Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato in Farmacia presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza". Dal 2017 Riccardo Mastrangeli è presidente dell'ordine dei farmacisti della provincia di Frosinone. Già deputato al Parlamento italiano, dal 2012 è assessore al bilancio e alle finanze del Comune. Si definisce così: «Amante dei numeri, esponente della politica del fare, affascinato e incuriosito dal mondo che mi circonda in tutte le sue sfaccettature, e soprattutto, padre orgoglioso di Anastasia».
Diciamo la verità, lei non ha un compito semplice: il dopo Ottaviani, un centrodestra turbolento fino a pochi mesi fa. «Sono cresciuto con l'idea che le sfide vadano sempre intraprese: l'importante è affrontarle con il giusto bagaglio di valori, competenze, capacità. Nel mio personale bagaglio, includo la capacità di assumermi, sempre, le giuste responsabilità di fronte ai miei concittadini, mettendo in campo, inoltre, una visione del territorio in grado di andare oltre i 5 anni di una consiliatura, per programmare e pianificare uno sviluppo sostenibile e duraturo del tessuto economico, sociale e culturale, a beneficio dell'intera comunità. La capacità di ascolto e dialogo completano i valori con cui ho svolto la mia esperienza amministrativa, grazie ai quali mi sono sempre confrontato con i cittadini di Frosinone e con tutti gli interlocutori della coalizione di centrodestra che -tengo a sottolinearlo – è l'unica unita, coesa, non frammentata. All'interno delle liste che sostengono la mia candidatura, infatti, ci sono giovani, donne, esponenti delle professioni, delle imprese e della società civile preparati e motivati, che intendono mettersi al servizio dei propri concittadini e contribuire alla rivoluzione iniziata dieci anni fa. Sono, questi, gli stessi motivi che hanno guidato la mia decisione di candidarmi: nelle due consiliature del sindaco Ottaviani, infatti, abbiamo realizzato una serie di opere, di attività, di servizi che meritano di continuare ad essere fruiti dalla cittadinanza e di essere ulteriormente implementati. E lo abbiamo fatto riuscendo a vincere la sfida - tanto complicata da sembrare, all'inizio, impossibile - di risanare i 50 milioni di deficit lasciati in eredità dalle passate amministrazioni».
La Lista Ottaviani appare fortissima: non teme alcun tipo di effetto oscuramento? Se le chiederanno segnali di discontinuità forti nei confronti di Ottaviani, lei cosa farà? «Sono felice che liste in mio sostegno siano forti: sono l'espressione più autentica della nostra città e di tutte le sue componenti. La discontinuità, normalmente, la si attua rispetto ad amministrazioni poco concrete, non di certo rispetto a governi cittadini ed Amministrazioni che hanno rivoluzionato e trasformato completamente il volto della città. Ognuno dei candidati al consiglio comunale ha assunto l'impegno di continuare a far parlare di quel "Modello Frosinone" a cui le testate nazionali, negli ultimi anni, hanno fatto spesso riferimento. Ha contribuito a questa notorietà il fatto che, ad esempio, il Comune di Frosinone, dal 2012, unico in Italia, promuova il progetto Solidiamo o che la città sia dotata del terzo stadio di ultima generazione in Italia. Quando il Comune di Frosinone, nel 2015, iniziò i lavori del nuovo impianto di calcio, con i propri fondi e con il proprio progetto, alcuni ci accusarono di essere dei folli e, addirittura, visionari. Ceduto, poi, il testimone al privato per il completamento della struttura, realizzata in appena 24mesi, allora siamo diventati una delle migliori espressioni del made in Italy. Ho citato solo due degli importanti progetti realizzati nel corso dell'Amministrazione Ottaviani, della quale, da assessore e cittadino, ho condiviso e condivido ogni singola azione intrapresa. Mi sembra difficile, dunque, che in futuro io possa dare segnali di discontinuità rispetto a quanto fatto negli ultimi 10 anni».
