La realizzanda strada di collegamento tra via Michelangelo e viale Olimpia, che sarà anche a servizio dello stadio e degli impianti sportivi che insistono sulla zona, ha acceso, in queste ore, il dibattito politico - elettorale.

L'annuncio
In una nota congiunta, dopo un sopralluogo sul posto, il presidente della Provincia, Antonio Pompeo (Pd), e il candidato a sindaco del Pd, Domenico Marzi, hanno scritto che «il nuovo asse viario, che nascerà come viabilità a servizio del nuovo complesso scolastico, potrà essere utilizzato, oltre che per un netto miglioramento della viabilità, per evitare una commistione tra tifoserie e garantire un adeguato livello di sicurezza in materia di ordine pubblico. Il progetto prevede la costruzione di una strada a doppio senso della lunghezza di circa 270 metri che collega le due attuali arterie comunali. All'interazione con viale Olimpia è prevista la costruzione di una rotatoria da cui partiranno altre due strade: una che verso sinistra che consentirà l'accesso al nuovo parcheggio a servizio del territorio quale opera necessaria a rispettare la normativa urbanistica. La seconda verso destra che consentirà di servire il palazzetto dello sport e la piscina senza interferire con viale Olimpia».

«Un'opera assolutamente necessaria - ha spiegato Marzi - per garantire maggiore sicurezza a chi si reca allo stadio e porre rimedio al grave problema del traffico viario in città, particolarmente intenso nei giorni delle partite. Quello della viabilità è un tema che va affrontato in tutte le sue sfaccettature: Frosinone è una città ingolfata e va data una risposta ai cittadini. Quest'opera, che sarà realizzata dalla Provincia, è molto importante. Ringrazio il Presidente Pompeo per il lavoro che sta svolgendo in tal senso». «La strada di collegamento tra viale Olimpia e via Michelangelo – ha detto Pompeo – era attesa da tempo, così come un nuovo edificio scolastico che, nella città di Frosinone, non si costruiva da anni. Come presidente di Provincia sono orgoglioso di lasciare al capoluogo due importanti infrastrutture che testimoniano il grande lavoro portato avanti da questo Ente per tutto il territorio, nel ruolo ormai riconosciuto e concretamente tangibile di «Casa dei Comuni"».

La risposta
A strettissimo giro è arrivato l'intervento del sindaco Nicola Ottaviani: «Dopo aver appreso del sopralluogo effettuato da parte del candidato a sindaco del Pd e del presidente della Provincia, sempre del Pd, sull'area dove dovrebbe sorgere la strada di collegamento per i tifosi, nei pressi del nuovo stadio comunale – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – la scena che si è prospettata era prossima a quella del vecchio adagio di Agatha Christie, che ricordava come il colpevole torni di sovente, per la seconda volta, sul luogo del delitto. Forse, i due esploratori del Pd non sapevano, o meglio, speravano di far dimenticare che proprio il presidente della Regione Lazio, sempre del Pd, in data 11 gennaio 2019, ricorreva al Consiglio di Stato per bloccare nuovamente la realizzazione, proposta dal Comune di Frosinone, della strada di collegamento tra via Michelangelo e viale Olimpia, a servizio dei tifosi, nell'utilizzo del nuovo stadio comunale "Benito Stirpe".

E quel che è peggio è che il Tar, sezione II quater, con sentenza del 30 ottobre 2018, aveva accolto il ricorso presentato dal Comune di Frosinone, annullando la deter mina della Regione Lazio del 29 settembre 2016, con la quale l'en - te regionale diniegava l'autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di quella strada. Se lo scopo, dunque, della disinvolta passeggiata mattutina, per campi, da parte di due esponenti del Pd, era quello di suscitare qualche nota umoristica, ricordando alla città quali fossero i responsabili di quell'ennesima brutta figura e ferita inferta al nostro territorio, allora l'obiettivo è stato sicuramente centrato.

Per il resto, appena arriverà la sentenza del Consiglio di Stato, nel caso in cui questa dovesse confermare la sentenza del Tar, a quel punto la cittadinanza e i tifosi sapranno a chi chiedere i danni per i disagi sofferti, anche dalle squadre ospiti, durante le partite di calcio, della serie A e della serie B».

La storia
Da gennaio 2019 l'originario progetto dell'arteria è bloccato al Consiglio di Stato da un ricorso presentato dalla Regione Lazio che ha impugnato la sentenza del Tar che aveva sbloccato, di fatto, l'iter per la realizzazione della strada di collegamento tra via Michelangelo e viale Olimpia, richiesta da Prefettura e Questura di Frosinone, per una più adeguata e sicura gestione dell'afflusso e del deflusso dei tifosi ospiti dalla stadio "Benito Stirpe". Un ricorso, quello della Regione, che ha avuto come immediato effetto quello di fermare la realizzazione dell'importante arteria che avrebbe consentito di migliorare la viabilità intorno all'impianto sportivo e, soprattutto, avrebbe "liberato" centinaia di posti auto,oggi inutilizzabili per motivi di sicurezza, previsti nell'iniziale piano parcheggi della zona. La Regione, a gennaio 2019, nell'ultimo giorno utile, ha notificato al Comune di Frosinone l'atto di impugnazione della sentenza del Tar con il quale è stato chiesto l'annullamento del provvedimento di primo grado.

Ha deciso, invece, di desistere la Soprintendenza, che ha preso atto della sentenza della sezione seconda quater del Tar e ha valutato di non impugnarla. I giudici amministrativi avevano censurato nel loro provvedimento l'assunto, nell'atto di diniego, di mancata previsione, tra gli interventi autorizzabili, di quello della costruzione di nuovi tracciati, ritenendo che «non può essere condiviso poiché non tiene conto dell'intero quadro normativo». Tanto più che si trattava di un'opera pubblica «strumentale al risolvimento dei problemi della viabilità» del nuovo stadio e inserita«in uno schema di convenzione edilizia di interesse anche privata». Per i giudici il giudizio di non conformità «ha completamente omesso di considerare sia la stretta funzionalità della trasformazione boschiva alla realizzazione di un'opera viaria di interesse eminentemente pubblico, sia il progetto di rimboschimento compensativo offerto dall'ente (Comune di Frosinone, ndr)».

Compensazione, peraltro, nemmeno dovuta. Da qui il «macroscopico vizio di carenza di motivazione e di istruttoria sia del parere reso dalla Soprintendenza sia della determinazione regionale di diniego all'autorizzazione che lo ha recepito» e l'accoglimento dei ricorsi del Comune e di un privato e l'annullamento degli atti impugnati. La Regione, nel ricorso, ritiene che, nella sentenza di primo grado, vi sia stata da parte dei giudici una errata interpretazione del dettato normativo, poiché non avrebbero tenuto conto «della netta distinzione tra norme a tutela del paesaggio e quelle a tutela dell'ambiente...». In questa battaglia legale tutto è bloccato dal 2019.