Sono altissime le probabilità che il prossimo sindaco di Frosinone concorra per la presidenza della Provincia. Intanto perché il capoluogo sembra avere tutte le intenzioni di tornare centrale ad ogni livello. In secondo luogo perché ben 47 primi cittadini su 91 hanno meno di 18 mesi di mandato davanti. Una situazione che impedisce loro di scendere in campo. Il 31 ottobre prossimo terminerà la lunga stagione di Antonio Pompeo, iniziata nel 2014. La Delrio non è stata cambiata e difficilmente lo sarà.
Questo vuol dire che alla carica di presidente della Provincia potranno ambire soltanto i sindaci. Il sistema resterà quello de voto ponderato, riservato agli addetti ai lavori. Vale a dire ai sindaci e ai consiglieri comunali. C'è la disposizione alla quale accennavamo prima: occorre essere nelle condizioni di avere più di un anno e mezzo di mandato da sindaco da espletare. Il 51,64% non ce l'avrà.
Pompeo avrà novanta giorni di tempo per convocare le elezioni per il presidente. Il limite dei 18 mesi di mandato scatta dal 24 novembre 2022. Non potranno quindi essere della partita in 47.
Tra i quali Enzo Salera (Cassino), Massimiliano Quadrini (Isola del Liri), Daniele Natalia (Anagni), Simone Costanzo (Coreno Ausonio), Alioska Baccarini (Fiuggi), Adriano Lampazzi (Giuliano di Roma), Domenico Alfieri (Paliano), Enrico Pittiglio (San Donato Val di Comino), Simone Cretaro (Veroli). Lo stesso Antonio Pompeo (Ferentino), anche se per lui scatta la disposizione dei due mandati effettuati. Potrebbero invece partecipare in 44. Oltre al prossimo sindaco di Frosinone, Maurizio Cianfrocca (Alatri), Roberto Caligiore (Ceccano), Lucio Fiordalisio (Patrica), Luca Di Stefano (Sora).
Si era parlato pure della possibilità del terzo mandato per i sindaci dei Comuni più grandi, il che avrebbe esteso l'opzione pure per la presidenza della Provincia. Ma l'argomento è scomparso dai radar della politica nazionale. Allo stesso modo era stata ventilata la possibilità di un ritorno all'elezione diretta del presidente e dei consiglieri. Ma pure su questo versante passi avanti non sono stati fatti. Una situazione che restringe ancora di più i già residui spazi per la politica locale. Senza più l'assetto originario della Provincia, senza l'Asi e il Cosilam (assorbiti dal Consorzio industriale regionale unico), senza le opzioni delle Comunità Montane, è complicato pensare a ruoli diversi da quelli degli amministratori comunali per chi vuole fare politica a livello locale.
Comunque, nei quartieri generali di Riccardo Mastrangeli (centrodestra) e Domenico Marzi (centrosinistra) c'è chi ha già posto il tema della candidatura alla presidenza della Provincia. Una prospettiva sulla quale i partiti stanno ragionando seriamente. Va considerato che in ogni caso il prossimo presidente dovrà tenere conto dell'attuale assetto consiliare: 4 esponenti del Pd, 2 del Polo Civico, 1 di Provincia in Comune, 3 della Lega, 2 di Fratelli d'Italia. Il Campo Largo ha 7 consiglieri, il centrodestra 5.