Convinto davvero di poter vincere al primo turno? «Saranno i cittadini a deciderlo. Va detto che l'entusiasmo, la motivazione e la partecipazione delle persone sono tangibili». Lei è stato per dieci anni l'assessore al bilancio. In questa campagna elettorale lei e Marzi avete spesso duellato sulle passate Amministrazioni. «Se dessimo credito a tutto quel che afferma Marzi, allora dovremmo credere anche che l'ascensore inclinato è stato progettato e realizzato perfettamente dalle Amministrazioni di centrosinistra, tanto da funzionare a meraviglia. Oppure, sempre dando credito al candidato del Pd, dovremmo essere scontenti del fatto che il Parco Matusa ospiti oggi un'area verde attrezzata, meta di giovani, anziani, famiglie, sportivi. Quanto al piano di risanamento, non voglio polemizzare. Invito semplicemente il candidato di una parte della sinistra a scorrere la deliberazione n. 256 della sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti, con cui è stato approvato, nel 2013, il piano di riequilibrio del Comune di Frosinone. Ricordo che quando il Comune di Frosinone approvò, nel 2013, il piano di risanamento di 50 milioni di euro di debiti ereditati, facemmo tante riunioni per convincere i consiglieri della bontà del piano, sebbene pochi di noi avessero idea di come si portasse avanti, in concreto. Fummo dei pionieri anche in questo, tra i primi quattro capoluoghi a sottoscrivere l'oneroso programma di rientro dal debito. Al contrario, altri ci dissero che sarebbe stato più semplice dichiarare il dissesto, dimostrando una sconcertante mancanza di coraggio nel mortificare centinaia di imprese e fornitori – e, di conseguenza, le loro famiglie – che dovevano essere pagati dall'amministrazione. A distanza di anni, abbiamo dimostrato che il nostro metodo culturale e politico era esatto: la stragrande maggioranza dei Comuni italiani ha poi seguito il nostro approccio».
Di cosa ha bisogno Frosinone per crescere?
«Sono perfettamente in linea con le direttrici del Pnrr, che passano prioritariamente per transizione ecologica e digitalizzazione. A queste aggiungerei la semplificazione dei procedimenti amministrativi e la sburocratizzazione: la competitività e l'attrattività di un Paese e di un territorio si misurano da questi fattori. Non abbiamo certo dimenticato la fuga della multinazionale Catalent da Anagni, dopo la rinuncia della Dobfar, bruciando 180 milioni di euro di investimenti complessivi e qualche migliaio di posti di lavoro. Un evento, questo, che ha messo in luce non solo le conseguenze negative delle procedure farraginose di enti che scoraggiano anche gli investitori più volenterosi, ma anche come non ci sia alcuna concreta programmazione in merito al Sin della Valle del Sacco da parte dei decisori regionali e nazionali di Pd e 5 Stelle, che si sono smentiti a vicenda. Lamia ricetta per la crescita, dunque, prevede il completamento dei tanti progetti già programmati e finanziati, dando una ulteriore spinta alle iniziative dalla forte impronta green ed ecosostenibile e, soprattutto, valorizzando ancora di più i rapporti con le due eccellenze del Conservatorio e dell'Accademia delle Belle Arti, potenziando l'offerta dell'Università e investendo nella formazione qualificata che permetta l'incontro tra domanda e offerta lavorativa. La crescita economica, sociale e culturale fa rima con qualità della vita: per questo, è necessario continuare ad agire in maniera ecosostenibile, incrementando gli standard a disposizione di tutti i cittadini. Questo si traduce nella realtà con una visione urbanistica, ad esempio, che metta al centro le persone e le loro necessità– come nel caso della realizzazione della nuova grande piazza allo Scalo, che inaugureremo tra poco più di un anno, o del restyling dei Piloni e di largo Turriziani – o con il progetto della riqualificazione dell'ex insediamento industriale della Permaflex, in una zona strategica dal bacino potenziale di utenza stimato tra i nove e i dieci milioni di persone, allo scopo di realizzare un'opera destina ta a servizi commerciali e parco tematico per il tempo libero, che darà lavoro a centinaia di addetti, sia nel comparto interno che nell'indotto».
Tra le diverse opere pubbliche effettuate, quali le più importanti?
«La lista è lunga. Citerei il Parco Matusa e la contestuale realizzazione dello stadio comunale Benito Stirpe, nell'ambito della partnership con il privato che è diventato un vero e proprio case study. Mi inorgoglisce, da cittadino di Frosinone, aver lavorato insieme all'intera Amministrazione affinché la nostra prestigiosa Accademia di Belle Arti trovasse una collocazione definitiva nel magnifico Palazzo Tiravanti. Da assessore al bilancio, però, devo per forza di cose assegnare un posto speciale all'acquisizione al patrimonio pubblico dell'ex edificio Bankitalia, diventato sede comunale. Frosinone è stata la prima Amministrazione in Italia ad adottare il rent to buy per una sede istituzionale e, in particolare, per il palazzo comunale: abbiamo portato avanti l'innovativo "Modello Frosinone"anche in questo caso». Al Grande Capoluogo ci crede davvero? E come si realizza nel concreto? «Ci credo così tanto che ne sono uno dei promotori. Il progetto è stato, già tre anni fa, approvato prima in giunta e poi in consiglio comunale. La città intercomunale dei servizi, estesa a circa 180.000 abitanti, presenterebbe forte capacità di svolgere e gestire in modo coordinato funzioni e servizi in molteplici settori e iniziative di animazione e promozione economica, sociale e ambientale. Oltre ad una significativa semplificazione nella gestione dei servizi, l'Area Vasta garantirebbe anche notevoli economie di scala con l'abbattimento dei costi dei servizi stessi e un miglioramento delle prestazioni, assumendo inoltre maggiore attrattività nei confronti degli investitori. Purtroppo, tale proposta ha incontrato le perplessità di altre realtà municipali, probabilmente per questioni campanilistiche, che ne hanno finora ritardato l'attuazione».
