa, al fine di rendere immediatamente fruibili le zone interessate, analizzeremo la possibilità, attraverso un bando pubblico, di realizzare una pista ciclo pedonale e di running, l'installazione di chioschi da affidare in comodato d'uso gratuito alle associazioni sportive, le quali in cambio dovranno provvedere al decoro, pulizia, fruibilità, manutenzione dell'area assegnata».

Ascensore inclinato. Il centrodestra dice: ma lo ha fatto Marzi…
«Un'opera che ha ridisegnato il volto di Frosinone e che l'Amministrazione Ottaviani ha inaugurato per altre due volte. Evidentemente gli interventi che hanno effettuato non hanno raggiunto risultati. Quando sarà sindaco mi muoverò attraverso un'azienda leader del settore e chiedendo fondi alla Regione Lazio, ed ho avuto rassicurazioni da Zingaretti in merito, il mio impegno è quello di ripristinare la funzionalità dell'ascensore nel più breve tempo possibile per renderlo fruibile per sempre».

Con Michele Marini c'è stato un chiarimento vero oppure dopo le elezioni, "nemici" come prima?
«Michele è una straordinaria risorsa della nostra coalizione, del Pd e del centrosinistra. Sono estremamente felice di averlo nella mia squadra perché conosco quanto possa essere determinante il suo ruolo in una amministrazione. L'evidenza della volontà di fare un grande lavoro insieme è nella lista che sostiene la mia candidatura».

Quanto influisce il voto disgiunto in un Comune come quello di Frosinone?
«Il voto disgiunto è un'o pportunità della democrazia che giustamente viene concessa ai cittadini. Ogni tornata elettorale ha una storia diversa. Sono estremamente convinto, in virtù della grande competenza della mia squadra, di cui parlavo prima, che per Marzi sindaco e per le liste a sostegno, i voti saranno davvero tantissimi».

Il capoluogo ha perso residenti. Per il centrodestra è solo una questione di denatalità. Per lei?
«Non scherziamo e facciamo un'analisi seria, stiamo parlando del futuro di Frosinone. Quando parlo di città europea e moderna è perché oggi, evidentemente, Frosinone non è attrattiva, e la perdita di abitanti, visto che si tratta di un capoluogo, è uno dei primi segnali di una decrescita generalizzata che purtroppo ci ha investiti. Io credo che ci sia ancora il tempo per non rassegnarci a questa situazione e per lavorare affinché Frosinone torni grande. Noi siamo quelli che non abbandonano il sogno di tornare a vivere bene nella nostra Città. Come? Innanzitutto con un grande investimento per nuove sedi universitarie qui».

Se dovesse diventare sindaco per la terza volta, chi ringrazierebbe nell'ordine? E quali sarebbero i suoi primi provvedimenti?
«Voglio ringraziare innanzitutto Francesco De Angelis, assolutamente decisivo per la mia candidatura. Poi tutti gli amici, i giovani, i professionisti che hanno lavorato in tal senso. Sono felice dell'entusiasmo suscitato. Non ho mai amato le promesse dei primi cento giorni: è necessario ricreare i presupposti affinché la macchina amministrativa sia efficiente, con i dirigenti nei settori chiave. Da lì impostare un lavoro che migliori la qualità della vita dei cittadini su ogni versante».