Mobilità, gestione dei rifiuti, arredo urbano, Parco sul fiume Cosa: quali sono i programmi?
«Con la giusta visione e i finanziamenti necessari, già ottenuti, rivoluzioneremo anche la mobilità, un settore incluso in un quadro più ampio in cui ricadono tutti gli interventi nel senso della sostenibilità ambientale e dell'incremento della qualità della vita. Contestualmente all'approvazione, da parte del Comune di Frosinone, del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, si è avviata una procedura di revisione del Piano Urbano del Traffico (Put). Tra gli obiettivi dei Piani, rientrano l'incentivazione della mobilità ciclo-pedonale al posto di quella veicolare, con la maggior garanzia alla sicurezza della circolazione stradale delle categorie di utenti quali pedoni e ciclisti, l'efficacia ed efficienza del sistema di mobilità finalizzati al miglioramento del Trasporto Pubblico Locale, con il riequilibrio modale degli spostamenti. Le corsie ciclabili e le strade ciclabili sono opere che favoriscono una ricucitura dei quartieri della città e una vera mobilità alternativa. Sono già 20 i km del sistema integrato di piste ciclabili, tra realizzate e appaltate. In via di prima applicazione e attuazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, è già stata istituita la figura del mobility manager: sono in corso le attività per elaborare un Piano Spostamenti Casa Lavoro delComune diFrosinone in collaborazione con aziende e istituzioni scolastiche ed è in corso l'approvazione dei Pscl di importanti aziende del territorio. Già finanziati anche la metropolitana leggera a collegamento della stazione ferroviaria con De Matthaeis (Brt) e la nuova linea dell'ascensore inclinato, per rimediare agli errori compiuti in fase di progettazione e realizzazione dalle Amministrazioni precedenti a carico dell'impianto di risalita. Inoltre realizzeremo colonnine di ricarica elettrica distribuite su tutto il territorio comunale. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, abbiamo raggiunto una percentuale che si avvicina al 74% di raccolta differenziata sull'intero territorio comunale, grazie all'impegno di tutti i cittadini, in particolare dei giovani. Oggi vogliamo proiettarci verso una città a rifiuti zero ponendoci l'obiettivo del 100%. Il progetto relativo all'introduzione, in via sperimentale, della tariffazione puntuale nel servizio di raccolta differenziata (Tarip), è già stato finanziato e permetterà ai cittadini di risparmiare ulteriormente sulla bolletta, secondo il principio "tanto produco, tanto pago". Per quel che concerne l'arredo urbano, dopo la creazione del parco Matusa, si prosegue sulla stessa strada per realizzare nuovi punti di attrattiva sociale, sia per i cittadini di Frosinone che per i non residenti. Il nuovo ascensore inclinato, come da progetto incluso all'interno del finanziamento da 20 milioni per la rigenerazione urbana, si inserisce, altresì, in un contesto più ampio di bonifica ambientale già avviato dall'Amministrazione Comunale, con gli interventi previsti per la riqualificazione del fiume Cosa mediante l'esecuzione di un Parco Fluviale. Il Parco Matusa rappresenta il nucleo centrale di un sistema che si sviluppa dal confine di Alatri a quello di Ceccano che noi chiamiamoParco delFiume Cosa.Con la seconda tranche del Pnrr daremo concretezza a questo sogno antico».
Il capoluogo ha perso residenti. Per lei è solo una questione di denatalità. Perché?
«Non è una mia opinione, bensì un dato facilmente riscontrabile dalle tabelle dell'Istat, che certificano come tutti i centri della provincia di Frosinone abbiano perso residenti. Guardando i numeri di Sora, Patrica, Torrice, Veroli, Ceccano, Cassino, Alatri, oltre che del capoluogo, è possibile vedere come siano tutti accomunati dal saldo negativo. Del resto, i dati Istat rielaborati dal Sole 24 ore parlano di un tasso di natalità, in provincia di Frosinone, che segna il -23,9% (trend 2008-2020)».
Che tipo di campagna elettorale ha fatto? Social o porta a porta?
«La campagna elettorale che sto conducendo è soprattutto con le persone e tra le persone, dando il giusto risalto anche alle opportunità di ascolto e confronto offerte dai canali social, in cui la nostra "Frosinone del fare" sta suscitando grande seguito ed apprezzamento».